La guerra ai servizi pubblici in tempi di pandemia: capitolo Venezuela

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La pandemia globale è stata considerata dai finanziatori ed operatori del piano di cambio di regime in Venezuela come una propizia opportunità per intensificare il caos sociale.

Da tempo i servizi pubblici vanno soffrendo intensi attacchi ed in molti casi si è determinata la loro motivazione politica, oltre all’iperanomia, fenomeno causato dall’attacco multidimensionale che il paese riceve che suppone la sospensione di tutte le regole che governano la convivenza.

Nel 2017, sconfitte le guarimbas, escalation violenta nascosta sotto forma di proteste, sono aumentati gli atti di sabotaggio perpetrati dai settori dell’anti-chavismo e diretti alla distruzione di sistemi elettrici e di approvvigionamento di acqua potabile.

A causa dell’interdipendenza tra i sistemi elettrico, idrico, energetico fossile e comunicativo, gli attacchi hanno un impatto esponenziale e riproducono, insieme agli effetti del blocco economico, situazioni di malessere e sconforto nella popolazione.

Questo processo ha avuto momenti di punta come il blackout elettrico, del marzo 2019, che ha lasciato quasi tutto il paese nell’oscurità ed il cui recupero ha richiesto il supporto internazionale. Tuttavia, prima e durante la quarantena, decretata dal governo nazionale a causa del Covid-19, è proseguito il piano di deterioramento delle linee telefoniche fisse, del servizio Internet, delle piattaforme di pagamento elettronico, dei punti vendita e delle pagine bancarie per realizzare trasferimenti (data la carenza di contanti), acqua, gas ed elettricità che presentano un numero sproporzionato di guasti che riducono significativamente la qualità della vita dei cittadini.

Vediamo alcuni esempi specifici.

Sabotaggio al lavoro e studio a distanza: Cantv

 

Una delle misure che sono state messe in atto per combattere il contagio del nuovo coronavirus è il cosiddetto “distanziamento sociale”. Ciò richiede che le attività lavorative e di studio debbano cambiare nelle loro normali dinamiche ed essere sostituite dalla modalità a distanza. Le telecomunicazioni sono essenziali per raggiungere questo obiettivo attraverso le tecnologie dell’informazione e comunicazione (TIC) che consentono lezioni virtuali e telelavoro.

La notte dell’8 febbraio scorso, quasi un mese prima del decreto di stato di allarme che ha attivato la quarantena sociale, un incendio nel magazzino Flor Amarillo di Cantv e Movilnet, nello stato di Carabobo, ha causato la totale perdita di materiale strategico di telecomunicazione.

Così lo ha comunicato la vicepresidentessa esecutiva della Repubblica, Delcy Rodríguez, attraverso il suo account Twitter.

Ha anche annunciato che il presidente Nicolás Maduro ha ordinato l’immediata rifusione di questo materiale essenziale e la cattura dei responsabili.

Rodríguez ha aggiunto: “L’estremismo dell’opposizione, diretto da Washington, persiste nella sua ossessione di aggredire il popolo venezuelano. Insieme, come una sola nazione, sconfiggeremo la violenza imperiale”.

L’11 febbraio, il commissario generale Douglas Rico, direttore del Corpo delle Indagini Scientifiche Penali e Criminalistiche (Cicpc) ha annunciato che stavano lavorando in coordinamento con il Servizio Bolivariano d’Investigazione (Sebin), la Direzione Generale del Controspionaggio Militare (Dgcim), la Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) ed il Corpo dei Vigili del Fuoco.

“In questo momento un gruppo di uomini e donne stanno entrando nel deposito per ispezionare dettaglio per dettaglio e localizzare altri focolai che hanno dato inizio a questo grande incendio che ha consumato tablet, portatili, antenne satellitari ed altri beni che sono utilizzati dalla società Cantv” ha aggiunto.

Il 17 febbraio, il Cicpc ha annunciato la detenzione di cinque persone legate all’incendio, le cui perdite sono ammontate a 275 milioni di $, e dove le fiamme hanno consumato circa sette capannoni.

Risultano implicati: Efren Enrique Espinoza Rodríguez (52), coordinatore del magazzino Cantv; Luis Eduardo Peralta (59); Roger Malvin Rico (38), coordinatore del magazzino Movilnet; Hialmar Alfredo Blanco Yanez (52), coordinatore della società di sicurezza che sorvegliava il complesso; e Jean Carlos Rafael González (40), analista dei materiali Cantv.

Il Cicpc non esclude il fatto come un atto terroristico, ma ufficiosamente è emerso che potrebbero esserci legami con individui che vivono nella città di Cúcuta in Colombia.

Sabotaggio alla preparazione di alimenti: PDVSA Gas

 

Il servizio di gas domestico ha sperimentato vari inciampi nel suo processo di distribuzione, ciò che ha prodotto proteste in vari settori del paese, ma anche una risposta esemplare da parte del potere popolare attraverso i Comitati Locali di Alimentazione e Produzione (CLAP) ed altri attori territoriali, che organizzano la distribuzione nelle comunità garantendo il suo accesso alla maggioranza.

Oltre alle difficoltà nel preparare alimenti in assenza di questo combustibile fossile, i raggruppamenti di persone nei quartieri popolari, nell’attesa della distribuzione delle bombole, rappresentano un rischio di trasmissione del Covid-19.

Nelle prime ore del 20 marzo, si è verificata un’esplosione nello stabilimento di El Carito, installazione appartenente alla Divisione di Esplorazione e Produzione di Petrolio del Venezuela (PDVSA) nel comune di Ezequiel Zamora (Punta de Mata) nello stato di Monagas.

L’incidente ha distrutto una parte importante dell’infrastruttura petrolifera e del gas dell’area, tuttavia, mediante la chiusura delle valvole, è stato possibile controllare metà dell’incendio e non sono stati segnalati feriti.

I media hanno annunciato che la produzione nazionale di gas domestico era paralizzata, il che poteva danneggiare la distribuzione nell’entità. È stato riferito che la stazione sinistrata aveva una produzione di 37.000 barili di petrolio al giorno. Va notato che la Divisione Punta de Mata ha una produzione di 140 mila barili al giorno.

Alcuni portali apertamente anti-chavisti si sono spinti a responsabilizzare “la mancanza di manutenzione e di investimenti nell’industria petrolifera” dell’incidente senza un rapporto tecnico sulle cause.

Sabotaggio all’igiene e pulizia: Hidrocapital

 

Un’altra misura che la popolazione deve mettere in pratica è la pulizia degli spazi pubblici e privati ​​per evitare l’incubazione del virus al loro interno. Attraverso la Missione Venezuela Bella, il governo venezuelano ha disinfettato piazze e viali in varie città. Allo stesso modo, le famiglie devono essere rigorose in termini di igiene quando tornano dalla strada, proteggendo così gli anziani ed i bambini, per i quali il nuovo coronavirus è più rischioso.

La notte dello scorso 12 maggio, è stato registrato un incendio nel sistema elettrico della stazione di pompaggio n. 32 di Hidrocapital, situata nel settore Caujarito, sulla strada nazionale Charallave-Santa Teresa, che ha interessato la cella numero 6 e costretto ad adottare misure di sicurezza come la sospensione temporanea del servizio elettrico in questa stazione di pompaggio, a La Chara e nell’Impianto di Potabilizzazione di Caujarito.

Il 14 maggio, un incendio ha danneggiato le celle di alimentazione elettrica della stazione di pompaggio di Taguacita, nelle Valles del Tuy, nello stato di Miranda. Questa avaria ha causato che diversi settori di Miranda e del Distretto Capitale rimanessero, per giorni, senza servizio idrico e, sebbene la restituzione sia iniziata gradualmente domenica 17 maggio, ci sono voluti vari giorni affinché tornasse il servizio in alcune aree.

Il ministro dell’Interno, Giustizia e Pace, Néstor Reverol, ha affermato che si è trattato di un attacco al sistema idrico del paese e che presunti sabotatori hanno attivato esplosivo che ha colpito il pannello di controllo della stazione di pompaggio. Opportunamente, i media anti-chavisti hanno messo in dubbio la versione ufficiale dicendo che ‘sono emerse’ diverse versioni che spiegavano l’origine dell’incidente.

Il 24 maggio si è prodotto un incendio nelle vicinanze della stazione di pompaggio Hidrocapital n. 33, situata nel settore Sabaneta di Los Anaucos, nella parrocchia di Las Brisas nel comune di Cristóbal Rojas. Questo terzo incidente, in meno di un mese, è stato controllato da funzionari del Corpo dei Vigili del Fuoco dello stato di Miranda ed ha generato la momentanea sospensione del servizio di acqua potabile nel Distretto Capitale, che è stato successivamente ripristinato.

Un piano dietro il caos ed un momento cruciale

 

Da parte sua, i media nazionali ed internazionali, insieme ai laboratori che utilizzano reti come WhatsApp, mantengono una permanente campagna che alimenta la percezione generalizzata che il paese sia sull’orlo del precipizio, ciò che causa malcontento e disperazione che sfociano in proteste.

Tale scenario è favorevole all’aumento dei contagi dovuti alla folla, al collasso del sistema sanitario già colpito dall’attacco multidimensionale e funge da brodo di coltura per lo scoppio sociale.

L’anti-chavismo ed i suoi partner regionali hanno cercato, senza successo, di far rivivere le guarimbas (rivolte ndt) nel paese, cercando di perfezionare la loro ricetta delle ‘primavere’ a tinta pacifica da un lato, mentre organizzavano incursioni armate dall’altro. Tutto nel mezzo di una pandemia che mantiene il mondo sulle spine di fronte alla recessione economica e all’esaurimento di un modello di civilizzazione.

Non può prescindere dall’analisi il fatto che molte aziende che forniscono servizi pubblici sono nell’agenda di privatizzazione di un possibile governo neoliberale se il chavismo dovesse essere sfrattato dal potere. Il deterioramento che sta causando questa escalation di sabotaggi consentirebbe che queste società siano vendute ad un prezzo “da saldo”, il che è appetibile per gli stessi settori privati ​​che oggi finanziano il golpe continuato.

Alcune voci sostengono che i servizi possono migliorare se si incassa il prezzo “internazionale” senza tenere conto del livello di dipendenza tecnologica della sua infrastruttura e realizzare una trasformazione che porti all’indipendenza richiede molto tempo.

La mancanza di valuta estera, prodotto del blocco dei conti venezuelani all’estero, non consente che le società straniere che hanno venduto sistemi di pompaggio, estrazione, controllo elettronico o altri possano dotarci di pezzi di ricambio.

Infine, esiste un processo di degrado sistemico in una minoranza burocratica che si lascia influenzare da campagne demoralizzanti o offerte monetarie per danneggiare strutture o rimanere a braccia conserte davanti alle esigenze sociali.

Sembra che il silenzio mediatico non permetta loro conoscere quello che vivono i settori operai in paesi come Brasile, Ecuador, Bolivia, Argentina, Paraguay, El Salvador e Honduras, i cui governi sono stati consegnati alle oligarchie senza patria e le cui società stanno passando momenti difficili in tempi di pandemia.

Il momento, data la fragilità infrastrutturale in Venezuela, sembra cruciale per profonde trasformazioni.


La guerra a los servicios públicos en tiempos de pandemia: capítulo Venezuela

La pandemia global ha sido considerada por financistas y operadores del plan de cambio de régimen en Venezuela como una oportunidad propicia para intensificar el caos social.

Los servicios públicos vienen sufriendo ataques intensos desde hace tiempo y en muchos casos se ha determinado su motivación política, además de la hiperanomia, fenómeno provocado por el ataque multidimensional que recibe el país que supone la suspensión de todas las normas que rigen la convivencia.

En 2017, derrotadas las guarimbas, escalada violenta encubierta en forma de protestas, aumentaron los actos de sabotaje perpetrados por sectores del antichavismo y dirigidos a la destrucción de sistemas eléctricos y de suministros de agua potable.

Debido a la interdependencia entre los sistemas eléctrico, hídrico, energético fósil y comunicacional, los ataques tienen un impacto exponencial y reproducen, junto a los efectos del bloqueo económico, situaciones de malestar y desasosiego en la población.

Este proceso tuvo momentos cumbres como el apagón eléctrico de marzo de 2019 que dejó a casi todo el país en tinieblas y cuya recuperación requirió de apoyo internacional. Sin embargo, antes y durante la cuarentena decretada por el gobierno nacional a causa del Covid-19, ha continuado el plan de deterioro de líneas telefónicas fijas, servicio de Internet, plataformas de pago electrónico, puntos de venta, páginas de los bancos para realizar transferencias (ante la escasez del dinero en efectivo), agua, gas y electricidad que presentan un número desproporcionado de fallas que disminuyen significativamente la calidad de vida de la ciudadanía.

Vamos con algunos ejemplos puntuales.

Sabotaje al trabajo y estudio a distancia: Cantv

Una de los medidas que se han dispuesto para combatir el contagio del nuevo coronavirus es el llamado “distanciamiento social”. Esto requiere que las actividades de trabajo y estudio tengan que cambiar en su dinámica usual y sean sustituidas por la modalidad a distancia. Las telecomunicaciones son fundamentales para que se logre dicho objetivo mediante tecnologías de información y comunicación (TIC) que permitan clases virtuales y teletrabajo.

La noche del pasado 8 de febrero, casi un mes antes del decreto de estado de alarma que activó la cuarentena social, un incendio en el almacén Flor Amarillo de Cantv y Movilnet, en el estado Carabobo, causó la pérdida total de material estratégico de telecomunicaciones.

Así lo dio a conocer la vicepresidenta ejecutiva de la República, Delcy Rodríguez, a través de su cuenta en Twitter.

También anunció que el presidente Nicolás Maduro ordenó la restitución inmediata de este material indispensable y la captura de los responsables.

Rodríguez agregó: “El extremismo opositor dirigido desde Washington persiste en su obsesión de agredir al pueblo venezolano. Juntos como una sola nación derrotaremos la violencia imperial”.

El 11 de febrero, el comisario general Douglas Rico, director del Cuerpo de Investigaciones Científicas Penales y Criminalísticas (Cicpc) anunció que estaban trabajando en articulación con el Servicio Bolivariano de Investigaciones (Sebin), la Dirección General de Contrainteligencia Militar (Dgcim), la Guardia Nacional Bolivariana (GNB) y el Cuerpo de Bomberos.

“En este momento un grupo de hombres y mujeres están entrando al depósito para ir inspeccionando detalle a detalle y lograr localizar otros focos que dieron inicio a este gran fuego que consumió tablets, canaimitas, antenas satelitales y otros bienes que son utilizados por la empresa Cantv”, agregó.

El 17 de febrero, el Cicpc anunció la aprehensión de cinco personas vinculadas al incendio cuyas pérdidas ascendieron a 275 millones de dólares y donde las llamas consumieron unos siete galpones.

Efren Enrique Espinoza Rodríguez (52), coordinador del almacén Cantv; Luis Eduardo Peralta (59); Roger Malvin Rico (38), coordinador del almacén Movilnet; Hialmar Alfredo Blanco Yanez (52), coordinador de la empresa de seguridad que vigilaba el recinto; y Jean Carlos Rafael González (40), analista de materiales Cantv, fueron los implicados.

El Cicpc no descarta el hecho como un acto terrorista, trascendió extraoficialmente que podría haber nexos con individuos que hacen vida en la ciudad de Cúcuta en Colombia.

Sabotaje a la preparación de alimentos: PDVSA Gas

El servicio de gas doméstico ha experimentado diversos traspiés en su proceso de distribución, lo que ha producido protestas en varios sectores del país pero también una respuesta ejemplar por parte del poder popular mediante los Comité Locales de Alimentación y Producción (CLAP) y demás actores territoriales, quienes organizan la distribución en las comunidades asegurando su acceso a las mayorías.

Además de las dificultades para preparar alimentos en ausencia de este combustible fósil, las aglomeraciones de personas en las barriadas en la espera de la distribución de bombonas constituyen riesgo de contagio del Covid-19.

La madrugada del 20 de marzo se produjo una explosión en la planta El Carito, instalación perteneciente a la División de Exploración y Producción de Petróleos de Venezuela (PDVSA) en el municipio Ezequiel Zamora (Punta de Mata) del estado Monagas.

El siniestro destruyó parte importante de la infraestructura petrolera y gasífera de la zona, sin embargo, mediante el cierre de las válvulas se pudo controlar la mitad del incendio y no se reportaron heridos.

Medios anunciaron que quedaba paralizada la producción de gas doméstico, lo que podía afectar la distribución en la entidad. Se informó que la estación siniestrada tiene una producción de 37 mil barriles de petróleo por día. Cabe destacar que la División Punta de Mata tiene una producción de 140 mil barriles por día.

Algunos portales abiertamente antichavistas se adelantaron a responsabilizar a “la falta de mantenimiento y de inversiones en la industria petrolera” del siniestro sin informe técnico de las causas.

Sabotaje a la higiene y limpieza: Hidrocapital

Otra de las medidas que la población debe poner en práctica es la limpieza de los espacios públicos y privados para evitar que el virus se incube en ellos. A través de la Misión Venezuela Bella, el gobierno venezolano ha higienizado plazas y avenidas en diversas ciudades. Asimismo las familias deben ser estrictas en la higiene al retornar de la calle, de esta manera se protege a adultos mayores y niños, para quienes el nuevo coronavirus es más riesgoso.

La noche del pasado 12 de mayo se registró un incendio en el sistema de electricidad de la estación de bombeo Nº 32 de Hidrocapital, ubicada en el sector Caujarito, en la carretera nacional Charallave-Santa Teresa, lo que afectó la celda del interruptor número 6 y obligó tomar medidas de seguridad como suspender temporalmente el servicio eléctrico en esta estación de bombeo, en la Chara y en la Planta Potabilizadora de Caujarito.

El 14 de mayo un incendio dañó las celdas de alimentación eléctrica de la estación de bombeo Taguacita, en los Valles del Tuy, estado Miranda. Esta avería provocó que varios sectores de Miranda y Distrito Capital quedaran sin servicio de agua durante días y, aunque la restitución inició gradualmente el domingo 17 de mayo, pasaron varios días más para que retornara el servicio en determinadas zonas.

El ministro de Interior, Justicia y Paz, Néstor Reverol, aseveró que se trataba de un ataque al sistema hídrico del país, y que presuntos saboteadores accionaron un explosivo que afectó el panel de control de la estación de bombeo. Como es menester, medios del antichavismo pusieron en duda la versión oficial diciendo que “surgieron” distintas versiones que explicaban el origen del incidente.

El 24 de mayo se produjo un incendio en las adyacencias de la estación de bombeo Nº 33 de Hidrocapital, ubicada en el sector Sabaneta de Los Anaucos, en la parroquia Las Brisas del municipio Cristóbal Rojas. Este tercer siniestro en menos de un mes fue atendido por funcionarios del Cuerpo de Bomberos del estado Miranda y generó la suspensión momentánea del servicio de agua potable en el Distrito Capital, que posteriormente fue restablecido.

Un plan detrás del caos y un momento crucial

Por su parte, los medios nacionales e internacionales, junto a laboratorios que utilizan redes como WhatsApp, mantienen una permanente campaña que alimenta la percepción generalizada de que el país está al borde del precipicio, lo que causa descontento y desesperanza que desembocan en protestas.

Tal escenario es propicio para el aumento de contagios por aglomeraciones, el colapso del sistema sanitario ya golpeado por el ataque multidimensional y sirve de caldo de cultivo para el estallido social.

El antichavismo y sus socios regionales han buscado, sin éxito, revivir las guarimbas en el país buscando perfeccionar su receta de las “primaveras” de tinte pacífico por un lado, mientras organizan incursiones armadas por el otro. Todo en medio de una pandemia que mantiene al mundo en vilo ante la recesión económica y el agotamiento de un modelo civilizatorio.

No puede quedar fuera del análisis el hecho de que muchas empresas prestadoras de servicios públicos están en la agenda privatizadora de un eventual gobierno neoliberal si fuera desalojado el chavismo del poder. El deterioro que esta escalada de sabotaje está ocasionando permitiría que dichas empresas sean vendidas a precio “de gallina flaca”, lo que es apetecible para los mismos sectores privados que hoy financian el golpe continuado.

Algunas voces plantean que los servicios pueden mejorar si se cobran al precio “internacional” sin tomar en cuenta el nivel de dependencia tecnológica de su infraestructura, y lograr una transformación que conduzca a la independencia requiere mucho tiempo.

La falta de divisas, producto del bloqueo de cuentas venezolanas en el extranjero, no permite que las empresas extranjeras que vendieron sistemas de bombeo, extracción, control electrónico u otros puedan dotarnos de repuestos.

Por último, hay un proceso de degradación sistémica en una minoría burocratista que se deja influir por campañas desmoralizadoras u ofertas monetarias para dañar instalaciones o hacer manos caídas ante las demandas sociales.

Tal parece que el silencio mediático no les permite conocer lo que viven los sectores trabajadores en países como Brasil, Ecuador, Bolivia, Argentina, Paraguay, El Salvador y Honduras, cuyos gobiernos fueron entregados a oligarquías sin patria y cuyas sociedades están pasando las de Caín en tiempos de pandemia.

El momento, dada la fragilidad infraestructural en Venezuela, parece crucial para transformaciones profundas.

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