Mentre il mondo guarda al Venezuela continua la mattanza di leader sociali e attivisti nella vicina Colombia. Nell’indifferenza generale di chi invece strepita nei confronti di Caracas. Nessuno grida allo scandalo per quel che avviene in Colombia. Evidentemente essere vassalli degli Stati Uniti comporta dei ‘benefici’.
I movimenti sociali, le organizzazioni per i diritti umani e i parenti delle vittime delle sparizioni forzate in Colombia hanno denunciato che questo crimine è fortemente aumentato, con cifre divenute ormai superiori a quelle registrate nelle dittature in Argentina e Cile.
Le Nazioni Unite (ONU) avvertono che, al momento, le sparizioni forzate avvengono come conseguenza del conflitto interno e come misura di “repressione” in ambito politico o sociale.
Quanti desaparecidos ci sono in Colombia?
Il Centro Nazionale per la Memoria Storica (CNMH) ha riferito di aver registrato più di 83000 vittime di sparizioni forzate in Colombia, mentre ci sono 26000 corpi non identificati in diversi cimiteri.
Secondo le indagini svolte dall’organismo, gli autori di tali atti sono i gruppi paramilitari nel 46,1 per cento, tra il 1970 e il 2015, che si traduce in 13.562 casi. Le altre cifre coinvolgono gruppi post-smobilitazione e agenti dello Stato.
Nel 2018, secondo le cifre fornite dalla Medicina Legale sono state segnalate 1.671 sparizioni forzate, di cui 1.010 uomini e 661 donne.
Cosa richiedono i parenti delle vittime?
Familiari, movimenti sociali e organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto al governo della Colombia di intraprendere azioni legali e proteggere i cimiteri, così come altri luoghi in cui si trovano i corpi non identificati.
Secondo le informazioni del Collettivo degli Avvocati José Alvear Restrepo, lo Stato ha mostrato apatia nella ricerca degli scomparsi.
Il Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato ha affermato che “non c’è volontà politica e questo si riflette nei bilanci per l’Istituto di Medicina Legale e l’Unità di Ricerca di Persone Scomparse non sufficienti.