Perchè proprio ora il Venezuela?

Albano Nunes   da “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese. Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Perché una così violenta offensiva contro il Venezuela bolivariano? Perché così tanto rancore, tanta ipocrisia, tante bugie? Perché la santa alleanza che ha unito la peggiore reazione e la socialdemocrazia nella stessa operazione golpista, Trump e Bolsonaro con Pedro Sanchez, Merkel e altri leader del blocco imperialista europeo? Perché un così indecente coro della comunicazione sociale, che riproduce le campagne di menzogne che avevano incorniciato le aggressioni a Jugoslavia, Iraq, Libia, Siria? Perché il CDS e il PSD applaudono alla posizione inammissibile del governo di minoranza del Partito Socialista?

No, non si tratta di amore per la libertà o di generoso sentimento umanitario. La stretta economica e finanziaria sul Venezuela e il furto dei beni venezuelani all’estero parlano da soli. L’imperialismo vuole far morire di fame il popolo per condurlo alla disperazione e cancellare la sua memoria del fatto che la sua condizione sociale e il rispetto della propria dignità sono cresciuti negli ultimi venti anni, allo scopo di indirizzarlo contro il processo bolivariano. È un’arma classica dell’arsenale controrivoluzionario. No, non sono né la libertà né i diritti umani a muovere l’imperialismo ma le immense ricchezze del Venezuela che l’imperialismo brama.

Sì, l’imperialismo vuole mettere le mani sulle riserve di petrolio più grandi del mondo, ma ciò che spiega una tale campagna di odio e un’offensiva così violenta per rovesciare il legittimo presidente del Venezuela, una così ampia convergenza di forze nel campo della reazione e dell’imperialismo, un’interferenza così brutale negli affari interni di un paese sovrano è qualcosa di molto più profondo.

È la scelta sovrana e progressista del popolo venezuelano e la forza pericolosa del suo esempio di dignità, che l’imperialismo non tollera.

Sono i notevoli i successi e i risultati raggiunti dopo la vittoria di Hugo Chavez nel 1998 che l’imperialismo conta di sconfiggere e far dimenticare per sempre. È questo mostruoso crimine chavista rappresentato dall’avere deviato le entrate petrolifere dalle tasche delle multinazionali verso la promozione del benessere del popolo e avere aiutato altri paesi latinoamericani e caraibici a provocare l’ira degli Stati Uniti.

L’offensiva contro il processo bolivariano è iniziata poco dopo la sua nascita. Senza successo. Le cospirazioni e gli attacchi che si sono succeduti sono stati sconfitti. Il processo è stato consolidato e sono state rafforzate le sue istituzioni profondamente democratiche e progressive. In America Latina è avanzata l’onda anti-imperialista dell’integrazione sovrana e solidale.

La controffensiva imperialista non si è fatta aspettare. Dal colpo di stato militare del 2009 in Honduras a quello ‘istituzionale’ che ha portato Bolsonaro alla presidenza del Brasile il rapporto di forze in America Latina è cambiato molto e l’imperialismo ha ritenuto essere arrivato il momento di assestare un colpo mortale al Venezuela Bolivariano.

E’ vero che gli aggressori non hanno la strada sgombra, di fronte alla realtà di un forte sostegno popolare al governo legittimo di Maduro, che i tentativi insidiosi di aprire brecce nel potere bolivariano e indurlo a vacillare non hanno avuto il risultato scritto nel copione golpista, che non sono riusciti a isolare il Venezuela a livello internazionale. Ma l’imperialismo e la reazione fascista non disarmano. La situazione rimane molto pericolosa. È necessario rafforzare la solidarietà con il popolo venezuelano.

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