Fondi della CIA in America Latina

Martín Pastor,Internationalist 360°, http://aurorasito.altervista.org

L’influenza della CIA in America Latina non è un “richiamo di sinistra”, è onnipresente e ignorarlo rappresenta una vera minaccia per la sovranità nazionale e la continuità dei governi progressisti nella regione. Nel 2018, una delle sue diramazioni, la National Endowment for Democracy (NED) raccolse oltre 23 milioni di dollari USA per intromettersi negli affari interni dei principali Paesi latinoamericani, sotto la scusa dei “diritti umani”, “democrazia” e “imprenditorialità”.

Un viaggio nella memoria del NED

Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti assunsero l’autoproclamata lotta al comunismo nel nuovo mondo bipolare. L’Ufficio dei servizi strategici dei tempi di guerra divenne Central Intelligence Agency (CIA) nel 1947, e il resto è storia mentre la politica interventista entrò in vigore, specialmente in America Latina. Operazioni segrete, estromissione di governi democraticamente eletti, incitamento alle rivolte e sostegno a compagnie transnazionali furono la ruota del mulino, tutte giustificate dalla lotta all’influenza comunista nella regione. Ciò si intensificò quando la Rivoluzione cubana scosse il mondo nel 1959, ispirando nuove rivoluzioni nel sud globale. Quando fu rivelato alla fine degli anni ’60 che alcune organizzazioni di volontari statunitensi (PVO) ricevevano finanziamenti segreti dalla CIA per intervenire in nazioni straniere, l’amministrazione Lyndon B. Johnson concluse che tali finanziamenti dovessero cessare, raccomandando l’istituzione di “un meccanismo pubblico-privato” per finanziare apertamente le attività all’estero. Il congressista Dante Fascell (D, FL), poi co-fondatore del NED, presentò una legge nell’aprile 1967 per creare l’Institute of International Affairs, un’iniziativa che autorizzerebbe finanziamenti espliciti per ciò che gli Stati Uniti chiamavano “democrazia” da esportare, ma non passò. Tuttavia, gli anni ’70 imposero un cambiamento nella CIA e successivamente nel mondo. Nel 1974, l’ex-specialista e informatore della CIA Victor Marchetti pubblicò un libro che rivelava tutti i segreti e le operazioni clandestine compiute dall’agenzia. Nello stesso anno, il giornalista del New York Times Seymour Hersh riportò una serie di storie riguardanti lo spionaggio interna massiccio della CIA. E un anno dopo, l’ex-agente Phillip Agee avrebbe aggiunto alla controversia un libro che trattava della sua opera d’intervento ed influenza nella politica latinoamericana. Le proteste portarono alla Commissione Rockefeller, al “Rapporto” Pike e al Comitato Church, che indagarono sul lavoro della CIA. “Non dovremmo fare questo tipo di lavoro segretamente”, disse l’attuale presidente della NED Carl Gershman, nel 1986, aggiungendo che “sarebbe terribile per i gruppi democratici di tutto il mondo essere visti sovvenzionati dalla CIA. L’abbiamo visto negli anni ’60, ed è per questo che fu interrotto. Non avemmo avuto la capacità di farlo, ed è per questo che fu creata la dotazione”. L’Agenzia dovette riformarsi per continuare il programma interventista. Così nel 1982, in un importante discorso sulla politica estera tenuto a Westminster Palace, al parlamento inglese, il presidente Ronald Reagan annunciò la creazione di un’entità statunitense che avrebbe favorito l’ideologia liberale, l’economia di mercato (neoliberismo) e la “democrazia” statunitense. Col denaro dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale (USAID), un programma governativo raccomandò l’istituzione di una società bipartisan senza scopo di lucro, nota come National Endowment for Democracy (NED). Nel 1983, la nuova organizzazione fu creata e la CIA ebbe un nuovo modo d’inviare fondi nei Paesi che non erano d’accordo con la politica degli Stati Uniti. “Molto di quello che facciamo oggi fu fatto in modo nascosto 25 anni fa dalla CIA”, disse il cofondatore della NED Allen Weinstein nel 1991. Poiché le principali ideologie di partito erano meno allettanti negli anni ’80, la caduta del blocco sovietico rappresentò l’opportunità e le condizioni perfette per il lavoro della NED. La società civile divenne un nuovo attore politico, attraverso organizzazioni non governative (ONG), e come in tempo di guerra, essa divenne il “cavallo di Troia” della CIA accettando denaro per influenzare partiti politici, sindacati, movimenti dissidenti e media in decine di Paesi. Per questo, la NED ospita quattro organizzazioni che materializzano l’azione. Il primo è il Centro americano per la solidarietà sindacale internazionale (ACILS) affiliato al sindacato statunitense, ora Centro di solidarietà, incaricato di infiltrare e influenzare i sindacati dei lavoratori. Il secondo, sostenuto dalla Camera di commercio degli Stati Uniti, è il Centro per le imprese private internazionali (CIPE), incaricato di affermare il potere di magnati aziendali e industriali. Ultimi ma non meno importanti, l’Istituto Democratico Nazionale per gli Affari Internazionali (NDI) e l’Istituto Repubblicano Internazionale del Partito Repubblicano (IRI), entrambi incaricati di colludere con partiti e movimenti locali di sinistra e destra, rispettivamente. Tutti ricevono i finanziamenti dalla stessa borsa. Figure infami come Henry Kissinger, Zbigniew Brzezinski, Paul Wolfowitz, Madeline Albright, tra gli altri ne furono consiglieri di amministrazione; e anche ora la principale voce del cambio di regime in Venezuela, Elliot Abrams è elencato nel CdA, ma “in congedo”. Vi sono innumerevoli strategie che il NED usa per intromettersi nei Paesi: fornitura di fondi, know-how tecnico, formazione, materiali didattici, regali, conferenze, viaggi di supervisione, materiali d’ufficio, quello che volete. Questi sono canalizzati direttamente da NED o terze parti a gruppi politici scelti, ONG, sindacati, movimenti dissidenti, gruppi di studenti, editori, e ciò che chiamano media “indipendenti”. Tali programmi mirano a esercitare un’influenza direttamente in un paese sostenendo una certa agenda economico-politica, intervenendo nei processi elettorali e nei mass media. O indirettamente facendo pressioni sulla società civile per far credere che l’ideologia del libero mercato e il gergo del neoliberismo siano la strada per la democrazia e i diritti umani. E lo fanno da 36 anni. Quindi la relazione sulla sovvenzione del 2018 non è una sorpresa, ma un’opportunità per vedere chi è nella “bella lista” della CIA.

Venezuela

Nel 2018, 2,4 milioni di dollari furono destinati al Venezuela. Tuttavia, è l’unico Paese nella regione in cui i destinatari non sono resi pubblici. I programmi sono descritti come educazione civica, osservatori dei diritti umani e vaghe parole chiave liberali come empowerment, libertà, democrazia e valori democratici. Eppure i giornalisti Max Blumenthal e Dan Cohen scrissero nel gennaio 2019 un ampio articolo investigativo che spiegava come il legislatore dell’opposizione Juan Guaido, che si è dichiarato presidente ad interim in Venezuela col sostegno degli Stati Uniti e dei suoi alleati, sia un prodotto dei finanziamenti del NED. Il 5 ottobre 2005, cinque “capi studenteschi” venezuelani arrivarono in Serbia per iniziare l’addestramento all’insurrezione, per gentile concessione del Centro per le azioni e strategie non violente finanziato dal NED (Canvas). Secondo le e-mail interne trapelate dalla società d’intelligence Stratfor, Canvas “potrebbe anche aver ricevuto finanziamenti e addestramento dalla CIA durante la lotta anti-Milosevic nel 1999/2000”. Passarono due anni, nel 2007, quando Guaido si laureò e si recò a Washington, DC per iscriversi al Governance and Political Management Program alla George Washington University, sotto la guida del neoliberista economista venezuelano Luis Enrique Berrizbeitia. Fu creata la classe “Generation 2007”, con altri come Yon Goicoechea e David Smolansky. I finanziamenti iniziarono a riversarsi. In un rapporto del 2010 del think tank spagnolo Fride Institute, finanziato dal World Movement for Democracy (un progetto NED), rivelava che l’opposizione venezuelana riceveva finanziamenti di ben 40-50 milioni di dollari l’anno, il che dimostra che i finanziamenti NED sono solo una delle strategie per sostenere le operazioni clandestine. Nel 2014, gli stessi “capi degli studenti” crearono le guarimbas, movimento antigovernativo guidato dagli studenti accusati di violenze, esacerbare il caos, e pochi anni dopo Guaido divenne l’ultima pedina nella trama interventista degli Stati Uniti in Venezuela.

Cuba

La premessa è molto simile per Cuba. Nel 2018, 4,7 milioni di dollari furono dirottati verso movimenti e ONG anti-cubani. Nel caso dell’isola, ci sono principalmente ONG con sede negli Stati Uniti secondo lo statuto 501 (c) (3) senza scopo di lucro, che strategicamente escogitano i loro piani per influenzare i media locali, le percezioni internazionali e i sindacati. Sull’infiltrazione sindacale, il Gruppo internazionale per la responsabilità sociale delle imprese a Cuba è dedito alla promozione del libero sindacalismo nel tentativo di minare l’Unione dei Lavoratori di Cuba (CTC). Tuttavia, è una strategia ricorrente nell’America Latina avere i media sul libro paga, in questo Paese: CubaNET, Diario de Cuba, HyperMedia, Cartel Urbano, tutti che si spacciavano come “indipendenti”, ma che erano finanziati dal governo degli Stati Uniti. Ci sono anche istituti e gruppi di riflessione come la Fondazione per i diritti umani a Cuba, l’Unione culturale latinoamericana (LACU), Centro per una Cuba libera, Istituto cubano per la libertà di stampa ed espressione, Osservatorio Cubano dei Diritti Umani, Programma Società libera, spa e Direzione democratica cubana. Quest’ultima si autodefinisce ONG che “appoggia il movimento per i diritti umani a Cuba”, ma mostra con orgoglio sulla homepage del sito una foto del loro capo Orlando Gutierrez-Boronat col presidente brasiliano di estrema destra Jair Bolsonaro e suo figlio. Un altro approccio consiste nel finanziare le organizzazioni per influenzare la percezione internazionale. In questa categoria spicca l’Istituto internazionale della stampa e società, l’Associazione slovacca per i pericoli, il Centro spaziale pubblico cileno, l’Istituto internazionale per la segnalazione di guerra e pace, Christian Solidarity International, Innovazione e investigazione fattuale messicana, Fondazione colombiana ProBono, Istituto per lo sviluppo e la comunicazione uruguaiano, Università Colombiana Sergio Arboleda, Centro Studi Istituzionali dell’Iberoamericano, Associazione Giovanile Messicana per le Nazioni Unite e Istituto per la Libertà peruviana, che dichiara apertamente affiliazione economica e politica liberale, riunisce giovani della classe media peruviana e latinoamericana per indottrinarli in un programma chiamato “Free Citizens Academy”, e in seguito inviati sull’isola.

Nicaragua

La lista non può essere completa senza il terzo membro ufficiale di quello che il Consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha soprannominato “Troika della Tirannua”, per giustificare gli interventi paralleli in Venezuela e Cuba. Nel 2018, il Nicaragua ottenne 1,3 milioni di dollari. Tuttavia, per questo Paese, Washington aveva bisogno di impegnare i finanziamenti uno per uno, costruendo apertamente la rete per rovesciare il Presidente Daniel Ortega. Uno dei maggiori destinatari è la Fondazione iberica-americana delle culture (Fibras) fondata nel 2000, e dal 2006, secondo il loro suo sito, sostiene la “cultura democratica”. La Fondazione ha ricevuto finanziamenti da NED, IRI, NDI e USAID; denaro che usa per sponsorizzare il Movimento di opposizione del Nicaragua (MpN). La Fondazione delle culture iberico-americana ha sede in Spagna, ma ha filiali in tutta l’America Latina. Dall’inizio dell’amministrazione Ortega nel 2007, il MpN ha organizzato una moltitudine di proteste contro il governo. Dal 2018, sono gli attori principali nelle manifestazioni contro il governo di Ortega che scossero il Paese, unendosi ad altri come Let’s Do Democracy e International Institute of Strategic Studies and Public Policies (IEEPP). Nel dicembre 2018, in un processo contro Cristian Mendoza, alias Viper, accusato di organizzare azioni violente nelle proteste, l’imputato affermò che l’attuale direttore dell’IEEPP, Felix Maradiaga, e di Let’s Do Democracy, Luciano Garcia, erano i principali capi dei gruppi criminali, in cui Viper fu coinvolto, che occuparono violentemente l’Università Politecnica del Nicaragua durante aprile, maggio e giugno di quell’anno. L’imputato aggiunse che i due accusati distribuivano opuscoli intitolati “Strategia per salvare la democrazia in Nicaragua”, che conteneva linee guida su come creare instabilità per rovesciare il governo. Tali proteste a livello nazionale iniziarono contro la riforma della sicurezza sociale del governo, in seguito ritirata, che mirava a distribuire gli oneri finanziari tra imprese e lavoratori, evitando così la privatizzazione del servizio. Tuttavia, sin dall’inizio, il settore privato non era contento. Il Consiglio superiore delle imprese private (Cosep) respinse le misure sostenendo che generavano “incertezza e limitavano la creazione di posti di lavoro nel settore privato”. Sui finanziamenti NED, il Centro per le Imprese private internazionali (CIPE) ebbe la fetta più grossa in Nicaragua, 230000 dollari. Il malcontento sospinto dai privati fu salutato da ONG come MpN, IEEPP e Let’s Do Democracy. Le proteste erano simili a quelle del Venezuela, tra cui violenza estrema, armi artigianali, strategia delle notizie false sui social media, distruzione sistematica di proprietà pubbliche e private e dispiegamento di celebrità locali, azioni descritte dal governo e sostenitori come un tentativo di colpo di Stato. Un altro destinatario dei fondi NED è la Commissione permanente dei diritti umani del Nicaragua (CPDH), fondata nel 1977, e parte di un triumvirato di organizzazioni per i diritti umani create dagli Stati Uniti. Gli altri due, Associazione nicaraguense per i diritti umani (ANPDH) dal 1986 e Centro per i diritti umani del Nicaragua (CENIDH), legati al Movimento di rinnovo sandinista- sono tutti direttamente collegati al vescovo di estrema destra dell’opposizione Juan Abelardo Mata. Nella sempre presente categoria dei media, la società privata Invermedia ha ricevuto finanziamenti. Essa appartiene al giornalista d’opposizione Carlos Fernando Chamorro Barrios, figlio dell’ex-presidentessa Violeta Barrios de Chamorro. Quando Chamorro fu eletta, George HW Bush rimosse l’embargo che Ronald Reagan impose durante il governo sandinista e promise aiuti economici al Paese.

Bolivia

Mentre le elezioni presidenziali si avvicinano, il 20 ottobre, il Paese andino non può essere escluso dalla lista. Nel 2018, ha ricevuto 908832 dollari. Circa il 47% di questa somma fu utilizzata, senza destinatari, dall’Istituto Repubblicano Internazionale del Partito Repubblicano, incaricato di finanziare i partiti di destra, e dal Centro per le Imprese private internazionali, incaricato di finanziare la camera di commercio e l’industria privata. Il resto delle borse di studio sono divise in tre categorie: ONG sul sistema giudiziario, media e think tank. Nella prima categoria si possono trovare le ONG MicroJustice Bolivia, Build Foundation, Osservatorio per i diritti umani e Rete Giustizia e costruzione in Bolivia. I media locali, come al solito, sono il solito beneficiario. Qui, tuttavia, non si autoproclamano “indipendenti”, ma sono l’Agenzia di stampa Fides, la più antica della Bolivia, e anche la Fondazione per il giornalismo. Infine, il più critico pensatoio contro l’amministrazione Morales, la Fondazione Millenium è tra i destinatari. Tali organizzazioni, pensatoi e media si trovano in tutti i Paesi nell’elenco ufficiale del NED.

Già nel 2016, teleSUR riferì come la CIA operava in Ecuador, attraverso NED e altre organizzazioni. Ora gli stessi destinatari sono ancora nella lista, quelli che apertamente si opposero all’ex-Presidente Rafael Correa e altri che si travestono da ONG “per i diritti umani”. Un altro caso è l’influenza nel processo elettorale ad Haiti che può essere visto dalla quantità di denaro destinata a tale causa nel Paese. Lo stesso si può dire del resto della lista. Ora, per definirli tutti “agenti” sarebbe un equivoco, legato a una mentalità da Guerra Fredda. E anche se la CIA continua a reclutare talpe e agenti, le loro tattiche sono cambiate poiché l’obiettivo principale è influenzare e creare un “buon senso” senza essere visti intervenire, o come diceva Johann von Goethe: “il migliore schiavo è colui che pensa di essere libero”.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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