«Riceviamo costantemente informazioni che si potranno avere aggressioni, nuovi attacchi da qualsiasi parte», ha detto l’ambasciatore in un’intervista a Sputnik ed ha sottolineato che le autorità venezuelane hanno le prove che “ci si possono aspettare nuovi attacchi”.
«Il presidente Nicolás Maduro lavora costantemente con le nostre Forze Armate, si riunisce con i comandanti in capo, studia la situazione e le possibili forme per organizzare la difesa», ha aggiunto il diplomatico.
L’ambasciatore venezuelano ha affermato che si mantiene la minaccia di invasioni degli Stati Uniti in Venezuela.
«Le minacce si mantengono. Abbiamo sentito che alti funzionari militari degli Stati Uniti dicono che possono invadere il nostro paese in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo e che quello che sperano è un motivo per cominciare un’aggressione contro il nostro paese», ha detto l’ambasciatore.
Il 22 dicembre, il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino López, ha comunicato che un militare è morto per un assalto armato di un gruppo d’oppositori contro un’unità militare nel sud del Venezuela.
Il ministro di Comunicazione e Informazione, Jorge Rodríguez, ha affermato che questo attacco al battaglione militare aveva il proposito di generare un’azione di bandiera falsa per favorire l’intervento militare da parte degli USA.
Il cancelliere venezuelano, Jorge Arreaza, ha affermato che «il gruppo di mercenari che ha preteso di generare violenza e che ha assaltato l’unità militare in Gran Sabana, ha la sua base di operazioni in Perù dove entrano passando per la Colombia e ricevono appoggio anche in Brasile ».
Il Venezuela attraversa una crisi politica intensificata nel gennaio scorso quando il deputato oppositore Juan Guaidó, sostenuto dagli USA e una cinquantina di paesi, si dichiarò «presidente incaricato» del paese, fatto che il Governo venezuelano ha accentuato come tentativo di colpo di Stato.
Da allora Washington ha intensificato le sanzioni alle autorità del Governo venezuelano e ha adottato misure punitive di carattere commerciale e finanziario.
LA MEDIAZIONE DURANTE LA CRISI
Carlos Rafael Faría Tortosa ha dichiarato a Sputnik che qualsiasi paese può agire in qualità di mediatore nei negoziati per risolvere la crisi in Venezuela.
Il diplomatico ha ricordato che per il presidente del paese, Nicolás Maduro, non è stato un ostacolo «che la Norvegia sia stata le mediatrice nei negoziati precedenti».
«Qualsiasi paese può essere mediatore (…) Un bando neutrale può regolare le soluzioni prese in questo tavolo di negoziati», ha detto l’ambasciatore.
Faría ha indicato che Caracas sa che Mosca ha proposto in varie occasioni la sua candidatura per questo ruolo.
«Anche se non lo fa in forma diretta, la Russia influisce in una certa maniera in questo processo», ha assicurato il diplomatico.
Nel maggio scorso sono iniziati a Oslo, la capitale della Norvegia, i dialoghi tra il governo e l’opposizione del Venezuela.
I contatti realizzati nel paese del nord e poi con il patrocinio di Oslo in Barbados hanno favorito il primo avvicinamento tra rappresentanti del Governo venezuelano e l’opposizione, dalla più recente crisi politica avvenuta in gennaio dopo il giuramento del presidente Maduro per il periodo 2019-2025.
LA COOPERAZIONE CON LA RUSSIA
L’ambasciatore venezuelano ha dichiarato anche che il Venezuela è interessato allo sviluppo di una collaborazione con la Russia nell’area dell’energia.
«Il Venezuela è interessato allo sviluppo della cooperazione con la Russia in Energia e Commercio», ha detto Faría ed ha constatato che «si sono intensificati i contatti politici» tra i due paesi.
Ugualmente si è intensificato il lavoro congiunto dei leader della Russia e del Venezuela, indirizzato a rinforzare la collaborazione e avvicinare le posizioni dei due paesi, ha detto l’ambasciatore.
Caracas non ha informazioni su un’eventuale visita del presidente della Russia, Vladímir Putin, in Venezuela.
«Non abbiamo informazioni su una visita di risposta di Putin a Caracas (..) ma le visite dal nostro paese alla Russia continuano ovviamente, dato che la cooperazione cresce ogni anno», ha detto Carlos Rafael Faría Tortosa.
Il 5 ottobre, durante la riunione della Commissione Intergovernativa d’Alto Livello (CIAN) a Caracas, Russia e Venezuela hanno rinforzato i patti di cooperazione che sino ad ora si sono stradotti in 264 accordi in 20 aree strategiche tra le quali spiccano: energia, cooperazione tecnica militare, miniere, finanze, agricoltura, industrie, commercio e trasporto.
Il 25 settembre, il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, ha realizzato una visita ufficiale a Mosca ed ha incontrato il suo omologo russo, Vladímir Putin.
Il Governo venezuelano ha detto che le alleanze strategiche con la Russia si sono tradotte in grandi progetti nel settore energetico, con investimenti russi di 4000 milioni di dollari e con una crescita del 10% nello scambio commerciale degli ultimi mesi.