In procinto di concludere il loro lavoro a Torino dove hanno affrontato il Covid-19 a fianco dei colleghi italiani per tre mesi, 38 collaboratori sanitari cubani sono oggi molto soddisfatti dei risultati raggiunti.
Lo ha espresso il dottor Julio Guerra, capo della brigata, in un dialogo con Prensa Latina, il quale ha sottolineato che “siamo molto soddisfatti del lavoro svolto, per aver elevato il nome del nostro Paese, per il riconoscimento non solo dei professionisti italiani, ma anche dei pazienti”.
Con molti di loro, più che un legame tra medici e pazienti, si è creato un rapporto di amicizia, ha comunicato lo specialista in Medicina Generale Integrale e Nefrologia, che è stato attento ai dettagli nella parte finale del lavoro nell’Ospedale temporaneo per i pazienti della Covid-19, che chiuderà i battenti il 31 luglio prossimo.
Il nosocomio costruito nell’ex complesso industriale OGR, trasformato in un centro culturale e congressuale, sarà smantellato e trasferito in un’altra sede come struttura di riserva in caso di una possibile recrudescenza della malattia.
Dall’inaugurazione dell’Ospedale, il 19 aprile, i professionisti cubani che fanno parte del Contingente Henry Reeve hanno fornito più di 5.100 servizi medici, mentre più di 29.000 sono stati gli interventi degli infermieri , con più di 170 pazienti trattati e un solo decesso.
Hanno anche partecipato ad azioni come visite di specialisti ai ricoverati che , a causa di una certa co-morbilità, avevano bisogno di essere seguiti a casa, nella promozione di una cultura epidemiologica in un centro per i senzatetto, e nella consulenza sull’organizzazione e sui flussi nei parchi giochi per la fase post-Covid-19.
Riferendosi al ruolo svolto dagli infermieri, insieme agli epidemiologi, nella prevenzione della diffusione della malattia nella “zona rossa”, il capo brigata ha evidenziato l’assenza di contagio tra il personale sanitario italiano e cubano, che ha considerato “un successo clamoroso”.
Ha anche definito “eccellente” il lavoro svolto con i colleghi italiani, con i quali hanno anche tenuto il “Primo Simposio Medico Italia-Cuba”. Interscambi sul Covid-19″ che comprendeva 11 presentazioni su vari argomenti e specialità e che, ha detto, “se ne parla ancora” per i suoi buoni risultati.
Oltre alle innumerevoli espressioni di gratitudine e di affetto ricevute dal loro arrivo a Torino lo scorso 13 aprile, i collaboratori cubani torneranno a casa nei prossimi giorni con il riconoscimento dei colleghi italiani, per i quali il lavoro comune è stato una “meravigliosa ed eccezionale esperienza”.
Così lo hanno espresso al Console Generale di Cuba a Milano, Llanio González, il vice direttore dell’Ospedale, Alessandro Deprado, la capo delle cure infermieristiche, Alessandra Monseglio, e il primario, Alessandro Martini, “che hanno detto che siamo stati in grado non solo di lavorare con grande professionalità, ma anche di essere insegnanti dei giovani medici italiani”.
Questo ci ha molto commosso perché, sebbene ne avessimo già parlato a livello personale, lo ha detto pubblicamente alle nostre massime autorità dal punto di vista diplomatico, ha sottolineato.
Traduzione: Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba