Il 6 e 7 novembre 2019, l’Assemblea Generale dell’ONU a New York discuterà ancora una volta la mozione di Cuba di condanna del blocco economico, commerciale e finanziario imposto all’’isola dagli Stati Uniti quasi 60 anni fa.
L’anno scorso, 189 Stati hanno sostenuto con il loro voto tale petizione e solo due – Stati Uniti e Israele – hanno invece espresso il loro sostegno alla guerra economica. Gli Stati membri dell’UE, tra cui Germania e Austria, nonché la Svizzera, hanno votato contro il blocco e condannato la sua espansione extraterritoriale, che colpisce anche le imprese e le istituzioni europee.
Quest’anno, la votazione avrà un significato particolare. Negli ultimi mesi, l’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump ha ulteriormente intensificato la sua aggressione contro Cuba e altri paesi della regione.
Attivando il capitolo III della legge Helms-Burton, i cittadini statunitensi possono ora citare in giudizio aziende e istituzioni di paesi terzi dinanzi ai tribunali statunitensi se utilizzano proprietà cubane espropriate dopo la rivoluzione del 1959. Ma questo è di fatto diretto contro tutti i cubani e tutte le istituzioni dell’isola. Le scuole dei villaggi costruiti su terreni che un tempo appartenevano a grandi proprietari terrieri possono esserne vittime. O alberghi che un tempo facevano parte dell’impero della mafia americana. A settembre, il rivenditore online Amazon è stato citato in giudizio per aver venduto carbone di legna cubano! Inoltre, sono previste misure per impedire gli scambi commerciali tra Cuba e Venezuela.
Anche le imprese europee sono diventate bersaglio della politica di blocco statunitense. Nel mese di giugno è stata intentata causa contro l’azienda turistica tedesca Trivago per aver a che fare con l’organizzazione di hotel a Cuba.
La politica del blocco ha conseguenze drammatiche per la popolazione cubana. I farmaci essenziali possono essere importati solo tramite deviazioni ed ad un prezzo esorbitante. A settembre, il Governo cubano ha dovuto informare i suoi cittadini che, a causa delle misure statunitensi, nessuna petroliera avrebbe fatto scalo sull’isola per settimane, con gravi conseguenze per l’approvvigionamento energetico.
I governi di europei e svizzero sono contrari solo a parole, ma, de facto, non intervengono contro gli effetti del blocco statunitense contro Cuba. Chiediamo che l’annuale voto contro il blocco in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sia finalmente seguito da azioni concrete: La sudditanza alle leggi statunitensi che violano il diritto internazionale in Europa non deve più essere tollerata! Bisogna fermare l’aggressione contro l’America Latina!
Proponiamo quindi una grande azione di solidarietà a favore di Cuba e contro il blocco durante i mesi di ottobre e novembre 2019! Insieme, noi – gruppi di solidarietà con Cuba, organizzazioni progressiste e organi di informazione in Germania, Austria e Svizzera – vogliamo richiamare l’attenzione sull’escalation in atto spinta da Washington al fine di esercitare pressioni sull’amministrazione statunitense, ma anche sui suoi alleati europei. Manifesti, eventi e manifestazioni importanti saranno utilizzati per rompere il silenzio della maggior parte dei media nei nostri paesi sul blocco, delle conseguenti violazioni dei diritti umani e per richiamare l’attenzione su ciò che provoca questa politica criminale.
Partecipa alle azioni di questo autunno!
Sostieni la campagna (manifesti-poster) con donazioni in denaro!
Parla con altre organizzazioni, ma anche con conoscenti, amici e parenti circa l’inasprimento del blocco e il sostegno dell’azione di Solidarietà.
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