di Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
30mila morti di Covid in Venezuela? Il rapporto della Johns Hopkins contro il Venezuela non esiste, lo ha inventato HRW
Qual è la risposta del Venezuela al Covid-19? Fino a questo momento ottima. Migliore di ogni aspettativa, visto che la pandemia poteva colpire fortemente un paese già soffocato e portato allo stremo dalle criminali sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti e dalla caduta del prezzo del petrolio.
Le fake news vomitate da certa stampa liberal – che non nominiamo nemmeno per non fargli immeritata pubblicità – rasentano la comicità.
In Venezuela davvero ci sono almeno 30mila morti per coronavirus come afferma l’ONG Human Rights Wacht (HRW), secondo quanto riportano i pennivendoli in servizio permanente contro la Rivoluzione Bolivariana citando una fantomatica relazione della Johns Hopkins University?
La presunta relazione della Johns Hopkins University citata da Human Rights Watch (HRW) semplicemente non esiste, come spiega Últimas Noticias.
Si tratta solo di un riassunto delle diverse relazioni della ONG di José Miguel Vivanco, presentato in una conferenza stampa virtuale alla quale ha partecipato la dottoressa Kathleen Page, che ha affermato “senza avere i dati a portata di mano”, che calcola a 30000 morti in Venezuela per Covid-19, per poi aggiungere che “i venezuelani soffriranno molto”.
Vivanco da parte sua ha aggiunto che Nicolás Maduro è un dittatore, giusto per ribadire l’imparzialità di questa ONG.
Kathleen Page è, in effetti, membro del Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health Center for Public Health and Human Rights, una sorta di fondazione finanziata dal miliardario Michael Bloomberg, ex sindaco di New York ed ex candidato presidenziale democratico, e che appena lo scorso febbraio ha realizzato una dichiarazione di sostegno a Juan Guaidó in cui affermava: “Sappi che quando cadrà il governo Maduro, sosterremo i tuoi sforzi per ricostruire un Venezuela libero, prospero e democratico”.
Una dichiarazione che letta in questa fase segnata dalla rivolta degli afroamericani statunitensi dopo la morte avvenuta per mano della polizia di George Floyd suona alquanto ridicola.
Tornando al fantomatico rapporto, questo non esiste. Solo l’invito alla conferenza stampa a cui avrebbe partecipato è sul sito web del centro.
Le uniche informazioni sul Venezuela e sul Covid-19 della Johns Hopkins University, che sono note, sono le statistiche che fornisce in tempo reale su tutti i paesi, che possono essere trovate qui, dove sono riportate le stesse informazioni fornite dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela.
La dottoressa Page collabora – come da lei stessa confermato durante la conferenza – con HRW da più di un anno. È lo stesso medico che è apparso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 10 aprile per chiedere che un’emergenza sanitaria fosse dichiarata in Venezuela, sempre con Vivanco. E scrive anche articoli a quattro mani con Tamara Taraciuk, la persona a cui Vivanco affida tutto quanto è collegato al Venezuela.
Interessante notare che che l’account Twitter di Page, @DrKathleenPage1, ha solo 6 tweet nella sua storia e 5 di questi sono contro il governo del Venezuela.
Con questo background, Vivanco e Page sono arrivati alla conferenza stampa per parlare del Venezuela. Page ha dichiarato di aver basato la sua valutazione su sondaggi condotti negli ospedali venezuelani e conversazioni telefoniche con medici in cui ha evidenziato il problema della mancanza di acqua.
Questi dati sono stati riportati dall’Agenzia di stampa France Press, tra gli altri, e poi da dozzine di media a livello internazionale, come la rivista colombiana Semana. Così la fake news è sbarcata pure sui media liberal nostrani che ovviamente non si lasciano scappare l’occasione gettare fango sul Venezuela bolivariano. Peccato che poi gli stessi media facciano la morale un giorno sì e l’altro pure, sulla disinformazione russa o cinese volta a destabilizzare l’Italia.
Realtà contro fake news
Il governo bolivariano del Venezuela, da quando il Covid-19 è arrivato nel paese, ha promosso un piano preventivo globale per individuare ogni caso inviando medici casa per casa in modo da ridurre significativamente l’impatto dell’epidemia in Venezuela.
Strategia che ha pagato visto che la curva dei contagi è praticamente piatta e l’80% dei casi proviene dall’estero. Sì, perché tanti migranti preferiscono tornare a casa dove riceveranno assistenza gratuita e tempestiva. Vuoi vedere che questo Maduro non è poi così cattivo come lo dipingono certi media?
Infatti, con una visione umanistica e inclusiva, oltre 16 mila squadre di professionisti medici visitano quotidianamente diversi settori in 365 comuni del territorio, casa per casa, per conoscere lo stato di salute delle famiglie venezuelane, sulla base delle informazioni fornite dalle indagini condotte tramite la piattaforma Patria, sistema in cui sono registrati quasi 20 milioni di venezuelani. Inoltre, le brigate della salute si recano nei giorni di screening per cercare casi nel perimetro in cui è stato rilevato un contagio.
Pertanto, il Venezuela ha elaborato una politica strategica, che è stata la chiave per servire efficacemente caso per caso e ha consentito la raccolta diretta di informazioni pertinenti. Gli specialisti al servizio delle comunità, noti come gli eroi anonimi, in questa epoca di trascendenza per la vita umana sul pianeta, hanno partecipato eticamente anche quando sono i primi a rischiare la vita.
In circa due mesi e mezzo, sono stati eseguiti quasi un milione di test diagnostici, il numero più alto in America Latina per milione di abitanti.
Possiamo quindi affermare senza tema di smentite che dopo aver trascorso due mesi a nascondere gli oggettivi risultati prodotti dalla lungimirante strategia venezuelana contro la pandemia di Covid-19 e alcuni tentativi falliti di diffondere fake news riguardo a all’epidemia e le morti da essa causate, i media mainstream sono entrati in una fase segnata da menzogne aperte, eclatanti e iperboliche.