Rosa Miriam Elizalde, Flor de Paz, Victor Martínez
Quando il giornale The New York Times ha pubblicato, il 17 marzo 2019, un articolo sui medici cubani in Venezuela, era già in corso l’operazione del governo Trump contro la cooperazione internazionale che Cuba offre.
The New York Times non aveva prestato attenzione al lavoro dei medici cubani in Venezuela nonostante che da circa venti anni decine di migliaia abbiano prestano servizio in quel paese; un notevole contributo che ha avuto ripercussione nel miglioramento degli indicatori sanitari della popolazione. Il giornale ha usato come fonti principali alcuni medici cubani che hanno abbandonato la loro missione in quel paese sudamericano, che hanno accusato il governo del Venezuela di usare i medici cubani ed i servizi sanitari cubani per fare pressione sui votanti.
Il Ministro della Sanità Pubblica di Cuba (MINSAP), José Ángel Portal, ha dichiarato nel suo account Twitter: “Non è accettabile che si metta in discussione la dignità, la professionalità e l’altruismo degli oltre 400 mila collaboratori cubani che hanno compiuto missioni in 164 paesi, portando la migliore conoscenza e la più elevata prestazione integrale.”
Meno di una dozzina di medici, di dubbia credibilità, non sono sufficienti ad offuscare l’eccellente traiettoria di decine di migliaia.
Secondo i dati statistici del MINSAP consultati, attualmente i collaboratori cubani della salute prestano servizio in 67 paesi e nella “schiacciante maggioranza delle missioni compiute, le spese sono state sostenute dal governo cubano. Allo stesso modo, 35613 professionisti della salute, di 138 paesi, sono stati formati, gratuitamente, a Cuba”, affermano fonti di quel Ministero.
Macchinario da guerra sporca
Durante quasi sei decenni di attività dei professionisti della salute cubani, lavorando in tutte le regioni del mondo, per la prima volta si è formulata una calunnia di tale portata, che utilizza come portavoce il de The New York Times.
“Questa calunnia si articola sulla base di un numero minuscolo di falsi testimoni e piena delle più immaginarie, fantasiose e ripugnanti menzogne, strettamente legate alla campagna USA contro il Venezuela che riposa nell’uso della menzogna”, ha commentato, a Dominio Cuba, Eugenio Martínez Enríquez, Direttore Generale dell’America Latina e dei Caraibi del Ministero degli Affari Esteri (MINREX) di Cuba.
Ancora una volta, le agenzie governative USA mettono in moto “notizie” per preparare le condizioni di un’azione offensiva e su larga scala, come quella che ha intessuto, ad aprile, il Consiglio di Sicurezza Nazionale USA contro il Venezuela: cercare di ostacolare e screditare la cooperazione internazionale medica di Cuba, che ha un esemplare foglio di servizio e riconoscimenti in tutto il mondo.
Il macchinario già era scatenato quando, il 17 aprile 2019, John Bolton, consigliere per la Sicurezza Nazionale USA, ha dichiarato che “migliaia di medici cubani in Venezuela vengono usati come pedine, da Maduro e dai suoi sponsor cubani, per sostenere il suo regno brutale ed oppressivo”.
La sequenza coordinata di compiti dell’operazione ha incorporato tre senatori USA le cui posizioni su Cuba non lasciano dubbi che, lungi dal preoccuparsi per questioni umanitarie e dei diritti umani, hanno come obiettivo rovesciare il Governo cubano, che calunniano quotidianamente.
Il 7 maggio 2019, i senatori USA Marco Rubio, Rick Scott e Bob Menéndez, hanno scritto al Segretario di Stato, Mike Pompeo, affinché realizzasse azioni contro la cooperazione di Cuba, in particolare contro la cooperazione medica.
Le intenzioni sono esplicite, come si può leggere nei frammenti della lettera resa pubblica nell’ambito dell’operazione diretta da Bolton e dal suo subordinato Mauricio Claver-Carone.
“Scriviamo per sollecitare il Dipartimento di Stato ad intraprendere maggiori azioni per affrontare il dispiegamento di medici e personale medico del regime cubano in condizioni che rappresentano lavoro forzoso (…)
Per i senatori, “la cooperazione cubana è una rete globale di traffico di persone che ha generato miliardi di dollari di entrate per il regime…
Mentre il regime cubano perpetua questo schema di guadagni da lavoro forzoso, chiediamo che il Dipartimento di Stato fornisca ai nostri uffici informazioni sui seguenti argomenti:
A causa della crescente quantità di informazioni su come il dispiegamento di medici e professionisti medici del regime cubano rappresenti lavoro forzoso, quali misure sta prendendo l’amministrazione per ripristinare il Programma di Libertà Condizionale per i Professionisti Medici Cubani?”
Il “Programma di Libertà Condizionale per i Medici Professionisti Cubani” (Cuban Medical Professional Parole Program, CMPP), entrato in vigore nel 2006 e disattivato nel gennaio 2017 nel contesto del processo di ripristino delle relazioni Cuba-USA durante il governo di Barack Obama, è stata un’aperta azione del governo USA per sabotare gli accordi di cooperazione medica cubana con altri paesi, un pretesto per il furto di cervelli ed un irrispettoso comportamento verso nazioni che sovranamente decidono di ricorrere all’aiuto dei professionisti della salute cubani.
Gli USA hanno tentato catapultare la cooperazione internazionale, in particolare tra paesi del Sud, mediante lo stimolo attivo e pressioni affinché i professionisti della salute cubani abbandonassero le loro missioni ed emigrassero negli USA, dove sarebbero stati ammessi legalmente insieme a promesse di impiego nell’area delle loro conoscenze. Il “programma” non prevede sostituire, con risorse umane o materiali, il lavoro dei medici e tecnici cubani, solo privare di tali servizi coloro che li ricevono.
Immediatamente dopo la lettera dei senatori, il Dipartimento di Stato e l’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID), aggressivamente, hanno inviato indicazioni alle ambasciate USA per preparare le condizioni che consentano porre in scacco la cooperazione cubana.
Pressioni diplomatiche e legali
Il Direttore Generale, Eugenio Martinez Enriquez, afferma a Dominio Cuba che le azioni hanno raggiunto il punto di esercitare pressioni sulle autorità nazionali attraverso le ambasciate USA:
“Abbiamo appreso che, nel 2019, in almeno tre paesi dell’America Latina e dei Caraibi, funzionari dell’ambasciata USA hanno richiesto alle autorità, dei paesi in cui sono accreditati, con carattere perentorio e sospetto, dati precisi sulla cooperazione che Cuba offre. Per le caratteristiche di queste informazioni, possiamo assicurare che queste indicazioni sono state inviate a tutte le ambasciate USA nella regione”.
Martínez aggiunge che “in un paese, le autorità locali hanno informato i diplomatici cubani che” un alto funzionario di Washington è interessato a sapere, immediatamente, quanti medici cubani prestano servizi qui e il totale dell’investimento che il mio Governo fa per ciascun medico, così come l’esatta posizione geografica'”
Quasi allo stesso tempo, “in un altro paese un’alta funzionaria del Governo locale ha mostrato all’Ambasciatore cubano un’email, dell’ambasciata USA, scritta in inglese, che richiedeva sapere dove era il personale medico cubano, quali accordi lo sostenevano e la durata degli stessi”, assicura il diplomatico cubano.
Le azioni per attaccare la cooperazione cubana include altri strumenti. Il funzionario cubano menziona che “in un paese sudamericano sono stati intentati procedimenti giudiziari contro almeno sei collaboratori cubani per presunta negligenza medica, cause legali alle cui origini erano coinvolti noti personaggi con stretti vincoli con l’ambasciata USA. I casi sono stati dichiarati senza luogo a procedere dai tribunali corrispondenti”.
In perfetta sincronizzazione, lo stesso giorno in cui i senatori hanno datato la loro lettera, martedì 7 maggio 2019, organizzazioni con scarso riconoscimento internazionale, hanno intentato una causa contro Cuba dinanzi al Tribunale Penale Internazionale (TPI), che i loro promotori considerano risultato di un “metodico e minuzioso lavoro” sulla base di dichiarazioni di “esseri umani reali che soffrono un nuovo tipo di schiavitù”. La causa qualifica come “crimini di lesa umanità di schiavitù” le missioni internazionaliste di cooperazione di Cuba.
Almagro s’integra al macchinario
Una settimana dopo, con l’operazione a tutta velocità, il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani ha organizzato una conferenza presso la sede di tale organizzazione a Washington D.C. sui presunti crimini di lesa umanità commessi da Cuba.
Almagro, che ha promesso convertire la sua lotta per rovesciare il governo di Cuba in una delle priorità dell’OSA, ha fatto una presentazione presso la sede dell’Organizzazione a Washington, dove ha catalogato “le famose missioni di medici cubani, che agiscono sotto una presunta solidarietà rivoluzionaria”, come “destinate alla ricerca di effetti politici nei suoi destinatari, più che a salvare vite”.
In armonia con l’operazione Bolton-Claver Carone-Rubio, Almagro ha aggiunto che le missioni internazionaliste di Cuba “servono come strumento di intervento in Venezuela, sotto la copertura di missioni mediche, culturali e sportive” ed ha amplificato le linee di messaggi create dalla campagna di Bolton: “Le missioni mediche (di Cuba) sono state maschere per ottenere valuta estera da parte del regime cubano, a spese del lavoro schiavo dei medici cubani”.
“Curiosamente, la conferenza montata da Almagro si è svolta presso la sede dell’organizzazione di cui più di venti dei suoi trenta Stati membri attualmente godono di un eccellente rapporto nell’area di cooperazione con Cuba”, avverte Eugenio Martínez. La maggior parte di questi paesi non solo ha la presenza di cooperanti sanitari cubani, bensì ha proposto di aumentare tale cooperazione. Nessuno di questi governi ha condiviso le accuse di Washington.
Ciò nonostante, Almagro ha seguito la linea del Dipartimento di Stato e come ha fatto l’attuale sottosegretaria all’Emisfero Occidentale, Kimberly Breier, ha annunciato una riunione con medici disertori del programma sanitario.
Nell’incontro nell’ufficio della sottosegretaria c’erano Carlos Trujillo, ambasciatore USA presso l’OSA, e Philippe Lussier, burocrate responsabile di Cuba e Venezuela al Dipartimento di Stato.
Almagro si sarebbe unito al combinato anticubano dei suoi padroni e avrebbe twittato l’incontro appena 8 minuti dopo la Sottosegretaria:
Liste nere
Il 20 giugno 2019, il Dipartimento di Stato ha incluso Cuba nella peggiore delle categorie del suo Rapporto sulla Tratta di Persone 2019. Il documento attacca la cooperazione medica internazionale di Cuba ed usa le sue premesse come uno dei pretesti per squalificare il governo cubano.
Non ci sono prove per tale eccesso. Cuba ha un’azione esemplare nella lotta alla Tratta di Persone, riconosciuta da istituzioni internazionali. Sebbene questo flagello non costituisca un problema sociale, il governo cubano mantiene una politica di tolleranza zero che costituisce una priorità assoluta e che si applicata con un approccio multisettoriale e multidisciplinare, sulla base dei suoi tre pilastri fondamentali: prevenzione, lotta e protezione delle vittime.
Il Piano d’Azione Nazionale per la prevenzione e lotta alla tratta di persone e la protezione delle vittime è stato approvato nel febbraio 2017 e un mese dopo la Relatrice Speciale dell’ONU per i diritti umani delle vittime di Tratta di Persone, in particolare di donne e bambini, Maria Grazia Giammarinaro, che non ha mai messo in dubbio la natura dei programmi di cooperazione medica internazionale di Cuba.
Cuba e gli USA hanno avviato un interscambio bilaterale sulla lotta alla Tratta di Persone che ha avuto cinque edizioni di dialoghi bilaterali tra il 2014 e il 2018. “In questi incontri è stata chiaramente stabilita la natura infondata politicamente e malintenzionata di coloro che hanno sempre desiderato manipolare questo tema” assicura Eugenio Martínez.
Restrizione dei visti
L’operazione USA ha continuato il suo corso ed il 26 luglio 2019 il Dipartimento di Stato ha annunciato che avrebbe imposto sanzioni con restrizioni dei visti ai funzionari cubani “responsabili” di presunte “pratiche lavorative di sfruttamento e coercizione”, qualificativo con il quale definisce le prestazioni dei funzionari che dirigono le missioni mediche cubane.
“Tutta questa campagna persegue occultare il valore umano e solidale della decisione personale e volontaria che decine di migliaia di professionisti cubani prendono quando viaggiano in altri paesi e servire in luoghi, molto spesso remoti, con enorme sacrificio e sostegno delle loro famiglie a Cuba. È imbarazzante e spregevole che il governo USA osi attaccare vilmente un atto così nobile”, commenta il direttore generale per gli USA del MINREX, Carlos Fernández de Cossío.
Come hanno spiegato in numerose occasioni funzionari cubani collegati al MINSAP, a differenza di ciò che fanno le società private che ottengono importanti profitti per pochi in questo tipo di contratti, a Cuba una parte delle entrate derivate dal contributo dei paesi per i servizi forniti, si destina a contribuire all’acquisizione di forniture ed al funzionamento di uno dei migliori sistemi sanitari del mondo. I medici che compiono missione ricevono l’altra parte di quel reddito all’estero, insieme al loro intero stipendio che continuano a guadagnare a Cuba.
Nel novembre 2018, il MINSAP ha assicurato in una dichiarazione che “ai collaboratori sono stati mantenuti, in ogni momento, il posto di lavoro ed il 100% del loro stipendio a Cuba, con tutte le garanzie lavorative e sociali, come al resto dei lavoratori del Sistema Nazionale di Salute”.
Nel dialogo con Dominio Cuba, Cossío aggiunge:
“Il Dipartimento di Stato pretende diffamare contro la legittima cooperazione Sud-Sud praticata dai paesi in via di sviluppo, di cui Cuba fa parte e di cui è orgogliosa. Quello sforzo, al quale, secondo i principi della volontarietà, hanno partecipato centinaia di migliaia di professionisti cubani, ha avuto il merito di salvare o contribuire a salvare la vita di milioni di persone e di alleviare quella di altri milioni che, senza quel contributo, avrebbero affrontato serie difficoltà ad accedere ai servizi sanitari”.
Per quanto riguarda la decisione USA di creare una lista di funzionari cubani per applicargli sanzioni, il Direttore Generale per gli USA del MINREX afferma che “rappresenta la prima misura concreta, annunciata pubblicamente, contro le missioni mediche cubane. In questo modo, il governo USA manipola per scopi politici e cerca di sabotare ciò che costituisce un chiaro esempio di cooperazione sud-sud, i cui risultati positivi sono stati riconosciuti, in più di un’occasione, dalla comunità internazionale e dalle organizzazioni multilaterali. Risulta quanto meno indecente, vergognoso e destituito di fondamento il tentativo di presentare il nobile sforzo di Cuba come esempio di tratta di persone. Di fronte a tanta irresponsabile condotta, Cuba continuerà a sviluppare la sua opera solidale e disinteressata in favore dei meno favoriti di questo pianeta”.
Bolsonaro di nuovo in scena
Diligente, il 1 agosto 2019, il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha dato il suo contributo all’operazione USA. Come è solito fare, senza fornire prove, ha accusato i medici cubani che hanno partecipato all’estinto Programma Mais Medicos (PMM) per il Brasile che erano andati in quel paese “per formare nuclei di guerriglia”. Il presidente cubano gli ha risposto qualificandolo, direttamente, come bugiardo.
Fino ad oggi, Bolsonaro non ha offerto prove, ma la stampa del suo paese ha ricordato i “riferimenti diretti, dispregiativi e minacciosi alla presenza” dei medici cubani dell’allora eletto presidente del Brasile e le condizioni inaccettabili, offensive e critiche ai professionisti cubani, a carico di Bolsonaro, che obbligarono, nel novembre 2018, Il MINSAP ad interrompere la partecipazione dei medici cubani al PMM per il Brasile.
Secondo una dichiarazione del MINSAP di quella data, in cinque anni in Brasile circa 20 mila medici cubani hanno curato 113 milioni di pazienti, in oltre 3600 comuni, 700 dei quali hanno avuto un medico per la prima volta nella storia.
Il Programma ONU per lo Sviluppo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno considerato il PMM per il Brasile come il principale esempio di buone pratiche nella cooperazione triangolare e nell’attuazione dell’Agenda 2030 con i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Il vicepresidente del Consiglio di Stato, Roberto Morales Ojeda, che in precedenza era ministro della sanità pubblica di Cuba sul suo account Twitter, ha scritto “Rifiutiamo le oltraggiose dichiarazioni del presidente Bolsonaro, gli indicatori sanitari di Cuba ed i 56 anni di cooperazione medica in 164 paesi avallano l’umanesimo, l’altruismo e la preparazione degli professionisti sanitari cubani”.
Continua l’attacco USA. L’USAID, agenzia USA che consegna fondi per programmi di sovversione a Cuba, ha aperto, il 5 agosto, un appello affinché organizzazioni o individui optino per ricevere 3 milioni di dollari per “sviluppare strumenti che indaghino, raccolgano e analizzino informazioni su violazioni dei diritti umani, incluso il lavoro forzoso del personale medico cubano esportato all’estero”.
Oggi il MINREX ha “energicamente” condannato l’operazione il cui obiettivo, afferma, è “screditare e sabotare la cooperazione internazionale che Cuba presta nella sfera della salute in decine di paesi ed a beneficio di milioni di persone”.
“La campagna conta su fondi milionari e la complicità di alcuni dei grandi media ed, in particolare, di giornalisti senza scrupoli che sacrificano la loro presunta imparzialità ed obiettività al servizio degli interessi politici del governo USA”, aggiunge il MINREX.
Cosa succederà a partire da ora? Forse la risposta è nel film Casinò, di Martin Scorsese, quando il mafioso dice che “ci sono tre modi di fare le cose: quella giusta, quella sbagliata e la mia”. Bisognerà vedere ciò che segue in questo infame itinerario e con quale nuova maniera di fare sorprenderà il clan Bolton-Claver Carone-Rubio. Il corso della collaborazione medica cubana rimane lo stesso: “Cuba continuerà come sorella per il mondo, salvando vite e procurando salute”, afferma, in Twitter, il ministro Portal.
EEUU vs Colaboración Médica de Cuba: Itinerario de una infamia
Por: Rosa Miriam Elizalde, Flor de Paz, Víctor Martínez
Cuando el diario The New York Times publicó el 17 de marzo de 2019 un artículo acerca de los médicos cubanos en Venezuela, ya estaba en marcha la operación del gobierno de Trump contra la cooperación internacional que Cuba ofrece.
The New York Times no había prestado atención a la labor de los médicos cubanos en Venezuela a pesar de que desde hace cerca de veinte años decenas de miles dan servicio en ese país, una contribución notable que repercutió en la mejoría de los indicadores de salud de la población. El diario usó como fuentes principales a unos pocos médicos cubanos que abandonaron su misión en ese país sudamericano, quienes acusaron al gobierno de Venezuela de utilizar a médicos cubanos y a los servicios de salud para presionar a los votantes.
El Ministro de Salud Pública de Cuba (MINSAP) José Ángel Portal declaró en su cuenta de twitter: “No es aceptable que se cuestione la dignidad, la profesionalidad y el altruismo de los más de 400 mil colaboradores cubanos que han cumplido misiones en 164 países, llevando los mejores saberes y el más elevado desempeño integral.”
Menos de una docena de médicos, de dudosa credibilidad no son suficientes para empañar la destacada trayectoria de decenas de miles.
De acuerdo con los registros estadísticos del MINSAP consultados, actualmente colaboradores cubanos de la salud se desempeñan en 67 países y en “la abrumadora mayoría de las misiones cumplidas los gastos han sido asumidos por el gobierno cubano. Igualmente, en Cuba se han formado de manera gratuita 35613 profesionales de la salud de 138 países”, afirman fuentes de ese Ministerio.
Maquinaria de guerra sucia
Durante casi seis décadas de desempeño de profesionales cubanos de la salud trabajando en todas las regiones del mundo, por primera vez se ha formulado una calumnia de tal magnitud, que utiliza la vocería de The New York Times.
“Esta calumnia se articula sobre la base de una cifra minúscula de falsos testimonios y llena de las más imaginativas, fantasiosas y repugnantes mentiras, muy ligadas a la campaña de EE.UU. contra Venezuela que descansa en el uso de la mentira”, comentó a Dominio Cuba Eugenio Martínez Enríquez, Director General de America Latina y el Caribe del Ministerio de Relaciones Exteriores de Cuba.
Una vez más las dependencias gubernamentales estadounidenses echan a andar “noticias” para preparar las condiciones de una acción ofensiva y de gran magnitud, como la que tejió en abril el Consejo de Seguridad Nacional de EEUU contra Venezuela: tratar de entorpecer y desprestigiar la cooperación internacional de salud de Cuba, que tiene una ejemplar hoja de servicios y reconocimientos en todo el mundo.
La maquinaria ya estaba desatada cuando el 17 de abril de 2019 cuando John Bolton, Asesor de Seguridad Nacional de los EE.UU, declaró que “miles de médicos cubanos en Venezuela están siendo utilizados como peones por Maduro y sus patrocinadores cubanos para apoyar su reinado brutal y opresivo”.
La secuencia coordinada de tareas de la operación incorporó a tres Senadores estadounidenses cuyas posiciones sobre Cuba no dejan dudas de que, lejos de preocuparse por cuestiones humanitarias y derechos humanos, tienen como objetivo derrocar al Gobierno cubano al cual calumnian cotidianamente.
El 7 de mayo de 2019, los Senadores estadounidenses Marco Rubio, Rick Scott y Bob Menéndez, escribieron al Secretario de Estado Mike Pompeo para que realizara acciones contra la cooperación de Cuba, en especial contra la cooperación médica.
Las intenciones son explícitas, como puede leerse en los fragmentos de la misiva hecha pública en el marco de la operación dirigida por Bolton y su subordinado Mauricio Claver-Carone.
“Escribimos para instar al Departamento de Estado a tomar mayor acción para abordar el despliegue de médicos y personal médico en el régimen cubano en condiciones que representan trabajo forzoso (…)
Para los Senadores, “la cooperación cubana es una red global de tráfico de personas que generó miles de millones de dólares en ingresos para el régimen…
A medida que el régimen cubano perpetúa este esquema de ganancias por trabajo forzoso, solicitamos que el Departamento de Estado proporcione a nuestras oficinas información sobre los siguientes temas:
Debido a la creciente cantidad de información sobre cómo el despliegue de médicos y profesionales médicos en el régimen cubano representa el trabajo forzoso, ¿qué pasos está tomando la Administración para restablecer el Programa de Libertad Condicional para Profesionales Médicos Cubanos?”
El “Programa de Libertad Condicional para los Médicos Profesionales Cubanos” (Cuban Medical Professional Parole Program, CMPP), puesto en vigor en el 2006 y desactivado en enero de 2017 en el contexto del proceso de restablecimiento de relaciones Cuba-EEUU durante el gobierno de Barack Obama, fue una acción abierta del gobierno de los EEUU por sabotear los acuerdos de cooperación médica cubana con otros países, un pretexto para el robo de cerebros y un irrespetuoso comportamiento hacia naciones que soberanamente deciden acudir a la ayuda de profesionales de la salud cubanos.
EE.UU. intentó catapultar la cooperación internacional, particularmente entre países del Sur, mediante el estímulo activo y presiones para que los profesionales de la salud de Cuba abandonaran sus misiones y emigraran a EEUU, donde serían admitidos legalmente junto a promesas de empleo en él área de su conocimiento. El “programa” no contempla sustituir con recursos humanos ni materiales la labor que desempeñan los médicos y técnicos cubanos, sólo privar de esos servicios a quiénes los reciben.
Inmediatamente después de la carta de los Senadores, el Departamento de Estado y la Agencia de EEUU para el Desarrollo Internacional (USAID) agresivamente cursaron indicaciones a las Embajadas de EE.UU para preparar las condiciones que permitan poner en jaque la cooperación cubana.
Presiones diplomáticas y jurídicas
El director General Eugenio Martinez Enriquez afirma a Dominio Cuba que las acciones han llegado al punto de presionar a autoridades nacionales a través de las Embajadas de Estados Unidos:
“Hemos conocido que en 2019 al menos en tres países de América Latina y el Caribe funcionarios de la Embajada de los EEUU han solicitado a las autoridades, de los países ante los cuales están acreditados, con carácter perentorio y sospechoso, datos precisos de la cooperación que Cuba ofrece. Por las características de esta información podemos asegurar que estas indicaciones fueron cursadas a todas las Embajadas de EEUU en la región”.
Martínez añade que “en un país las autoridades locales informaron a diplomáticos cubanos que ‘un alto funcionario de Washington está interesado en conocer de inmediato cuántos médicos cubanos prestan servicios aquí y el monto de la inversión que mi Gobierno hace por cada médico, así como la ubicación geográfica exacta’”
Casi al mismo tiempo, “en otro país una alta funcionaria del Gobierno local mostró al Embajador cubano un correo electrónico de la Embajada de los EE.UU. escrito en idioma inglés, que solicitaba conocer dónde estaba el personal médico cubano, qué convenios lo sustentaban y la duración de los mismos”, asegura el diplomático cubano.
Las acciones para atacar a la cooperación cubana incluye otros instrumentos. El funcionario cubano menciona que “en un país de Sudamérica se han presentado procesos legales contra al menos seis colaboradores cubanos por supuestas malas prácticas médicas, demandas en cuyo origen estuvieron involucrados conocidos personajes con estrechos vínculos con la Embajada de EE.UU. Los casos fueron declarados sin lugar por los tribunales correspondientes.”
En perfecta sincronización, el mismo día que los Senadores fecharon su carta, el martes 7 de mayo de 2019, organizaciones de escaso reconocimiento internacional, interpusieron una demanda contra Cuba ante la Corte Penal Internacional (CPI), que sus promotores consideran resultado de un “metódico y minucioso trabajo” sobre la base de declaraciones de “seres humanos reales que sufren una nueva clase de esclavitud”. La demanda califica de “crímenes de lesa humanidad de esclavitud” a las misiones internacionalistas de cooperación de Cuba.
Almagro se integra a la maquinaria
Una semana después, con la operación a toda velocidad, el Secretario General de la Organización de Estados Americanos organizó una Conferencia en la sede de dicha organización en Washington D.C. sobre los supuestos crímenes de lesa humanidad cometidos por Cuba.
Almagro, quien prometió convertir su lucha por derrocar al Gobierno de Cuba en una de las prioridades de la OEA, hizo una presentación en la sede de la Organización en Washington, donde catalogó a “las famosas misiones de médicos cubanos, que actúan bajo una supuesta solidaridad revolucionaria”, como “destinadas a la búsqueda de efectos políticos en sus destinatarios, más que a salvar vidas”.
En armonía con la operación Bolton-Claver Carone- Rubio, Almagro añadió que las misiones internacionalistas de Cuba “sirven como herramienta de intervención en Venezuela, bajo el manto de misiones médicas, culturales y deportivas” y amplificó las líneas de mensajes creadas por la campaña de Bolton: “Las misiones médicas (de Cuba) han sido máscaras para la obtención de divisas por parte del régimen cubano, a costa del trabajo esclavo de los médicos cubanos.”
“Curiosamente la conferencia que montó Almagro se realizó en la sede de la organización de la que más de veinte de su treintena de Estados miembros actualmente gozan de una excelente relación en el área de cooperación con Cuba”, advierte Eugenio Martínez. La mayoría de estos países no solo tienen presencia de cooperantes de la salud cubanos, sino que han propuesto incrementar esa cooperación. Ninguno de estos gobiernos ha compartido las acusaciones de Washington.
Aún así, Almagro siguió la línea del Departamento de Estado y como hizo la actual subsecretaria para el Hemisferio Occidental, Kimberly Breier, anunció una reunión con médicos desertores del programa de salud.
En el encuentro en la oficina de la Subsecretaria estuvieron Carlos Trujillo, Embajador de EEUU ante la OEA, y Philippe Lussier, burócrata a cargo de Cuba y Venezuela en el Departamento de Estado.
Almagro se sumaría al combo anticubano de sus empleadores y tuitearía su encuentro apenas 8 minutos después de la Subsecretaria:
Listas negras
El 20 de junio de 2019, el Departamento de Estado incluyó a Cuba en la peor de las categorías de su Informe sobre la Trata de Personas 2019. El documento arremete contra la cooperación médica internacional de Cuba y utiliza sus premisas como uno de los pretextos para descalificar al gobierno cubano.
No hay evidencias para semejante desmesura. Cuba tiene un desempeño ejemplar en el enfrentamiento a la Trata de Personas, reconocido por instituciones internacionales. Aunque este flagelo no constituye un problema social, el gobierno cubano mantiene una política de tolerancia cero que constituye máxima prioridad y que se aplica con un enfoque multisectorial y multidisciplinario, sobre la base de sus tres pilares básicos: prevención, enfrentamiento y protección a las víctimas.
El Plan de Acción Nacional para la prevención y enfrentamiento a la trata de personas y la protección a las víctimas, se aprobó en febrero de 2017 y un mes después, visitó a Cuba la Relatora Especial de Naciones Unidas para los derechos humanos de las víctimas de la Trata de Personas, especialmente de mujeres y niños, Maria Grazia Giammarinaro, quien en ningún momento cuestionó la naturaleza de los programas de cooperación internacional médica de Cuba.
Cuba y Estados Unidos iniciaron un intercambio bilateral sobre el enfrentamiento a la Trata de Personas que tuvo cinco ediciones de diálogos bilaterales entre 2014 y 2018. “En estos encuentros se estableció claramente la naturaleza infundada política y malintencionada de quienes siempre han querido manipular este tema”, asegura Eugenio Martínez.
Restricción de visas
La operación estadounidense continuó su curso y el 26 de julio de 2019 el Departamento de Estado anuncióؚ que impondría sanciones con restricciones de visas a funcionarios cubanos “responsables” de supuestas “prácticas laborales de explotación y coerción”, calificativo con el cual define la actuación de los funcionarios que dirigen las misiones médicas cubanas.
“Toda esta campaña persigue ocultar el valor humano y solidario de la decisión personal y voluntaria que decenas de miles de profesionales cubanos toman al viajar a otros países y servir en localidades, muchas veces remotas, con enorme sacrificio y apoyo de sus familiares en Cuba. Es bochornoso y despreciable que el gobierno de Estados Unidos se atreva a atacar vilmente un acto tan noble”, comenta el director General de EEUU del MINREX, Carlos Fernández de Cossío.
Como han explicado en numerosas ocasiones funcionarios cubanos vinculados al Ministerio de Salud Pública, a diferencia de lo que hacen empresas privadas que obtienen importantes ganancias para unos pocos en este tipo de contratos, en Cuba una parte del ingreso derivado del aporte de los países por los servicios prestados, se destina a contribuir a la adquisición de insumos y funcionamiento de uno de los mejores sistemas de salud del mundo. Los médicos que cumplen misión reciben la otra parte de esos ingresos en el exterior, junto a su salario íntegro que continúan cobrando en Cuba.
En noviembre de 2018, el MINSAP aseguró en una declaración que “a los colaboradores se les ha mantenido en todo momento el puesto de trabajo y el 100 por ciento de su salario en Cuba, con todas las garantías laborales y sociales, como al resto de los trabajadores del Sistema Nacional de Salud”.
En el diálogo con Dominio Cuba, añade Cossío:
“El Departamento de Estado pretende difamar contra la legítima cooperación Sur-Sur que practican los países en desarrollo, de la cual Cuba forma parte y de la que se enorgullece. Ese esfuerzo, en el que, bajo principios de voluntariedad, han participado cientos de miles de profesionales cubanos, ha tenido el mérito de salvar o contribuir a salvar la vida de millones de personas y de aliviar la de otros millones que, sin esa contribución, habrían afrontado serias dificultades para acceder a los servicios de salud”.
Acerca de la decisión estadounidense de crear una lista de funcionarios cubanos para aplicarles sanciones, el Director General de EEUU del MINREX asegura que “representa la primera medida concreta, anunciada públicamente, contra las misiones médicas cubanas. De esta manera, el gobierno de Estados Unidos manipula con fines políticos e intenta sabotear lo que constituye un claro ejemplo de cooperación Sur-Sur, cuyos resultados positivos han sido reconocidos en más de una ocasión por la comunidad internacional y por las organizaciones multilaterales. Resulta cuando menos indecente, vergonzoso y carente de sustento el intento de presentar el noble esfuerzo de Cuba como un ejemplo de trata de personas. Frente a tan irresponsable conducta, Cuba continuará desarrollando su labor solidaria y desinteresada en favor de los menos favorecidos de este planeta”.
Bolsonaro otra vez en escena
Diligente, El primero de agosto de 2019, el Presidente de Brasil Jair Bolsonaro hizo su contribuyó a la operación estadounidense. Como suele hacer, sin aportar pruebas acusó a los médicos cubanos que participaron en el extinto Programa Mais Médicos para Brasil fueron a ese país “para formar núcleos de guerrillas”. El Presidente cubano le respondió tildándolo, directamente, de mentiroso.
Hasta el día de hoy, Bolsonaro no ha ofrecido evidencias, pero la prensa de su país ha recordado las “referencias directas, despectivas y amenazantes a la presencia” de los médicos cubanos del entonces Presidente electo de Brasil y las condiciones inaceptables, ofensas y cuestionamientos a los profesionales cubanos a cargo de Bolsonaro, que obligaron en noviembre de 2018 al MINSAP a dar por terminada la participación de los médicos cubanos en el Programa Más Médicos para Brasil.
Según una declaración del MINSAP de esa fecha, en cinco años en Brasil unos 20 mil médicos cubanos atendieron a 113 millones de pacientes, en más de 3 mil 600 municipios, 700 de los cuales tuvieron un médico por primera vez en la historia.
El Programa de las Naciones Unidas para el Desarrollo y la Organización Mundial de la Salud ha considerado al Programa Más Médicos para Brasil como el principal ejemplo de buenas prácticas en cooperación triangular y la implementación de la Agenda 2030 con sus Objetivos de Desarrollo Sostenible.
El Vicepresidente del Consejo de Estado, Roberto Morales Ojeda, quien anteriormente fuera Ministro de Salud Pública de Cuba en su cuenta de twitter escribió “Rechazamos indignantes declaraciones del Presidente Bolsonaro, los indicadores de salud Cuba y los 56 años de Cooperación Médica en 164 países avalan el humanismo, altruismo y preparación de los profesionales cubanos de la salud”.
La arremetida de EEUU continúa. La Agencia para el Desarrollo Internacional, dependencia estadounidense que otorga fondos para programas de subversión en Cuba, abrió el 5 de agosto una convocatoria para que organizaciones o individuos opten por recibir 3 millones de dólares para “desarrollar herramientas que investiguen, acopien y analicen información sobre violaciones de derechos humanos, incluido el trabajo forzoso de personal médico cubano exportado al exterior”.
La Cancillería cubana ha condenado hoy “enérgicamente” la operación cuyo objetivo, dice, es “desacreditar y sabotear la cooperación internacional que presta Cuba en la esfera de la salud en decenas de países y para beneficio de millones de personas”.
“La campaña cuenta con fondos millonarios y la complicidad de varios de los grandes medios de difusión y, en particular, de reporteros inescrupulosos que sacrifican su supuesta imparcialidad y objetividad al servicio de los intereses políticos del gobierno de los Estados Unidos”, añade el Ministerio de Relaciones Exteriores.
¿Qué vendrá a partir de ahora? Quizás la respuesta esté en la película Casino, de Martin Scorsese, cuando el mafioso dice que “hay tres maneras de hacer las cosas: la correcta, la incorrecta y la mía”. Habrá que ver qué sigue en este itinerario infame y con qué nueva manera de hacer sorprenderá el clan Bolton-Claver Carone- Rubio. El rumbo de la colaboración médica cubana sigue siendo el mismo: “Cuba continuará de hermana por el mundo, salvando vidas y procurando salud”, dice en Twitter el Ministro Portal.