La Grande Strategia USA: dalla Guerra Fredda all’attacco al Venezuela
Dopo la II Guerra Mondiale, la Grande Strategia USA si basò sulla contenzione del presunto “espansionismo sovietico”. Nella cosiddetta “Dottrina Truman”.
Benché gli USA persero due guerre (Corea e Vietnam), alla fine degli anni ’80 ottenne la sua vittoria finale nella cosiddetta Guerra Fredda. Impose quindi un disegno del mondo unipolare, dove la maggior parte dei paesi passarono ad essere un semplice “serbatoio” di risorse naturali per le sue corporazioni.
Senza il contrappeso sovietico, gli USA si lanciarono alla distruzione di ogni ostacolo politico a tale obiettivo. Non per caso la maggior parte dei paesi invasi o aggrediti sono state nazioni petrolifere con governi disobbedienti a Washington: Iraq, Libia, Siria, Iran…
Nel 2017, Mike Pompeo, ex presidente di Sentry International, fabbricante di macchinari per l’industria petrolifera, è stato nominato direttore della CIA. Un anno dopo, come Segretario di Stato, creò l’Ufficio di Risorse Energetiche, il cui obiettivo è prendere il controllo del mercato mondiale degli idrocarburi.
Da qui l’attuale attacco contro il Venezuela che, al conseguire il suo obiettivo di impiantare un governo burattino, darebbe agli USA la chiave per pilotare la politica dei prezzi nell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio.
Per questo sono anche le sanzioni, misure coercitive e ricatti ad aziende e governi di tutto il mondo, che cercano di impedire il commercio petrolifero di Iran e Russia. O le pressioni verso l’Unione Europea affinché questa rinunci al gasdotto russo Nord Stream 2.
Nel mentre, sulla stampa internazionale, sappiamo già a chi assegnano il ruolo dei cattivi in questo “film del mondo alla rovescia”.
La Gran Estrategia de EEUU: de la Guerra Fría al ataque a Venezuela
Tras la Segunda Guerra Mundial, la Gran Estrategia de EEUU se basó en la contención del supuesto “expansionismo soviético”. En la llamada “Doctrina Truman”.
Aunque EEUU perdió dos guerras (Corea y Vietnam), a finales de los años 80 obtuvo su victoria final en la llamada Guerra Fría. Impuso entonces un diseño de mundo unipolar, donde la mayoría de países pasaron a ser un simple “tanque” de recursos naturales para sus corporaciones.
Sin el contrapeso soviético, EEUU se lanzó a la destrucción de todo obstáculo político a ese objetivo. No por casualidad la mayor parte de países invadidos o agredidos han sido naciones petroleras con gobiernos desobedientes a Washington: Irak, Libia, Siria, Irán…
En 2017, Mike Pompeo, ex presidente de Sentry International, fabricante de maquinaria para la industria del petróleo, fue nombrado director de la CIA. Un año más tarde, como Secretario de Estado, creó el Buró de Recursos Energéticos, cuyo objetivo es tomar el control del mercado mundial de los hidrocarburos.
De ahí la actual arremetida contra Venezuela que, de conseguir su objetivo de implantar un gobierno títere, daría a EEUU la llave para pilotar la política de precios en la Organización de Países Exportadores de Petróleo.
Para ello son también las sanciones, medidas coercitivas y chantajes a empresas y gobiernos de todo el mundo, que tratan de impedir el comercio petrolero de Irán y Rusia. O las presiones a la Unión Europea para que esta renuncie al gasoducto ruso Nord Stream 2.
Pero mientras, en la prensa internacional, ya sabemos a quiénes asignan el papel de villanos en esta “película del mundo al revés”.