Vilma, straordinaria combinazione di fermezza e sensibilità

«La vedo sempre nella mia sala dove si era seduta e metto fiori tutti i giorni davanti a questa foto, con il suo bel sorriso, questi fiori che piacevano di più, che coltivo nel mio giardino con il doppio amore di una madre e di una figlia», ha raccontato la maggiore Esther Torres Copello.

Santiago di Cuba – «Per me Vilma è presente in ogni fiore del giardino che, pur con tutte le sue grandi responsabilità aveva creato qui nella Sicurezza Personale del Ministero degli Interni  (Minint)», riferisce la maggiore Esther Torres Copello, ricordando la sensibilità dell’eroina della lotta clandestina e guerrigliera Vilma Espín Guillois.

Cuca, così la chiamavano tutti affettuosamente, includendo in modo speciale il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz che come l’indimenticabile Vilma, quando qualcuno la chiamava con il suo nome completo, diceva semplicemente : «Cuca, Cuca la negra e già».

La stessa umiltà di prima del trionfo della Rivoluzione, quando la dura vita nel villaggio de la Gran Piedra le impose  di scendere a Santiago di Cuba, per aiutare a mantenere  la famiglia, l’ha accompagnata sino all’ultimo respiro, una settimana fa.

Fu così nonostante la sua vicinanza a Vilma e a Raúl e non uscì mai dalle sue labbra una parola su tutto questo, eccetto quando, dopo molta insistenza per la  scomparsa fisica  della combattente clandestina, raccontò della sua vita con lei in «Vilma es como una flor», in occasione del 50º anniversario della Federazione delle Donne Cubane.

LEI, COME LA BOUGONVILLE

«Lei era una donna straordinaria –commentava con frequenza–, di tremendo coraggio e singolare dolcezza, la vedo sempre nella mi sala, dove si era seduta e metto fiori tutti i giorni davanti a questa foto, con il suo bel sorriso, questi fiori che piacevano di più, che coltivo nel mio giardino con il doppio amore di una madre e di una figlia», Cuca ricorda d’aver visto per la prima volta l’eterna presidente della Federazione delle Donne  Cubane nel 1958, quando per realizzare riunioni con Celia Sánchez, Asela de los Santos, Electra Fernández e altre combattenti clandestine, la giovane rivoluzionaria frequentava la casa dove lei lavorava come domestica.
Ma fu solo dopo il trionfo della Rivoluzione che, mentre lavorava in Benessere Sociale, l’istituzione attraverso la quale Vilma assisteva le persone umili e vittime della guerra,  si scambiarono le prime parole e iniziarono una relazione che dopo la sua integrazione nel 1972, in Sicurezza Personale, si approfondì in maniera speciale.

«Nella sede santiaghera di questo organo del Minint lei aveva creato un roseto molto bello e lo aveva circondato di califas verdi, alle quali io avevo intercalato   bougonville, che fiorirono in bianco, lilla e rosso.

Lo vide in un delle sue visite e le piacque molto, e mi fece mille domande per sapere quante piante e fiori conoscevo», ricorda.

«Pur essendo tanto ferma, come nella guerra e nella sua dedizione alla nostra organizzazione femminile, possedeva una sensibilità squisita  e un grande amore per la natura, soprattutto per i fiori. Le piacevano le rose, le orchidee ed era attratta singolarmente  dalle bougonville. Lei era come i fiori di questa pianta, credo, perché i bianchi sono la purezza e i rosa la tenerezza.

«Non è per caso che in diverse occasioni la sentii  dialogare con il nostro amato Comandante Almeida, che nei suoi anni di dirigente nell’allora provincia d’Oriente, aveva dato priorità alla semina delle bougonville che, secondo lui rappresentavano anche sicurezza e bellezza, perché oltre ad essere ornamentali possiedono eccellenti condizioni per recinti perimetrali».

A questi  attributi, Cuca aveva aggiunto che questo arbusto necessita poca acqua e cresce meglio dove il sole è più forte: «Come succede qui a Santiago di Cuba, dove, realizzando i desideri di Vilma, la sua presenza crescente potrà far sì in un futuro vicino che la città appaia come un giardino».

NON AVREI MAI IMMAGINATO QUELL’AMICIZIA 

«Vilma è stata la cosa più grande che ho avuto nella vita, ha sottolineato, perché essendo una negra povera del villaggio della Gran Piedra, non avrei mai immaginato che avrei vissuto un’amicizia così speciale. Per questo, perché sia sempre presente, nel suo roseto quando il sole è più forte, le bougounville presentano 11 tonalità di colori differenti».

Non è difficile immaginare il sentimento di Vilma verso chi condivise con lei lunghe chiacchierate sulla coltivazione dei fiori e di altre piante ornamentali, che restò al suo fianco nei giorni della sua malattia, con un carattere allegro e familiare, che seppe conquistarsi la fiducia e l’amore di Raúl, dei suo figli e dei suoi nipoti.

Quando ha parlato con Granma del momento in cui Vilma le chiese di aiutarla a seminare vicino al monolito che nel Mausoleo del Secondo Fronte Frank País avrebbe poi custodito le sue ceneri, le felci le orchidee, le bougonville e altre specie che desiderava avere là, Cuca ha chiesto che non l fotografassero, perchè se Raúl la vedeva in lacrime si sarebbe rattristato.

In questo luogo sacro non ha mai smesso di portare fiori nel giorno della nascita e della morte di Vilma ed anche in altre date significative della sua vita; per questo il 26 gennaio scorso apparve vestita di verde olivo per offrire quel mazzo di fiori per i 60 anni di matrimonio di Vilma con Raúl, che le avevano raccomandato e  mi aveva confidato che ci sarebbe stato un nuovo incontro il 7 aprile… ma non è stato possibile.

Forse per questo, sapendo la notizia del suo decesso, oltre ad inviarle una corona di fiori assieme a quella del Presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez, dicono che il Generale d’Esercito ha chiesto che offrissero “molti fiori, molti fiori”, sapendo forse che chi aveva descritto Vilma  come un fiore, era composta ugualmente di questa magica chimica di petali e fragranza.

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