Pubblici segreti del #YoTambienExijo progettato per Cuba
Norelys Morales Aguilera http://islamiacu.blogspot.it
Parte I
Nella presentazione del suo libro ‘El lado frío de la almohada’ (‘Il lato freddo del cuscino’ – 2004), la scrittrice spagnola Belen Gopegui commentò che “se dovessi scegliere un obiettivo da raggiungere con questo romanzo sarebbe che le persone interessate a ciò che accade a Cuba smettessero di accontentarsi di quello che dicono i mezzi di comunicazione di massa e cercassero proprie fonti di documentazione”, mentre lei aveva fiducia che ancora possano esistere persone che ottengano avvicinarsi alla verità del suo popolo nel mezzo del bombardamento mediatico, che non cessa ancora. [1]
Questo 30 dicembre si è data testimonianza, inequivocabile, del perché non accontentarsi di questi mezzi programmati fuori da Cuba. Lo dice tutta l’immagine triste e frustrante, che non ha fatto notizia, dei corrispondenti stranieri a L’Avana in attesa che accada qualcosa in Piazza della Rivoluzione alle 3:00 pm, a proposito della convocazione di una performance dell’artista Tania Bruguera. Non è successo. Si sono portati la briciola di notizia d’amplificare “dell’ondata di arresti” non documentata che si sarebbero verificati in Avana.
Nessuno, assolutamente nessuno, di questi professionisti della comunicazione senza dubbio capaci, su precise indicazioni delle loro redazioni centrali, che dispongono di tutto il necessario per lavorare in modo efficace, ha cercato di informare chi sono i creatori di ciò che hanno chiamato “una tribuna di libera espressione nella Piazza”, che ha preso in Twitter e Facebook l’hashtag #YoTambienExijo nato in Messico, impigliando una performance di Bruguera con pesanti sfumature politiche, di manipolazione e provocatorie. [2]
Tania Bruguera mostra quelle sfumature nel suo agire su Internet e con ciò solleva fondata sfiducia, ma prima di esporre il suo lavoro mediatico, che se si cerca si trova, segnalo due antecedenti che hanno “illuminato” gli organizzatori, così che lei fosse una portavoce molto invitante di un’operazione propagandistica controrivoluzionaria progettata con i principi di Gene Sharp per i cosiddetti golpe morbidi. [3]
Uno fu in occasione della X Biennale de L’Avana nel 2009, quando ha messo insieme una performance, ‘El susurro di Tatlin’ mediante un palco con una tenda marrone presso il Centro di Arte Contemporanea Wilfredo Lam, ed invitò il pubblico a dire ciò che voleva in un minuto. Chiunque voterebbe con entrambe le mani per l’annuncio.
Al margine delle valutazioni artistiche di Bruguera con il lavoro nella condotta (corrente artistica ndt), forse questa presentazione sarebbe stata significativa esteticamente in quel contesto di un evento artistico di alto livello, ma fu relegata mediaticamente all’essere sequestrata la performance da personaggi come Yoani Sánchez che, in quel momento, era lanciata alla celebrità mediatica da pubblicazioni del capitale transnazionale come El Pais di Spagna con il suo agente all’Avana, Mauricio Vicent. [4]
Yoani e suo marito Reinaldo Escobar poi utilizzarono il video registrato per varie manipolazioni – “itinerario blogger” lo chiamarono – come una realizzata a Santiago di Cuba e un’altra nella cittadina di Taguayabon in provincia di Villa Clara [5]
Il secondo antecedente fu che Bruguera fu presente durante l’Occupy Wall Street, ma non c’è nessuna testimonianza che si fosse unita alle richieste di base di quegli indignati: lavoro, giustizia ed istruzione; risolte a Cuba e insoddisfatte, fino ad oggi, dalla “democrazia” USA che assassina e reprime afroamericani, tra altre violazioni. Ancor meno si è vista in mezzo alla repressione che pose termine al Movimento, né di fronte alla brutalità repressiva nel parco “Zucotti” (li sì ci sono stati altri artisti di fama). La donna fuggì velocemente, ma trasse dividendi mediatici capitalizzati da una presunta indignazione cubana.
Così l’artista che si definisce come politica, non ebbe idea artistica alcuna in quella sede, nel 2011, ma ora sì, quando i governanti di USA e Cuba hanno deciso di ristabilire le relazioni diplomatiche che potrebbero mettere in pericolo la fiorente e senile industria della controrivoluzione sostentatrice della “dissidenza” mercenaria cubana.
Né si può spazzare via che il governo USA insieme con l’accrescimento del blocco (anche se Bruguera lo chiama embargo) ha investito fondi consistenti – 1997 e 2012 più di 200 milioni di dollari – mediante l’USAID, la NED, l’IRI e altre entità con facciate non governative per sovvertire e rovesciare “il regime” de L’Avana, senza perdere la strategia di formazione di leader per il cambiamento, le associazioni professionali, giornalisti indipendenti, emittenti provocatrici e sovversive, campagne di massicci invii di spam e altre operazioni delle quali si è nutrita la segnalata industria della controrivoluzione miamense e terrorista così come dei loro salariati sull’isola, molti dei quali hanno fortemente promosso la piattaforma #YoTambienExijo e stracciandosi le vesti per la loro ghenga e la Bruguera, portavoce di una piattaforma “senza affiliazione politica”, che ha come rappresentante un artista che si autodefinisce come politica.
Non ho altre fonti che non siano le tracce di Tania Bruguera in Internet come qualsiasi internauta. Vediamo da quando partecipa pubblicamente nell’avvenimento e chi l’accompagna o dirige.
Parte II
Né artistico né spontaneo, e chi vuole vedere veda come hanno preteso trasformare “El susurro de Tatlin” della Piazza della Rivoluzione in un grido di quattro gatti della controrivoluzione, per impedire l’indiscutibile vittoria di Cuba quando gli USA hanno riconosciuto il fallimento della loro politica d’isolamento, ostilità e aggressione.
Il 17 dicembre 2014 dopo l’annuncio del presidente cubano Raul Castro e nordamericano Barack Obama dello scambio di prigionieri e del ripristino delle relazioni diplomatiche tra i rispettivi paesi [6], Tania Bruguera ha scritto al Papa, Obama e Raul ad un velocità sorprendente.
In essa lei dice: «Voi siete entrati nella storia al proporre che l’embargo/blocco sia una parola apparentemente vuota, per cambiare – con il ripristino delle relazioni diplomatiche – il senso a 53 anni di politica definita da un lato (USA) e utilizzata dall’altro (Cuba) per ideologizzare la vita quotidiana dei cubani, ovunque fossero.”[7]
Cioè, a parere della portavoce-artista politica Bruguera, la definizione di aggressività del blocco USA, è stata utilizzata da cuba per “ideologizzare la vita dei cubani”. Divide i significati di “embargo/blocco” e non si permette sottigliezze: il blocco è un pretesto ed il suo “caro Obama” non deve rispondere a chi grida dalla manipolazione vocifera, né per il riconoscimento dell’indipendenza nazionale, né per i danni umani dei suoi terroristi né dar spiegazioni, né restituire i fondi rubati allo stato cubano. [8]
Le sue “richieste di cubana”, che non sa o non si cura se ne infischia di ciò che nell’isola oggi si discute e fa, ripetono il copione preparato dalla cosiddetta “dissidenza” con l’assistenza straniera, come è ben documentato, per essere i protagonisti della demolizione della Rivoluzione, con qualsiasi mezzo – come pacifisti apparirebbe bene e come rivoluzione colorata, meglio – e con gli stessi metodi strutturati da un gruppo come Estado de SATS di Antonio Rodiles e il lavoro mediatico di Yoani Sánchez e altri, che vedremo come sono coinvolti.
Il 18 dicembre, Tania usa, per la prima volta, l’hashtag #YoTambienExijo al fine di lanciare una piattaforma con questo nome già ben posizionata in Twitter dai messicani, che chiedono giustizia in cause che neanche lontanamente sono paragonabili con Cuba. Tania twitta prima in inglese e poi in spagnolo. Guarda caso.
Il 19 dicembre in Facebook crea quello che loro chiamano la piattaforma #YoTambienExijo (http://www.facebook.com/YoTambienExijo), un evento: https://www.facebook.com/events/1515487705372907 e in Twitter, @yotambienexijo dando il contatto exige@yotambienexijo.org
A velocità supersonica, molto spontaneamente inoltre, fu incorporata una convocazione che dice: “Dalla Lettera Aperta che l’artista Tania Bruguera ha scritto questo mercoledì 17 dicembre al governante cubano Raul Castro – ora non servono più il suo “caro Papa” né del suo “caro Obama” – sorge una piattaforma civica e volontaria che s’incentra a partire dalla frase chiave della lettera: “Io Esigo” per chiedere il rispetto dei diritti civili, politici, economici e culturali dei cubani il prossimo 30 dicembre. S’inscrive così come un appello pubblico dal personale. #YOTAMBIENEXIJO è una piattaforma pubblica ed inclusiva .. “
Ci saranno sempre dubbio, secondo quanto pubblico noto, se la lettera era prevista come l’inizio della manovra come un altro pretesto e se hanno approfittato degli annunci di Raul e Obama.
La prima persona che ha condiviso la pagina è stata la “molto inclusiva,” Elena V. Molina, una dipendente di Rodiles in Estado di Sats come mostrano le immagini seguenti.
Elena appartiene alla “Team SATS”, è la designer come si vede qui: http://www.estadodesats.com/?s=Elena+V+Molina. Lei sostiene di avere esperienza come promotor in Latin America in Action (America Latina in Azione).
Ciò significa secondo lo stesso sito di LATAAC https://lataac.com/Home/AboutUs che: “Siamo un gruppo di persone che vogliono che i sogni delle persone diventino realtà. SOMOS LATAAC Change Makers … (SIAMO LATAAC promotori del cambiamento) … LATAAC nacque con l’aiuto di persone dell’America Latina, sorprendenti giovani leader, ispirando altri a sfidare i progetti sociali in tutto il mondo per raccogliere fondi, migliorare lo sviluppo umano, e creare un impatto sociale nelle loro regioni … “
Se questo non è sufficiente per capire che non si tratta di un’azione artistica, ma del montaggio di una provocazione per ostacolare l’inizio del ripristino delle relazioni tra Cuba e USA, o che si tratta di un’operazione di un qualche colore … vi prego di continuare con la cronologia che comprende anche i personaggi più attivi, che nessuno è certamente un cubano qualsiasi come cercano di far credere gli organizzatori.
Il 21 dicembre. Ci sono ulteriori dettagli: “#YoTambienExijo, un movimento civico volontario senza affiliazione a partito politico …” è una piattaforma pubblica ed inclusiva. La risposta alla domanda: Chi siamo? non è altro che: Chi sono? Se sei cubano e se credi nella restituzione dei tuoi diritti, allora questa piattaforma sei tu”.
Sorpresi, che questo linguaggio del “tu” e “voi” è del 2008 nella rivista Times e l’Indignato delle cosiddette Primavere arabe del 2011. Mancò a Tania ed accoliti originalità e aggiornamento.
Ma ancora più importante, se questo non vi ricorda il “riscaldare la strada” raccomandato da Gene Sharp e gli appelli per le cosiddette “rivoluzioni pacifiche”, è perché non avete cercato l’informazione. Bisogna solo pensare a cosa sarebbe successo in Piazza della Rivoluzione, quando i promotori che sono sotto avessero insultato i simboli nazionali o i valori, come hanno già fatto, gli stessi di sempre sui loro spazi digitali.
Ma Bruguera manipola, da brava persona come è, così: “Sarebbe fantastico condividere con te in Piazza quel momento, che ha il suo riferimento più diretto nell’opera che feci nella Biennale de l’Avana del 2009, dove misi un microfono aperto di cui fecero uso coloro che difesero la Rivoluzione, chi la criticò, coloro che dissero non capivano la nostra realtà, coloro che dicevano che avevano paura e coloro che cercarono di articolare il loro diritto a dire ciò che pensano”.
Ahi ahi Tania si è dimenticata delle cronache di quei giorni, dove i media le rubarono lo spettacolo solo occupandosi dell’evento per i controrivoluzionari! Ora non si trattava di ego artistico. Forse qualche contabile suonò, forse, forse … potrebbe essere un segreto pubblico che ha già circolato là.
Il 25 dicembre Tania informa su Twitter che è giunto il momento del suo arrivo all’Avana e chiede sostegno.
Il 26 dicembre gli organizzatori pensano che tutto è pronto per la grande operazione contro “il regime”, ma ci sono fini sospesi che Tania o chi la sta dirigendo cercano di modificare scrivendo nuovamente al Papa Francesco una lettera da Francoforte datata quel giorno.
Ah, questa “cittadina comune” dà una versione dell’operazione mediatica ora inoccultabile: “A seguito della pubblicazione (la lettera di Tania), un gruppo di cubani senza affiliazione (?) ha reagito ad una riga della lettera che chiamava tutti i cubani ad andare il 30 dicembre in Piazza della Rivoluzione a parlare in un ‘microfono aperto’. Loro hanno creato la piattaforma #YoTambienExijo a cui hanno aderito, finora, circa tremila persone (?) in soli sei giorni, molti di loro cubani, dentro e fuori dell’isola, e con differenti modi di pensare e fedi diverse, ma tutti con il desiderio di partecipare al futuro di Cuba.” (i punti interrogativi non ci sono nell’originale!)
Vedete chi sono i leader o gli autori di #YoTambienExijo nell’immagine in cui appaiono gli ‘attivisti’ più influenti in Twitter per questo tag, che stanno si “rivelando per il futuro di Cuba” ed, inoltre, dice l’annuncio della Bruguera e compagnia “senza affiliazione politica”. (? Ripeto)
Da sinistra a destra: Yusnaby Pérez, Yoani Sáchez, Corazón Destruido (destra venezuelana), Antonio Rodiles, Ernesto Londoño (NYTime), Ana Olema (si dice anti-castrocomunismo), Arlen Cesar (Sou um brasileiro 14ymedio.com ), Joel @ElJoe80 (Collaboratore di tutti i progetti controrivoluzionari), R.D.P. (si dice cubano esliato politico), Amy (si dice anticomunista antisocialista…) Ileana Ros. Lehtinen (Congressista USA mafiosa anticubana), Rosa María Payá A., Rita Indiana, El Exilio o @anticastro76, ArtForum, YoTambienExijo, 14YMedio, Octavio Zayas, Rafael Rojas, Liú Santiesteban, @AilerMaria (de Rdodiles), Café Fuerte, Joaquín Badajoz, martinoticias.com, Lilo Vilaplana, Shaun Murray, Pablo Leon de la Barra, Michael Scholz (si dice anticomunista), Angelita, Orlando Luis Pardo Lazo, Penúltimos Díaz, Jorge del Río.
Salvo, forse tre eccezioni, il resto vive del denaro che dà la cosiddetta industria anticubana, quelli che rimarrebbero disoccupati se Cuba e USA raggiungono definitivamente un reale accordo.
Il 29 dicembre il Consiglio Nazionale delle Arti Plastiche ha rilasciato una dichiarazione dove informa che “dopo lunghe trattative con Tania Bruguera, ha deciso di mantenere la sua decisione di non sostenere il progetto “El susurro di Tatlin”. Tania non ha voluto negoziare. “La Piazza o niente” si deduce dalle pubblicazioni. Il governo prese la parola. Provocazioni no, e che chioccino o addirittura urlino ancora con l’assoluta complicità dei media.
Il 30 dicembre non si è prodotta la provocazione nella Piazza della Rivoluzione, ma continuò l’attività sui social network.
Con l’etichetta #YoTambienExijo si generò un elevato volume di messaggi, per un totale di oltre 56000. Parteciparono oltre 5485 internauti e in media ognuno pose quasi 7 posti, il che significa che vi è stato elevato attivismo. Gli organizzatori si dedicarono a fondo e dovettero ricorrere alla destra venezuelana quel giorno. Oltre il 70% dei tweets sono stati generati fuori da Cuba, di cui il 53% del volume totale è stato di USA e Spagna.
Ma gli utenti tweetter dell’Isola non si intimorirono. Sono riusciti ad associare tre etichette alternative all’appello dei mercenari: #CubaYaesLibre, #SubversionvsCuba e #RespetoxCuba.
Un dato finale è che nell’universo dei tweet emessi in questi giorni ed in particolare il 30 dicembre, numeri a parte, non poterono usurpare la voce della Rivoluzione. Non fa differenza se Tania Bruguera a titolo personale o per una motivazione che tradisce l’artistico, spari a salve sul tetto o sul suo piede. Lei sta dalla parte degli stessi salariati che si presentano come le voci di Cuba per i loro interessi meschini. I media già si da, hanno continuato a dare spazio alla parte delle ripercussioni che più gli interessa proprio a quelli che tutti sanno chi sono e cosa li spinge: gli scrocconi a cui, nell’isola o altrove, non gli credono perché in buon cubano ‘non possono far cadere Gennaro dal mulo se cammina a piedi’. La Rivoluzione continua e lo proverà.
Secretos públicos del #YoTambienExijo diseñado para Cuba.
Parte I
Norelys Morales Aguilera
En la presentación de su libro ‘El lado frío de la almohada’ (2004), la escritora española Belén Gopegui comentó que “si tuviera que elegir un objetivo para conseguir con esta novela sería que las personas interesadas por lo que ocurre en Cuba dejaran de conformarse con lo que dicen los medios de comunicación de masas y buscaran sus propias fuentes de documentación”, mientras ella confiaba que aún pueden existir personas que logren acercarse a la verdad de su pueblo en medio del bombardeo mediático, que aún no cesa. [1]
Este 30 de diciembre se dio el testimonio inequívoco de por qué no hay que conformarse con esos medios agendados fuera de Cuba. Lo dice todo la imagen lamentable y frustrante no noticiada de los corresponsales extranjeros en La Habana esperando que algo sucediese en la Plaza de la Revolución a las 3:00 p.m., a propósito de la convocatoria de un performance de la artista Tania Bruguera. No sucedió. Se llevaron la migaja noticiosa de amplificar “la ola de arrestos” no documentados que se habrían producido en La Habana.
Ninguno, absolutamente ninguno, de esos profesionales de la comunicación sin dudas capaces, por indicaciones precisas de sus redacciones centrales, las cuales disponen de todo lo necesario para trabajar con eficacia, buscaron para informar quiénes han sido los creadores de la que llamaron “una tribuna de expresión libre en la Plaza”, que tomó en Twitter y Facebook el hashtag #YoTambienExijo originado en México, enmarañando un performance de Bruguera con gruesos matices políticos, manipulativos y provocadores. [2]
Tania Bruguera muestra esos matices en su accionar en Internet y con ello levanta justificada desconfianza, pero antes de exponer su bregar mediático, que si se busca se encuentra, señalo dos antecedentes que “iluminaron” a los organizadores, para que ella fuese una vocera muy apetecible de una operación propagandística contrarrevolucionaria diseñada con los principios de Gene Sharp para los llamados golpes suaves.[3]
Uno fue durante la décima Bienal de La Habana en el 2009, cuando armó un performance, ‘El susurro de Tatlin’, mediante una tarima con un telón marrón en el Centro de Arte Contemporáneo Wilfredo Lam, e invitó al público a que dijeran lo que quisieran en un minuto. Cualquiera votaría con las dos manos por el anuncio.
Al margen de las valoraciones artísticas de la Bruguera con el trabajo en la conducta, quizás esta presentación habría sido significativa estéticamente en aquel contexto de un evento artístico de alto vuelo, pero fue relegada mediáticamente al secuestrar el performance personajes como Yoani Sánchez que en esos momentos estaba siendo lanzada al estrellato mediático por publicaciones del capital transnacional como El País de España con su agente en La Habana, Mauricio Vicent. [4]
Yoani y su esposo Reinaldo Escobar luego emplearon el video grabado para varias manipulaciones – “itinerario blogger” lo llamaron– como una realizada en Santiago de Cuba y otra en el poblado de Taguayabón en la provincia de Villa Clara.[5]
El segundo antecedente, fue que Bruguera estuvo presente durante el Occupy Wall Street, pero no hay testimonio de que se uniese a las demandas básicas de aquellos indignados: trabajo, justicia y educación, resueltas en Cuba e insatisfechas hasta hoy por “la democracia” de EE.UU. que asesina y reprime afroamericanos, entre otras violaciones. Menos se le vio en medio de la represión que acabó con el Movimiento, ni enfrentada a la brutalidad represora en el parque “Zucotti” (allí sí estuvieron otros connotados artistas). La mujer puso pie en polvorosa, pero sacó dividendos mediáticos capitalizados para una supuesta indignación cubana.
Así, la artista que se define como política, no tuvo ocurrencia artística alguna de ese corte en 2011, pero ahora sí, cuando los gobiernos de Estados Unidos y Cuba han decidido el restablecimiento de relaciones diplomáticas que podría poner en peligro a la floreciente y senil industria de la contrarrevolución sustentadora de la “disidencia” mercenaria cubana.
Tampoco se puede borrar de un plumazo que el gobierno de Estados Unidos junto con el acrecentamiento del bloqueo (también Bruguera le llama embargo) invirtió cuantiosos fondos –1997 y 2012 más de 200 millones de dólares– mediante la USAID, la NED, el IRI y otras entidades con fachada de no gubernamentales, para subvertir y derrocar “al régimen” de La Habana, sin faltar a la estrategia la formación de líderes para el cambio, gremios profesionales, periodistas independientes, emisoras provocadoras y subversivas, campañas de envíos masivos de spam y otras operaciones de las cuales se ha nutrido la señalada industria de la contrarrevolución miamense y terroristas, así como sus asalariados en la Isla, muchos de los cuales han promovido profusamente la plataforma #YoTambienExijo y rasgándose las vestiduras por su cofradía y Bruguera, vocera de una plataforma “sin filiación política” que tiene como representante a una artista autodefinida como política.
No dispongo de otras fuentes que no sean los rastros de Tania Bruguera en Internet al igual que cualquier internauta. Veamos desde cuándo participa públicamente en el asunto y quiénes la acompañan o dirigen.
Continuará…
Ni artístico ni espontáneo, y el que quiera ver que vea cómo se pretendió convertir “El susurro de Tatlin” de la Plaza de la Revolución en un grito de los cuatro gatos de la contrarrevolución, para entorpecer la incuestionable victoria de Cuba cuando Estados Unidos ha reconocido el fracaso de su política de aislamiento, hostilidad y agresión.
El 17 de diciembre de 2014 tras el anuncio del presidente cubano Raúl Castro y el norteamericano Barack Obama del canje de prisioneros y el restablecimiento de relaciones diplomáticas entre los respectivos países [6], Tania Bruguera dirigió una carta al Papa, Obama y Raúl a una velocidad sorprendente.
En ella dice: “Ustedes han entrado en la historia al proponer que el embargo/bloqueo sea una palabra aparentemente vacía, por cambiarle -con el restablecimiento de las relaciones diplomáticas- el sentido a 53 años de política definidas por un lado (U.S.) y utilizadas por otro (Cuba), para ideologizar la vida cotidiana de los cubanos donde quiera que estuviesen.” [7]
O sea, que según la visión de la vocera-artista política Bruguera, la definición de la agresividad y bloqueo de EE.UU., ha sido utilizada por Cuba para “ideologizar la vida de los cubanos”. Parte los significados de “embargo/bloqueo” y no se permite sutilezas: el bloqueo es un pretexto y su “dear Obama” no tiene que responder a quien desde la manipulación vocifera, ni por el reconocimiento a la independencia nacional, ni por daños humanos y materiales de sus terroristas, ni dar explicaciones, ni devolver los fondos robados al estado cubano. [8]
Sus “exigencias de cubana”, que no sabe o le importa un bledo lo que en la Isla hoy se discute y hace, repiten el guion preparado por la llamada “disidencia” con asesoría foránea, según está bien documentado, para ser los protagonistas del derribo de la Revolución, por cualquier vía – como pacifistas luciría bien y como revolución de color, mejor– y con los mismos planteamientos estructurados por un grupo como Estado de SATS de Antonio Rodiles y el trabajo mediático de Yoani Sánchez entre otros, que veremos cómo se implican.
El 18 de diciembre, Tania emplea por primera vez el hashtag #YoTambienExijo con el fin de lanzar una plataforma bajo ese nombre ya bien posicionado en Twitter por los mexicanos, que exigen justicia en causas que ni por asomo tienen comparación con Cuba. Tania la tuitea primero en inglés y despues en español. Vaya casualidad.
El 19 de diciembre en Facebook crean lo que ellos llaman la plataforma #YoTambienExijo (http://www.facebook.com/YoTambienExijo), un evento: https://www.facebook.com/events/1515487705372907 y en Twitter, @yotambienexijo, dando el contacto exige@yotambienexijo.org
A velocidad supersónica, muy espontáneamente además, fue alistada una convocatoria que dice: “A partir de la Carta Abierta que la artista Tania Bruguera escribió este miércoles 17 de diciembre al gobernante cubano Raúl Castro -ya no hacen falta su “querido Papa”, ni su “dear Obama” -, surge una plataforma ciudadana y voluntaria que se nuclea a partir de la frase clave de la misiva: “Yo Exijo”, para demandar el cumplimiento de los derechos civiles, políticos, económicos y culturales de los cubanos este próximo 30 de diciembre. Se inscribe así como reclamo público desde lo personal. #YOTAMBIENEXIJO es una plataforma pública e inclusiva..”
Siempre va a quedar la duda, de acuerdo con lo público conocido, si estaba prevista la carta como inicio de la maniobra con otro pretexto y se aprovecharon los anuncios de Raúl y Obama.
La primera persona que compartió la página fue la “muy inclusiva”, Elena V. Molina, empleada de Rodiles en Estado de Sats como muestran las imágenes siguientes.
Elena pertenece al “Equipo SATS”, es su diseñadora como se ve aquí: http://www.estadodesats.com/?s=Elena+V+Molina. Ella afirma que tiene experiencia como promotora en Latin America in Action (América Latina en Acción)
Esto significa según el propio sitio de LATAAC https://lataac.com/Home/AboutUs que: “Somos un grupo de gente que quiere que los sueños de las personas se hagan realidad. SOMOS LATAAC Change Makers (Promotores del Cambio)… LATAAC nació de la ayuda de personas de América Latina, los jóvenes líderes increíbles, inspirando a otros a desafiar a los proyectos sociales de todo el mundo para recaudar fondos, mejorar el desarrollo humano, y crear un impacto social dentro de sus regiones…”
Si esto no basta para comprender que no se trata de una acción artística, sino del montaje de una provocación para obstaculizar el inicio del restablecimiento de las relaciones de Cuba y Estados Unidos o, que se trata de una operación de algún color… por favor continúe con la cronología que también incluyo los personajes más activos, que ninguno por cierto es un cubano común y corriente como pretendieron hacer creer los convocantes.
El 21 de diciembre. Hay más precisiones: “#YoTambienExijo, un movimiento ciudadano voluntario y sin afiliación a partidos políticos… “es una plataforma pública e inclusiva. La respuesta a la pregunta ¿Quiénes somos? no es otra que ¿Quién soy? Si eres cubano y si crees en la restitución de tus derechos, entonces esta plataforma eres tú”.
Recórcholis, qué ese lenguaje de “tú” You, es del 2008 en la revista Times y el Indignado de las llamadas Primaveras árabes del 2011. Le faltó a Tania y su cofradía originalidad y actualización.
Pero, más importante, si esto no le recuerda a “calentar la calle” recomendado por Gene Sharp y las convocatorias para las llamadas “revoluciones pacíficas”, es porque no ha buscado la información. Solo hay que pensar en lo que iba a suceder en la Plaza de la Revolución cuando los promotores que se ven más abajo insultaran símbolos nacionales o valores, como han hecho ya, los mismos de siempre en sus espacios digitales.
Pero, Bruguera manipula, de buena gente que es, así: “Sería increíble poder compartir contigo en la Plaza ese momento, que tiene su referente más directo en una obra que hice en la Bienal de la Habana de 2009, donde puse un micrófono abierto del que hicieron uso quienes defendieron la Revolución, quienes la criticaron, quienes dijeron que no entendían nuestra realidad, quienes dijeron que tenían miedo y quienes trataron de articular su derecho a decir lo que piensan.”
¡Ayayay, Tania se olvidó de las reseñas de esos días donde le robaron el show los medios que solo se ocuparon de lo dicho por los contrarrevolucionarios! Ahora no era cuestión del ego artístico. Quizás alguna contadora sonó, tal vez, quizás… podría ser un secreto público que haya circulado por ahi.
El 25 de diciembre Tania informa en Twitter que ha llegado el momento de su arribo a La Habana y pide apoyo.
El 26 de diciembre los organizadores piensan que todo está listo para la gran operación contra “el régimen”, pero quedan cabos sueltos que Tania o quien la está dirigiendo tratan de enmendar escribiéndole nuevamente al Papa Francisco una carta fechada en Frankfur ese día.
Ah, esta “ciudadana común” da una versión de la operación mediática ya inocultable: “Tras publicarse (la carta de Tania), un grupo de cubanos sin filiación (¿?) reaccionó ante una línea de la carta que llamaba a todos los cubanos a ir el 30 de diciembre a la Plaza de la Revolución a hablar en un ‘micrófono abierto’. Ellos han creado la plataforma #YoTambienExijo a la que se han sumado hasta ahora casi tres mil personas (¿?) en solo seis días, muchos de ellos cubanos, dentro y fuera de la isla, y con distintas maneras de pensar y diferentes credos religiosos pero todos con deseos de participar en el futuro de Cuba.” (El subrayado no está en el original)
Vea quiénes son los líderes o autores de #YoTambienExijo en la imagen donde aparecen los “activistas” más influyentes en Twitter para esta etiqueta, que están “desvelados por el futuro de Cuba” y, además, dice la convocatoria de la Bruguera y compañía, “sin filiación política”. (¿? repito)
De izquierda a derecha: Yusnaby Pérez, Yoani Sáchez, Corazón Destruido (derecha venezolana), Antonio Rodiles, Ernesto Londoño(NYTime), Ana Olema (Se dice anti-castrocomunismo), Arlen Cesar (Sou um brasileiro 14ymedio.com ), Joel @ElJoe80 (Colaborador de todo proyecto contrarrevolucionario), R.D.P. (Se dice cubano exiliado político), Amy (Se dice anticomunista antisocialista…) Ileana Ros. Lehtinen (Congresista mafiosa anticubana de EEUU), Rosa María Payá A., Rita Indiana, El Exilio o @anticastro76, ArtForum, YoTambienExijo, 14YMedio, Octavio Zayas, Rafael Rojas, Liú Santiesteban, @AilerMaria (de Rdodiles), Café Fuerte, Joaquín Badajoz, martinoticias.com, Lilo Vilaplana, Shaun Murray, Pablo Leon de la Barra, Michael Scholz (se dice anticomunista), Angelita, Orlando Luis Pardo Lazo, Penúltimos Díaz, Jorge del Río.
Salvo, quizás tres excepciones, el resto vive del dinero que da la llamada industria anticubana, los que se quedaran desempleados si Cuba y Estados Unidos definitivamente alcanzan un entendimiento real.
El 29 de diciembre el Consejo Nacional de las Artes Plásticas emitió una declaración donde informa que, “luego de largas conversaciones con Tania Bruguera, ha decidido mantener su decisión de no apoyar el proyecto “El susurro de Tatlin”. Tania no quiso negociar. “La Plaza o nada” se infiere de las publicaciones. El gobierno le tomó la palabra. Provocaciones no, y que cacareen o chillen aún con la absoluta complicidad mediática.
El 30 de diciembre no se produjo la provocación en la Plaza de la Revolución, pero continuó la actividad en las redes sociales.
Con la etiqueta #YoTambienExijo se generó un volumen alto de mensajes, en total más de 56 mil. Participaron 5 mil 485 internautras y como promedio cada uno puso casi 7 mensajes, lo que significa que hubo alto activismo. Los organizadores se emplearon a fondo y tuvieron que acudir a la derecha venezolana ese día. Más del 70% de los tuits se generaron fuera de Cuba, y de ellos el 53% respecto al volumen total fue de Estados Unidos y España.
Pero, los tuiteros de la Isla no se amilanaron. Lograron asociar tres etiquetas alternativas al llamamiento de los mercenarios: #CubaYaesLibre, #SubversionvsCuba y #RespetoxCuba.
Un dato final, es que en el universo de tuits emitidos en estos días y en particular el día 30 de diciembre, números aparte, no pudieron usurpar la voz de la Revolución. Da lo mismo que Tania Bruguera a título personal o por una motivación que traiciona lo artístico, dé un tiro de salva en el techo o en su pie. Ella está en el bando de los mismos asalariados que se presentan como las voces de Cuba para sus intereses mezquinos. Los medios ya se sabe, han continuado dando espacio al lado de las repercusiones que más interesa precisamente a los que todos saben quiénes son y qué los mueve: los vividores a los cuales en la Isla o fuera de ella, no les creen porque en buen cubano de a pie no tumban a Genaro de la mula. La Revolución sigue y lo probará.
Notas
[1] http://islamiacu.blogspot.com/2010/04/la-revolucion-es-superacion.html
[2] http://islamiacu.blogspot.com/2014/12/tania-bruguera-te-conozco-mascarita.html
[3] http://www.taringa.net/posts/info/17299761/Como-empezar-una-revolucion-Pacifica-Gene-Sharp.html
[4] http://razonesdecuba.cubadebate.cu/series/mentiras-bien-pagadas/la-bloguera-de-washington-ha-recibido-medio-millon-de-dolares-en-4-anos
[5] http://islamiacu.blogspot.com/2009/10/yoani-sanchez-sumele-otro-premio-la.html
[6] http://islamiacu.blogspot.com/2014/12/pronunciamientos-del-presidente-cubano.html [7] http://www.taniabruguera.com/cms/711-1-Blog+2014+overview.htm [8] http://islamiacu.blogspot.com/2014/12/eeuu-cuba-que-todo-cambie-para-que.html – See more at: http://islamiacu.blogspot.it/2015/01/secretos-publicos-del-yotambienexijo_5.html#more