Ancora un golpe tentato dalla destra in Venezuela. Ancora una sonora sconfitta per quella forze violente e reazionarie che nei fatti hanno mostrato di godere su uno scarso sostegno popolare. Al contrario della Rivoluzione Bolivariana.
Ma come ha fatto il governo venezuelano a fermare questo ennesimo tentativo di colpo di Stato ordito dall’opposizione telecomandata da Washington?
Sostanzialmente con tre mosse.
Contrastando le fake news diffuse ad arte per generare caos nel paese,
controllando i militari ribelli con il minimo uso della forza ed
invitando la popolazione a sostenere il presidente Nicolás Maduro.
Da subito, fin da quando l’autoproclamato presidente ad interim Juan Guaidó attraverso i social network ha annunciato «l’inizio della fase finale dell’Operación Libertad», ministri, funzionari del Governo, così come diversi leader del potere Legislativo, hanno iniziato a diffondere informazioni molto accurate con l’obiettivo di contrastare le fake news diffuse dai golpisti.
A questo proposito, spiccano i diversi tweet o le dichiarazioni del Ministro della Comunicazione e Informazione, Jorge Rodriguez, del Presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente (ANC), Diosdado Cabello, del ministro della Difesa Vladimir Padrino López e il procuratore generale Tarek William Saab.
Seguiti ovviamente dalle attività del presidente Maduro che tramite Twitter condannava il golpe, mentre al contempo inviava reparti scelti del corpo di sicurezza per sedare il gruppo di soldati ribelli che si trovavano nelle vicinanze della base militare di La Carlota.
Uso minimo della forza per controllare la manciata di militari golpisti
Il golpe è stato soffocato con un uso minimo della forza.
Il distributore di Altamira dell’autostrada Francisco Fajardo, che collega la base militare di La Carlota, è stato teatro dello scontro tra il pugno di militari a sostegno di Guaidó e gli ufficiali delle forze di sicurezza del governo venezuelano.
Le forze di sicurezza venezuelane hanno lanciato bombe lacrimogene contro i soldati ribelli che erano trincerati nella strada di Altamira e hanno offerto resistenza per alcune ore.
Maduro ha denunciato che i golpisti in risposta ai gas lacrimogeni hanno utilizzato armi, anche di grosso calibro, tra cui quattro mitragliatrici 7,62 mm di tipo AFAG.
Il popolo rivoluzionario scende in piazza
Nello stesso momento in cui le forze armate bolivariane sono state convocate per fermare il gruppo golpista, le autorità venezuelane hanno fatto appello al popolo a scendere in piazza per sostenere il governo di Maduro.
In questo modo, il popolo rivoluzionario si è concentrato nei pressi del palazzo presidenziale formando una sorta di cordone umano per difendere il governo del presidente Nicolás Maduro e respingere il colpo di Stato.
Maduro marcia insieme ai militari a Caracas
Conferma forte dell’unione civico-militare. La migliore risposta della Rivoluzione Bolivariana al nuovo tentativo di golpe della destra venezuelana telecomandata da Washington.
Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, ha marciato con i militari e invitato le forze armate del Venezuela alla coesione, alla massima unità intorno pace e la difesa della Costituzione e della democrazia venezuelana, con la massima lealtà verso il paese di Simón Bolívar.
«Davanti mondo intero la FANB deve dare una lezione storica. In Venezuela abbiamo una forza armata conseguente, leale, coesa, unita come non mai per sconfiggere i tentativi di golpe dei traditori venduti ai dollari di Washington».
Il presidente ha inoltre sottolineato l’importanza che la FANB si msotri al popolo ancora più unita, disciplinata e subordinata al dettato costituzionale, «sempre più obbediente ai principi e ai valori, come una Forza Armata di pace, democratica, costituzionale, bolivariana, sempre più socialista, anti-imperialista.
Nessuno può avere paura, è tempo di difendere il diritto alla pace», ha insistito Maduro.
Nel suo discorso alla FANB, il presidente Maduro ha voluto rendere omaggio alla massiccia partecipazione del popolo rivoluzionario il 1° maggio in per la Giornata Internazionale del Lavoro, che ha descritto ancora una volta monumentale, ed ha messo in guardia sulle ambizioni dei golpisti.
Tuttavia, ha infine ricordato che l’80% degli ufficiali e dei soldati presenti ha lasciato i leader golpisti da soli dopo aver capito di essere stati portati sul posto con l’inganno.