di Geraldina Colotti*
Hernando Calvo Ospina, giornalista, scrittore e documentarista colombiano che vive in Francia. Maurice Lemoine, giornalista e scrittore francese, ex caporedattore di Le Monde diplomatique. Javier Couso, ex eurodeputato spagnolo. Questi gli ospiti del programma Bitácora de la emergencia global, condotto dalla vicepresidenta dell’Assemblea Nazionale Costituente, Tania Diaz, che è anche vicepresidente della Commissione Agitazione Propaganda e Comunicazione del Partito Socialista Unito del Venezuela. Un programma delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), coordinate da Beverly Serrano, giunto alla sua puntata n. 25 sempre con la sapiente regia di Antonio Paez.
“Falsimedias, Armas de guerra contra Venezuela y Cuba” ha avuto al centro la campagna mediatica contro la rivoluzione bolivariana, che ha in Europa alcuni dei punti più insidiosi, nello specifico in Francia e in Spagna, e la necessità di recuperare “un giornalismo critico” che non si lasci condizionare. Del Venezuela – ha detto Lemoine – si parla solo in negativo e si occultano i risultati positivi. Lo si vede con i dati sulla pandemia da coronavirus.
Rispetto, poi, ai tanti attacchi subiti dalla rivoluzione bolivariana, i media tacciono sulle ricostruzioni puntualmente fornite dal governo venezuelano, salvo riproporle, con ritardo e fuori contesto, mesi dopo. Perché questo accade?
Prima di tutto per la grande concentrazione mediatica in pochi conglomerati, che impongono gli stessi schemi, ma anche per un insieme di altri fattori, come il ruolo delle grandi Ong per la “difesa dei diritti umani”, delle chiese conservatrici, e anche degli universitari di ultrasinistra, di una piccola borghesia che si accomoda nelle interpretazioni dominanti per non essere emarginata dal sistema.
Amnesty international, per esempio, nel suo rapporto annuale del 2019 ha parlato di 8000 esecuzioni extragiudiziarie in Venezuela, e Human Right Watch addirittura di 18.000. Solo che, andando a leggere bene, si dice che quelle “verificate sono 8”. Chi fornisce i dati? Provea, Foro Penale, che non sono fonti “indipendenti”, ma organizzazioni schierate apertamente con l’opposizione e che, come si può constatare anche in internet, ricevono finanziamenti direttamente dalle agenzie USA della CIA, come la USAID o la NED, e che hanno fornito dati falsati anche rispetto alla situazione in Nicaragua.
Che pensano gli ospiti del libro di John Bolton, che ha messo in piazza i giudizi di Trump sulla situazione venezuelana? ha chiesto Tania.
Per Lemoine, le rivelazioni s’inquadrano nello scontro interno all’amministrazione nordamericana, e mostrano come il Venezuela venga usato per questioni di politica interna, sia nei paesi europei, che in quelli latinoamericani, sia negli USA.
Per Ospina, contro Cuba, Venezuela e Nicaragua, gli Stati Uniti adattano costantemente lo stesso copione. Così come dal 1959 cercano di prendere Cuba per fame, sostenendo che il blocco economico-finanziario colpisce i governi e non i popoli, stanno attuando ora contro il Venezuela.
Per Couso, gli Usa, a fronte della loro perdita di egemonia, passano sopra agli organismi multilaterali, applicando sanzioni persino contro la Germania per il gasdotto russo, fidando su conglomerati aggressivi.
Si è discusso poi delle recenti “sanzioni” dell’Unione Europea, che hanno riguardato anche la stessa Tania. Come si produce il meccanismo all’interno della UE?
Couso, che quel meccanismo lo conosce dall’interno, ha spiegato che la UE è un’alleanza senza sovranità, gestita dal neoliberismo tedesco e subalterna agli USA. In questo quadro si inserisce il lavoro tecnico dell’opposizione venezuelana che, nella persona di Leopoldo Lopez Gil, articolano l’asse Miami-Madrid contro il Venezuela con una campagna mediatica tesa anche a colpire quei partiti non allineati completamente con la politica estera USA.
“Per i rivoluzionari – ha detto Tania – queste sanzioni sono medaglie. Io non ho beni all’estero, non è su quello che possono colpirmi, ma possono impedire che la mia voce porti la verità del Venezuela in Europa”.
*Articolo scritto per il Cuatro F