Il presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha salutato in video conferenza 21 professionisti della salute che per 95 giorni hanno combattuto la COVID-19 in Guinea Conakry, come parte del Contingente Henry Reeve.
Díaz-Canel nel suo saluto ha risaltato che 11 medici e dieci infermieri hanno lavorato nell’Ospedale Nazionale di Donka, dove hanno realizzato 11868 visite mediche e 43329 assistenze d’infermeria.
«Loro tornano vittoriosi e con la soddisfazione d’aver salvato la vita a 496 pazienti ricoverati con una situazione di gravità della malattia».
Il dottor Raudel Hernández Suárez, specialista in Medicina Generale Integrale (MGI), ha valutato l’esperienza vissuta “difficile”,per l’intensità del lavoro nella zona rossa, con turni di guardia ogni due giorni.
Il maggior ostacolo, secondo lui, è stato la differenza della lingua con il francese come lingua principale «ma siamo riusciti a ottenere questa compenetrazione tra medici e pazienti, con il solo interesse di salvare vite», ha affermato questo medico oriundo di Chambas, Ciego de Ávila, e protagonista di quattro missioni precedenti (Eritrea, Venezuela, Bolivia e Brasile).
Un suo collega, il pediatra Valentín Santiago Rodríguez Moya, ha segnalato che,come parte dei protocolli medici della brigata, avevano introdotto la terapia del Interferón Alfa 2B Recombinante per 74 pazienti ed hanno insegnato il suo uso ai medici guineani. «Per me è stato un impegno provare che può essere un modello di trattamento da seguire», ha sostenuto il medico residente a Nuevitas, Camagüey.
Questo gruppo è giunto nel paese africano il 5 giugno scorso proveniente da dieci province cubane e formato da sette specialisti in MGI, due pediatri, un clinico, un epidemiologo e dieci diplomati in infermeria.
Il 98,3% ha realizzato altre missioni soprattutto in Brasile e Venezuela.
Sino ad oggi 52 brigate del Henry Reeve hanno aiutato nello scontro all’epidemia in 39 nazioni; di queste sono attive 43 in altri 33 paesi e sono stati assistiti 528737 pazienti, con 12285 vite salvate.