La destra ha bisogno di masse ignoranti…

Le vere rivoluzioni, emancipatrici, promuovono la cultura del popolo che deve e merita beneficiare appieno di questo sforzo: non assomigliare, neppure negli errori del linguaggio, alle masse che la destra trascina o spinge, e prodigano immonda volgarità

Luis Toledo Sande www.granma.cu

… e le manipola, le capitalizza, le finanzia e, giunto il momento, le inventa. Così, quindi, potrebbe stendersi il titolo di questo testo, ma si renderebbe difficile l’ascesa, e niente di speciale si richiede per citare due verità della destra, tra altri: le manovre con cui lei cerca e spesso ottiene sottomettere il pensiero delle folle, spesso, e la rabbia che pone cercando di far credere di avere la ragione storica e morale che le manca.

In un posto de La Mancha di cui non è necessario ricordare il nome, durante uno di quegli incontri in cui si discute su Cuba a partire dalle menzogne ​​diffuse dai mezzi capitalistici, alcune persone attaccavano “il regime dittatoriale” di questo paese. Una prestigiosa ed elegante accademica, che suscitava attenzione, ha dichiarato: “Come dittatore, Fidel è molto goffo”.

Un moderatore, che cercava di approfittare dell’occasione, le ha chiesto: “Perché dice ciò di Castro”. E lei ha risposto: “Un dittatore sfrutta l’incultura del popolo, non gli propizia educazione. Franco lo sapeva, impose oscurantismo, tenebre. A Cuba, dove l’analfabetismo è stato sradicato e l’istruzione ha la priorità, la maggioranza sostiene Fidel, la Rivoluzione. Se non fosse così, si ribellerebbe. Sono stato lì e ho respirato quella realtà».

Non val la pena estendersi nella continuazione di quel colloquio, in cui nessuna argomentazione sembrava bastare per spingere l’immaginazione di coloro che assicuravano, senz’altro, che Cuba stava subendo una dittatura. Per loro era democratica la transazione fatta da Franco, con la monarchia e tutto il resto, come successione della tirannia che lui esercitò fino alla morte.

Spinta da meschini interessi, l’ignoranza può cavalcare su dottorati, e si è visto in quel colloquio. Ma ha anche, organicamente, espressioni di miseria mentale, con i marchi propri del lumpen.

Che il capitalismo, capitanato dal potere USA, manchi del minimo fondamento morale lo attestano i suoi atti: lo sfruttamento dei lavoratori/trici, le campagne elettorali sporche, la sponsorizzazione di tirannie, rovesciamento di governi democratici, saccheggi e massacri di popoli, stratagemmi come quelli applicati contro il Venezuela, a cui rubano come pirati quali sono e poi fingono di tentare di salvarlo con un falso aiuto, inqualificabile come umanitario.

Che questo sistema manchi di ragione storica lo conferma perfino la rabbia con cui diffama qualunque cosa odori di giustizia sociale. Ciò che al riguardo hanno detto molte persone si può riassumere in quanto sostenuto da Fernando Buen Abad Domínguez in un recente articolo: “Basterebbe sentire l’odio che inietta la borghesia ai suoi insulti contro il socialismo per dedurre che qualcosa di molto buono per gli esseri umani comporta porre fine alla gerarchia degli oppressori per andare ad un sistema socialista capace di sradicare l’interesse del capitale sugli esseri umani e sradicare ogni fardello individualista, razzista, escludente ed oppressore che ci ha ammareggiato l’esistenza per troppo tempo”.

“Che il capitalismo, capitanato dal potere USA, manchi del minimo fondamento morale lo certificano i suoi atti”

Il “fardello” accennato nella citazione ricorda ‘Il fardello dell’uomo bianco’, poema scritto alla fine del XIX secolo da Rudyard Kipling, scrittore nato in India e che assunse la colonizzazione britannica.

In quel testo ha sublimato la presunta missione civilizzatrice affidata dalla provvidenza all’Occidente: al capitalismo. Oggi tale errore è sostenuto da potenti mezzi di disinformazione aiutati dall’ignoranza delle masse reificate dalla corrente egemonica, quella delle forze oppressive che gestiscono armi, denaro, tecnologia e menzogne.

Così sporchi, questi media non possono lavare i cervelli: li insozzano. Altrimenti, come spiegare l’atteggiamento di coloro che li ubbidiscono.

In Venezuela, un esempio, c’è chi chiede che l’invadano gli USA. Credete che i teppisti imperiali possano distinguere tra patrioti e traditori? Sarà che, se sono venezuelani, sono fuori dal loro paese e sono pronti a vedere da lontano lo “spettacolo” della mattanza del proprio popolo?

Gli ignoranti, lo saranno al punto di non sapere cosa è successo in Iraq, in Libia ed in Siria? Si menziona solo una trinità del terrore ancora in corso, ma potrebbe citarsi un dossier che già copre secoli, persino all’interno dell’attuale territorio USA, dove la popolazione nativa è stata massacrata.

Tali ignoranti, certamente esistono o sono un’invenzione delle forze imperiali e dei loro servi per simulare il sostegno che l’impero afferma di avere?

Forse c’è di tutto questo nel miscuglio di furibonde opinioni contro il Venezuela bolivariano e quanto, come lui, sfida i disegni imperiali.

Senza scartare che esistano “illuminati” di bassa caratura morale, universitari indiavolati che nel loro egoismo hanno consegnato l’anima al diavolo, la nota più grottesca la danno coloro che esibiscono la peggiore stoffa. A volte si direbbe che sono malati di mente e, più che errori di ortografia, hanno un’eterografía terribile, oltre a godere della loro amarezza usando il linguaggio più volgare.

Se non fosse per gli atteggiamenti criminali che sostengono, a qualsiasi persona di buona volontà gli potrebbe saltare in mente di andare di corsa al fine di insegnare loro almeno le più elementari regole di grammatica, ortografia e sintassi, ed un po’ d’urbanità.

Ma con ciò gli si raddrizzerebbe l’anima? Sarà che, alla ricerca del “successo”, si sottomettano lavorativamente come schiavi ai potenti fino a non aver tempo neppure per accorgersi degli aspetti più rilevanti del loro ambiente?

In ciò ha fatto riflettere la verbosità escatologica lanciata contro due recenti video che circolano nelle reti.

Uno di essi contiene lucide avvertenze della novellista Isabel Allende contro un possibile intervento USA in Venezuela, e alcuni dei suoi patetici contestatori l’hanno accusata di obbedire ad ideali socialisti, perché la credevano figlia del presidente cileno Salvador Allende, rovesciato da un piano che la CIA orchestrò.

“In Venezuela, un esempio, c’è chi chiede che l’invadano gli USA. Pensano che i teppisti imperiali possano distinguere tra patrioti e traditori?”

Così ignoranti, hanno persino perso l’occasione di citare Isabel Allende, che, figlia in realtà del degno politico cileno, ha tradito la memoria di suo padre e calunniato il Venezuela bolivariano.

Un altro video plasma dichiarazioni contro il ripugnante Donald Trump emesse da figure di spicco del cinema del suo paese: tra altre, gli attori Meryl Streep e Robert De Niro, che i loro attaccanti hanno accusato di risentimento ed incapaci di apprezzare la grandezza del Cesare per essere artisti falliti che hanno solo ottenuto ruoli secondari.

Riusciranno, un giorno, i frenetici difensori dell’impero ad accorgersi del ridicolo che hanno combinato?

La verità è che i loro maestri fanno a pezzi, senza paura, il ridicolo. Lo ha fatto Michael Pompeo dicendo che Cuba è la vera potenza imperialista in Venezuela, e va e riesce ad ottenere che alcuni fingano di credergli, o addirittura gli credano! Qualsiasi sistema dovrebbe vergognarsi di aver bisogno di portavoce di tale caratura. Ma l’impero ha il decoro necessario per vergognarsi delle sue ignominie? Se lo facesse, sarebbe l’impero che è?

Simile realtà ha persino il pericolo che la sinistra arrivi ​​a credere che, data la ragione morale che certifica il fatto di avere tali nemici tanto bassi, non c’è bisogno di sradicare le proprie deficienze e sbarazzarsi di errori che, oltre ad essere nocivi di per sé, danno pretesti ai suoi nemici per attaccarla.

Benché, per mentire, l’impero ed i suoi media non hanno bisogno di altro che della loro spudoratezza: sono esperti nel fabbricare calunnie.

La sinistra, ed i settori popolari che la difendono e si sentono rappresentati in essa, devono sapere che gli oppressori manipolano l’ignoranza delle persone che le si piegano, e le lasciano sprofondare nella abiezione.

“Le vere rivoluzioni, emancipatrici, promuovono la cultura del popolo che deve e merita beneficiare appieno di questo sforzo”

Ma non basta credere nell’efficacia degli slogan rivoluzionari come espressione, allo stile divino, del peso della giustizia. Lula, per esempio, non deve essere dietro le sbarre, ma assumere che la sua reclamata liberazione parlerebbe di un Brasile democratico sarebbe ingenuo.

Per il fascismo brasiliano, scarcerare il popolare politico, ingiustamente prigioniero, potrebbe essere una manovra per neutralizzarlo completamente -se non lo assassina prima- ed una operazione di auto pulizia.

Le vere rivoluzioni, emancipatrici, promuovono la cultura del popolo che deve e merita beneficiare appieno di questo sforzo: non assomigliare, neppure negli errori del linguaggio, alle masse che la destra trascina o spinge, e prodigano immonda volgarità.

Indigna vedere come i complici della possibile invasione del Venezuela da parte USA portano nei loro corpi e nelle loro anime -se l’hanno- la bandiera della potenza aggredente e bruciano quella di Cuba. Dimmi cosa fai e ti dirò come sei.


La derecha necesita masas ignorantes…

Las revoluciones verdaderas, emancipadoras, fomentan la cultura del pueblo, que debe y merece aprovechar a fondo ese empeño: no parecerse, ni en las faltas del lenguaje, a masas que la derecha arrastra o empuja, y prodigan inmunda grosería

Autor: Luis Toledo Sande

…y las manipula, las capitaliza, las financia y, llegado el momento, las inventa. Así, y más, podría extenderse el título del presente texto, pero se dificultaría el emplane, y nada especial se requiere para mencionar dos verdades de la derecha, entre otras: las maniobras con que ella pretende y a menudo logra coyundear el pensamiento de multitudes, y la rabia que pone intentando hacer creer que tiene la razón histórica y moral que le falta.

En un lugar de La Mancha cuyo nombre no es preciso recordar, durante una de esas reuniones en que se discute sobre Cuba a partir de falsedades difundidas por medios capitalistas, algunas personas arremetían contra «el régimen dictatorial» de este país. Una prestigiosa y elegante académica, que suscitaba atención, dijo: «Como dictador, Fidel es muy torpe».

Un contertulio, que buscaba arrimar fuego a su sardina, le preguntó: «¿Por qué dices eso de Castro?», y ella respondió: «Un dictador aprovecha la incultura del pueblo, no le propicia educación. De eso sabía Franco, que impuso oscurantismo, tinieblas. En Cuba, donde se erradicó el analfabetismo y la educación está priorizada, la mayoría apoya a Fidel, a la Revolución. Si no fuera así, se rebelaría. He estado allí y he respirado esa realidad».

No viene al caso extenderse en la continuación de aquel coloquio, en el cual ningún argumento parecía bastar para moverles el magín a quienes aseguraban, sin más, que Cuba sufría una dictadura. Para ellos era democrática la transacción fabricada por Franco, con monarquía y todo, como sucesión de la tiranía que él ejerció hasta su muerte.

Calzada por intereses mezquinos, la ignorancia puede cabalgar sobre doctorados, y se vio en aquel coloquio. Pero tiene también, orgánicamente, expresiones de miseria mental, con sellos propios del lumpen.

Que el capitalismo, capitaneado por el poderío estadounidense, carece del menor fundamento moral lo certifican sus actos: explotación de trabajadores y trabajadoras, campañas electorales sucias, patrocinio de tiranías, derrocamiento de gobiernos democráticos, saqueos y masacres de pueblos, estratagemas como las aplicadas contra Venezuela, a la que roban como piratas que son y luego fingen que intentan salvarla con una falsa ayuda, incalificable de humanitaria.

Que ese sistema carece de razón histórica lo confirma hasta la rabia con que calumnia cuanto huela a afanes de justicia social. Lo que al respecto han dicho numerosas personas puede resumirse en lo sostenido por Fernando Buen Abad Domínguez en un artículo reciente: «Bastaría con escuchar el odio que inyecta la burguesía a sus denuestos contra el socialismo para deducir que algo muy bueno para los seres humanos implica terminar con la jerarquía de los opresores para ir a un sistema socialista capaz de erradicar el interés del capital sobre los seres humanos y erradicar todo el fardo individualista, racista, excluyente y opresor que nos ha amargado la existencia durante demasiado tiempo».

«Que el capitalismo, capitaneado por el poderío estadounidense, carece del menor fundamento moral lo certifican sus actos»

El «fardo» aludido en la cita recuerda La carga del hombre blanco, poema escrito a finales del siglo xix por Rudyard Kipling, escritor nacido en la India y que asumió la colonización británica.

En ese texto sublimó la supuesta misión civilizadora confiada por la providencia a Occidente: al capitalismo. Hoy tal falacia la sostienen poderosos medios desinformativos ayudados por la ignorancia de masas cosificadas por la corriente hegemónica, la de las fuerzas opresoras que manejan armas, dinero, tecnología y mentiras.

De tan sucios, esos medios no pueden lavar cerebros: los empuercan. Si no, cómo explicar la actitud de quienes los obedecen.

En Venezuela, un ejemplo, hay quienes piden que la invadan los Estados Unidos. ¿Creen que los matones imperiales distinguirán entre patriotas y traidores? ¿Será que, si son venezolanos, se hallan fuera de su país y están prestos a ver de lejos el «espectáculo» de la matanza de su pueblo?

Los ignorantes, ¿lo serán al punto de desconocer lo sucedido en Irak, Libia y Siria? Se menciona solamente una trinidad del terror todavía en marcha, pero podría citarse un expediente que ya cubre siglos, incluso dentro del hoy territorio estadounidense, donde la población originaria fue masacrada.

Tales ignorantes, ¿ciertamente existen, o son una invención de las fuerzas imperiales y sus siervos para simular el apoyo que el imperio proclama tener?

Quizás haya de todo eso en el amasijo de opiniones furibundas contra la Venezuela bolivariana y cuanto, como ella, desafíe los designios imperiales.

Sin descartar que existan «ilustrados» de baja catadura moral, universitarios endiablados que en su egoísmo han entregado el alma al diablo, la nota más grotesca la dan quienes exhiben la peor estofa. A veces se diría que son enfermos mentales y, más que mala ortografía, tienen una heterografía espantosa, además de disfrutar su amargura usando el lenguaje más soez.

Si no fuera por las actitudes criminales que respaldan, a cualquier persona de buena voluntad podría darle por salir corriendo para enseñarles siquiera las más elementales normas de gramática, ortografía y sintaxis, y algo de urbanidad.

Pero ¿se les enderezaría con eso el alma? ¿Será que, en busca de «éxito», se someten laboralmente como esclavos a los poderosos hasta no tener tiempo ni para enterarse de lo más relevante de su entorno?

En eso hizo pensar la verborragia escatológica lanzada contra dos recientes videos que circulan en las redes.

Uno de ellos contiene lúcidas advertencias de la novelista Isabel Allende contra una posible intervención estadounidense en Venezuela, y algunos de sus patéticos impugnadores la acusaron de obedecer a ideales socialistas, porque la creyeron hija del presidente chileno Salvador Allende, derrocado por un plan que la cia orquestó.

«En Venezuela, un ejemplo, hay quienes piden que la invadan los Estados Unidos. ¿Creen que los matones imperiales distinguirán entre patriotas y traidores?»

De tan ignorantes, hasta se perdieron la ocasión de citar a la Isabel Allende que, hija en efecto del digno político chileno, traicionó la memoria de su padre y calumnió a la Venezuela bolivariana.

Otro video plasma declaraciones contra el aberrado Donald Trump emitidas por relevantes figuras del cine de su país: entre otras, los actores Meryl Streep y Robert de Niro, a quienes sus atacantes acusaron de resentidos e incapaces de apreciar la grandeza del césar por ser artistas fracasados que solo han conseguido papeles secundarios.

¿Llegarán algún día los frenéticos defensores del imperio a percatarse del ridículo que han hecho?

La verdad es que sus maestros desbarran sin temor al papelazo. Lo ha hecho Michael Pompeo al decir que Cuba es el verdadero poder imperialista en Venezuela, ¡y va y logra que algunos finjan creerle, o hasta le crean! A cualquier sistema debería apenarlo necesitar voceros con tal catadura. Pero ¿tiene el imperio el decoro necesario para avergonzarse de sus ignominias? Si lo tuviera, ¿sería el imperio que es?

Semejante realidad tiene hasta el peligro de que la izquierda llegue a creer que, dada la razón moral que le certifica el hecho de tener enemigos tan bajos, no necesita erradicar sus propias deficiencias y librarse de errores que, aparte de ser dañinos en sí mismos, den pretextos a sus enemigos para atacarla.

Aunque, para mentir, el imperio y sus medios no necesitan nada más que su desvergüenza: son expertos en fabricar calumnias.

La izquierda, y los sectores populares que la defienden y se sienten representados en ella, han de saber que los opresores manipulan la ignorancia de las personas que se les pliegan, y las dejan hundirse en la abyección.

«Las revoluciones verdaderas, emancipadoras, fomentan la cultura del pueblo, que debe y merece aprovechar a fondo ese empeño»

Pero no basta confiar en la eficacia de las consignas revolucionarias como expresión, estilo divino, del peso de la justicia. Lula, por ejemplo, no debe estar tras las rejas, pero suponer que su reclamada liberación hablaría de un Brasil democrático sería ingenuo.

Para el fascismo brasileño, excarcelar al popular político injustamente preso pudiera ser una maniobra para neutralizarlo por completo –si no lo asesina antes–, y una operación de autolimpieza.

Las revoluciones verdaderas, emancipadoras, fomentan la cultura del pueblo, que debe y merece aprovechar a fondo ese empeño: no parecerse, ni en las faltas del lenguaje, a masas que la derecha arrastra o empuja, y prodigan inmunda grosería.

Indigna ver cómo cómplices de la posible invasión de Venezuela por los Estados Unidos llevan en sus cuerpos y en su alma –si la tienen– la bandera de la potencia agresora, y queman la de Cuba. Dime qué haces, y te diré cómo eres.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.