Quando alla fine del mese di agosto 2005 l’uragano Katrina ha colpito le coste degli Stati Uniti, e in particolare la città di New Orleans, Cuba ha offerto all’allora Presidente George W. Bush l’invio immediato in quelle zone disastrate di una brigata medica composta da circa 1500 professionisti per dare assistenza alla popolazione.
La particolare sensibilità del Presidente degli Stati Uniti lo ha portato a rifiutare l’invio del contingente cubano della salute. I morti sono stati 1.836, più un numero imprecisato di feriti e di dispersi. I danni materiali hanno raggiunto circa 108 miliardi di dollari.
Il Presidente degli Stati Uniti con tale rifiuto ha dimostrato che a lui non importava nulla della vita della propria gente. Con Cuba non si doveva parlare. Pensavamo di aver toccato il fondo, ma non era così.
Sono passati 15 anni, al posto dell’uragano Katrina oggi c’è il Covid-19 e negli Stati Uniti i decessi hanno già raggiunto la cifra di 120.000 a causa di questa pandemia. A Cuba si contano, a tutt’oggi, 84 decessi, di questi 0 decessi nelle residenze per anziani. Sono numerose le brigate mediche cubane che si trovano in quasi trenta Stati del mondo per salvare vite umane. In Italia, a Crema e a Torino, hanno operato due di queste brigate mediche.
Oggi non dobbiamo parlare di alcun rifiuto da parte del Presidente degli Stati Uniti, dobbiamo prendere atto di qualcosa ancora peggiore.
I senatori statunitensi Rick Scott, Marco Rubio e Ted Cruz hanno presentato il 17 giugno 2020 un progetto di legge per punire quei Paesi che richiedono missioni mediche cubane.
Siamo all’assurdo che una nazione indipendente debba sottostare a leggi extra-territoriali che non hanno alcun valore giuridico, nel segno sempre più evidente della politica estera degli Stati Uniti, improntata essenzialmente alla rapina di risorse di paesi sovrani e ad un’ambizione da gendarmi del mondo secondo cui “gli amici dei miei nemici sono miei nemici”
Per questi tre individui è più importante “inventare”, tra mille falsità, qualcosa per colpire Cuba piuttosto che salvaguardare la salute di milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente vi sono circa 28.000 medici cubani in 59 paesi, di cui 37 presentano casi di Covid-19. Nei sessant’anni di storia della Rivoluzione, oltre 400.000 professionisti hanno compiuto missioni in 164 paesi di Africa, America, Medio Oriente, Asia ed Europa.
Questo nuovo attacco alla solidarietà medica cubana avviene mentre a livello internazionale è in corso una grande campagna, di cui l’Associazione fa parte, per l’assegnazione del premio Nobel per la pace al Contingente Henry Reeve
Cambiano gli scenari, ma non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Milano, 19 giugno 2020