nonostante le pressioni USA
Nonostante l’aumento delle pressioni USA, il Tavolo del Dialogo Nazionale del Venezuela ha accordato in forma unanime di realizzare le elezioni parlamentari il prossimo 6 dicembre, ha informato Prensa Latina.
Mercoledì 16, le delegazioni dell’opposizione e del Governo, garanti di questo accordo di conciliazione installato nel settembre dell’anno scorso, si sono riunite per tracciare le strategie di lavoro sulle elezioni, con le quali si spera di rinnovare l’Assemblea Nazionale nel 2020 così come stabilisce la Costituzione.
Al termine dell’incontro il capo delle forze rivoluzionarie, Jorge Rodríguez, ha assicurato alla stampa che i sei accordi firmati un anno fa avevano aperto un grande cammino per la pace e la stabilità del paese.
Poi ha riconosciuto che il Tavolo del Dialogo Nazionale ha apportato una nuova architettura, ottenendo di propiziare una maggior partecipazione alle elezioni.
«Siamo avversari ma tutti coincidiamo nella pace e la democrazia del Venezuela».
«Queste saranno le elezioni più democratiche e competitive in Venezuela. Ci sono 107 partiti politici e più di 14.000 candidati iscritti», ha informato Rodríguez.
Mentre le forze politiche contendenti riescono a conciliare le strategie per la buona marcia del processo elettorale, la Casa Bianca aumenta le pressioni contro questa nazione sudamericana, in un disperato tentativo di destabilizzare il paese e promuovere una ribellione interna.
L’abbattimento di un aereo nordamericano e la cattura dell’agente dell’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA) Heath Mattew, hanno preoccupato per le possibili concatenazioni di questi fatti, nei tentativi d’aggressioni promossi da Washington e dalla Colombia.
Tutto questo accompagnato dalla visita del segretario di Stato, Mike Pompeo, in Guyana, con l’obiettivo di ottenere un altro alleato strategico nella regione.
Analisti, diplomatici e alti comandi militari venezuelani, di fronte a questi segnali coincidono nell’avvertire un’accelerazione della macchina cospirativa contro questa nazione.
Il presidente Nicolás Maduro, di fronte a questi fatti, ha assicurato che l’alto funzionario statunitense ha fallito nel suo tentativo di promuovere una guerra e boicottare le elezioni parlamentari nel paese.
Dalla Caserma della Montagna, a Caracas, Maduro ha definito il giro di Pompeo in Guyana, Suriname, Brasile e Colombia come guerrafondaio ed ha convocato il popolo a stare allerta di fronte ai nemici del paese che, ha sostenuto, si trovano in una fase acuta di disperazione, offrendo denaro per destabilizzare la nazione. Poi ha sottolineato che gli USA e un settore di quella che ha chiamato “la destra malata”, stanno attivando ordini e chiavi per disturbare la pace del Venezuela in questi mesi che precedono le elezioni.