Prendendo l’Argentina ed il Brasile come riferimento, la destra ha come unico programma ed obiettivo la distruzione dei Paesi, del loro patrimonio nazionale, dei diritti dei lavoratori, delle politiche sociali, delle politiche di sovranità estere. Cerca soltanto di ridurre il profilo dei nostri Paesi, affinché la politica estera statunitense torni a predominare, in modo totale, nel continente.
Prendiamo la situazione di questi Paesi 5 o 10 anni fa e compariamola con ciò che vivono adesso per chiarire che tipo di alternativa ha la destra per questi Paesi e, di conseguenza, per gli altri del continente che vuole governare.
I Kirchner hanno tolto l’Argentina dalla peggiore crisi della sua storia, facendo in modo che l’economia tornasse a crescere, ottenendo che l’esclusione sociale diminuisse in modo significativo, e gli argentini tornassero a inorgoglirsi del loro Paese ed a credere in un futuro migliore per l’Argentina.
Lula ha condotto il periodo più virtuoso della storia brasiliana, dopo essere stato il Paese più diseguale nel continente, più iniquo sulla scala mondiale nella guerra alla fame ed all’esclusione sociale. Ha fatto in modo che l’economia brasiliana superasse la recessione ereditata da Cardoso e crescesse con politiche di distribuzione dei profitti. L’immagine del Brasile nel mondo non era mai stata tanto positiva.
In pochi anni, dall’inizio del governo di Macri e del governo di Temer, l’argentina e il Brasile sono cambiati radicalmente, in tutto, e sempre in peggio. Le economie dei due Paesi sono ritornate a recessioni simili a quelle che avevano avuto come risultato dalle politiche neo liberali degli anni ’90 e il prodotto interno lordo dei due Paesi cade in picchiata.
La struttura produttiva delle due economie si dissolve di fronte all’avanzata impetuosa del capitale finanziario. Le due economie sono dirette senza intermediari dai rappresentanti delle banche private, che smontano lo Stato e la struttura industriale che i due Paesi avevano costruito nei decenni.
I lavoratori e la popolazione non sono mai stati così senza protezione nei loro diritti. Sono decine di milioni di disoccupati strutturali, ormai senza speranza di riprendere i loro posti di lavoro. Sono sindacati debilitati nella loro capacità di negoziazione e di difesa dei diritti storici dei lavoratori. La grande maggioranza adesso non ha impiego formale né contratto e lavorano a cottimo a seconda delle necessità schiavizzanti del grande capitale. Le piccole e medie aziende illanguidiscono o semplicemente scompaiono, lasciando il posto ad economie totalmente controllate dal grande capitale monopolista, nel quale il potere del capitale finanziario privato è egemonico.
La disperazione e lo scoraggiamento sul destino dei Paesi e la vita della gente, tornano a imporsi. La proiezione internazionale della leadership dei presidenti di questi Paesi danno luogo alla vergognosa immagine, dentro e fuori i Paesi, dei loro presidenti. L’insuccesso dei governi arriva dopo il Successo dei governi che li hanno preceduti.
Per questo le destre argentina e brasiliana hanno messo mano a tutti i loro strumenti, legali e illegali, per far cadere governi popolari e democratici e riprendere il governo, per distruggere il patrimonio pubblico, per togliere diritti ai lavoratori e per finirla con le politiche di inclusione sociale.
Gli uruguaiani, argentini e boliviani hanno di fronte agli occhi quello che i governi di sinistra hanno fatto nei Paesi della regione, in confronto a quello che i governi di destra fanno in Paesi come Argentina e Brasile. Che futuro vogliono per i loro Paesi?
di Emir Sader da Cubadebate
traduzione di Marco Bertorello