era tutto una farsa secondo il New York Times
Con un articolo, l’influente quotidiano nordamericano The New York Times, spazzava tutte le bugie del governo di Trump e dei suoi funzionari, così come del governo colombiano sui presunti aiuti umanitari inviati al Venezuela. Secondo funzionari nord americani e colombiani, gli “aiuti umanitari” inviati in Venezuela consistevano in “cibo e medicine”, tutto smentito dal giornale, già accusato dall’opposizione venezuelana di essere “comunista”.
E smentiva che la polizia venezuelana avesse avuto qualcosa a che fare con la distruzione dei camion cogli “aiuto” incolpandone i seguaci di Guaidó. Il New York Times riferiva: “Nel giorno dell’incendio, il governo colombiano promuoveva la storia secondo cui Maduro ne fosse responsabile. La vice presidentessa Marta Lucía Ramírez pubblicava una fotografia di quello che lei definiva “camion incenerito dai collettivi agli ordini di Maduro”. Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, scrisse che “il tiranno di Caracas danzava” mentre i suoi scagnozzi “bruciavano cibo e medicine”. Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti pubblicava un video in cui si afferma che Maduro ordinò che i camion venissero bruciati. L’opposizione venezuelana si riferiva alle immagini degli aiuti bruciati, riprodotte da media e TV dell’America Latina, come prova della crudeltà di Maduro. Ma c’è un problema: sembra che fu l’opposizione stessa, e non gli uomini di Maduro, ad incendiare accidentalmente il camion. Tuttavia, l’affermazione secondo cui i camion trasportavano medicine non sembra vera, secondo video e interviste.
L’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), il principale fornitore dell’aiuto che si trovava sul ponte a Cúcuta, non aveva le medicine tra gli oggetti che annunciava come donazione. Un funzionario sul ponte quel giorno disse al New York Times che il carico bruciato conteneva guanti e maschere per il viso, ma non medicine. I video recensiti dal Times mostravano alcune scatole contenere kit per l’igiene e la cura che, secondo quello ciò che gli statunitensi indicavano nelle loro liste, erano forniture come sapone e dentifricio.
Traduzione di Alessandro Lattanzio