Messaggio Atto Internazionale 50esimo Unidad Popular del Cile

Díaz-Canel: Entusiasma ed emoziona che le forze della sinistra d’ America Latina onorino la nostra comune storia di lotte

Messaggio del Presidente della Repubblica di Cuba in occasione dell’Atto Internazionale in omaggio al cinquantenario dell’Unità Popolare del Cile

www.granma.cu

Cara Monica Valente, cari compagni, fratelli del Forum di San Paolo:

Emoziona ed emoziona che, in questo anno pieno di sfide di sopravvivenza per tutti, le forze di sinistra dell’America Latina onorino la nostra comune storia di lotte decidendo di celebrare i 50 anni di Unità Popolare.

L’Unità Popolare, la mitica Unità Popolare cilena, non solo ha portato al potere il socialista Salvador Allende, aprendo un percorso di speranza per la prima costruzione socialista per via elettorale.

Lo hanno fatto in un modo così creativo, entusiasta e davvero popolare che possiamo ancora sentire la gioia delle sue canzoni in mezzo alla profonda lotta di tutta la società per trasformarsi, trasformando tutto.

E’ stato un processo così appassionante e contagioso che i suoi potenti avversari esterni, in triste alleanza con quelli interni, lo hanno crivellato di proiettili quando era solo una promessa di tre anni di governo.

Nei pochi più di mille giorni che è stato al potere, Unità Popolare è riuscita a trasformare radicalmente quel paese, rivendicando aspirazioni storiche del popolo cileno come la nazionalizzazione del rame, l’espropriazione di grandi latifondi e l’espansione dell’Istruzione e Salute tra tutti.

In sintesi, ha osato toccare gli interessi del grande capitale nazionale e transnazionale con l’unico scopo di metterlo nelle mani dei suoi legittimi proprietari e dare al popolo i diritti che fino ad allora gli erano stati nascosti.

Come la Riforma Agraria di Arbenz e quella della Rivoluzione cubana, come le nostre nazionalizzazioni e le nostre decisioni sovrane, le conquiste della sinistra cilena sono state messe sotto assedio e la sua economia bloccata. Una guerra mediatica senza precedenti è stata scatenata contro l’esperienza e l’impero ha guidato le operazioni di rovesciamento nel suo peggior stile.

Il Cile è entrato nella notte oscura del fascismo, che ha esteso i suoi artigli per il Cono Sud, sotto la protezione dell’Operazione Condor, cioè la transnazionale del terrore. I militari golpisti hanno importato scuole e metodi yankee per adempiere al mandato del Nord. Il neoliberalismo ha iniziato ad imporsi come la formula magica dello sviluppo. Ma nessuna menzogna dura troppo a lungo. Il modello cileno dei Chicago Boys, venduto come successo, è finito per essere così disprezzato dal suo popolo quanto la gestione golpista di Augusto Pinochet. Ed il processo rivoluzionario degli anni ’70 è rimasto nella storia dell’America Latina con le sue dolorose, ma inevitabili lezioni per i futuri processi rivoluzionari nella nostra regione. Nessun combattente sociale, nessun politico di sinistra, potrebbe affrontare le sue battaglie, oggi, eludendo quel processo.

I metodi di costruzione dell’unità di forze diverse sono tanto istruttivi quanto quelli che avrebbero impiantato i suoi nemici per schiacciarlo, dalla guerra mediatica all’attuale fascismo.

È un dovere ed un’opportunità soffermarsi, benché per pochi minuti ed a distanza, su cosa ha significato quel governo, cosa ha significato Unità Popolare, cosa ha significato l’articolazione delle forze di sinistra attorno ad un ideale socialista e per quali vie e metodi l’imperialismo è riuscito a romperla, imponendo a sangue e fuoco un modello economico che esclude le maggioranze e le reprime anche nei suoi cosiddetti periodi democratici.

A cinquant’anni dallo storico trionfo dell’Unità Popolare, ed anche in memoria ed onore dell’esemplare resistenza al golpe fascista contro Salvador Allende del 1973, voglio condividere con voi un’esperienza personale strettamente legata all’evento che oggi commemoriamo.

Nel gennaio 2013, accompagnando il Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, al Primo Vertice della CELAC, svoltosi a Santiago del Cile, abbiamo visitato il Palacio de La Moneda, dove è eroicamente caduto Salvador Allende, figura centrale dell’Unità Popolare, che oggi celebriamo. Proprio lì, la delegazione ha ricevuto una chiamata da Cuba. Era il Comandante in capo Fidel Castro Ruz che, sapendo dove stavamo, ci ha detto: “Lì c’è uno spirito, trovatelo”.

Quell’invito, proveniente da un marxista come Fidel Castro, era totalmente privo di misticismo. Stava, senza dubbio, invitandoci a rivedere una storia che ha ancora molto da insegnarci. Possa questo mezzo secolo di Unità Popolare servire da sprone per trovarla.


Mensaje para el Acto Internacional de homenaje al cincuentenario de la Unidad Popular de Chile

 

Querida Mónica Valente, queridos compañeros, hermanos del Foro de Sao Paulo:

Entusiasma y emociona que en este año plagado de desafíos de sobrevivencia para todos, las fuerzas de izquierda de América Latina honren nuestra común historia de luchas, al decidir celebrar los 50 años de la Unidad Popular.

La Unidad Popular, la mítica Unidad Popular chilena, no sólo llevó al poder al socialista Salvador Allende, abriendo un camino de esperanzas para la primera construcción socialista por la vía electoral.

Lo hicieron de un modo tan creativo, entusiasta y realmente popular, que aún podemos sentir la alegría de sus cantos en medio de la profunda lucha de toda la sociedad por transformarse, transformando todo.

Aquel fue un proceso tan apasionante y contagioso, que sus poderosos adversarios externos, en triste alianza con los internos, lo acribillaron a balazos cuando apenas era una promesa de tres años de gobierno.

En los pocos más de mil días que duró en el poder, la Unidad Popular alcanzó a transformar radicalmente a ese país, al reivindicar aspiraciones históricas del pueblo chileno como la nacionalización del cobre, la expropiación de grandes latifundios y la expansión de la Educación y la Salud entre todos.

En síntesis, se atrevió a tocar los intereses del gran capital nacional y transnacional con el único fin de ponerlo en manos de sus legítimos dueños y darle al pueblo derechos que hasta entonces se le habían escamoteado.

Como la Reforma Agraria de Arbenz y la de la Revolución cubana, como nuestras nacionalizaciones y nuestras decisiones soberanas, las conquistas de la izquierda chilena fueron puestas bajo asedio y su economía bloqueada. Una guerra mediática sin precedentes se desató contra la experiencia y el imperio dirigió las operaciones para el derrocamiento en su peor estilo.

Chile entró en la oscura noche del fascismo, que extendió sus garras por el Cono Sur, al amparo de la Operación Cóndor, o sea, la transnacional del terror. Los militares golpistas importaron escuelas y métodos yanquis para cumplir el mandato del Norte. El neoliberalismo comenzó a imponerse como la fórmula mágica del desarrollo. Pero ninguna mentira dura demasiado tiempo. El modelo chileno de los Chicago Boys, vendido como exitoso, ha terminado siendo tan despreciado por su pueblo como la gestión golpista de Augusto Pinochet. Y el proceso revolucionario de los años 70 quedó en la historia latinoamericana con sus dolorosas pero insoslayables lecciones para futuros procesos revolucionarios en nuestra región. Ningún luchador social, ningún político de izquierda, podría enfrentar sus batallas hoy soslayando aquel proceso.

Los métodos de construcción de la unidad de fuerzas diversas resultan tan aleccionadores como los que implantarían sus enemigos para aplastarlo, desde la guerra mediática al fascismo corriente.

Es un deber y una  oportunidad detenernos, aunque sea por unos minutos y a distancia, en lo que significó aquel gobierno, lo que significó la Unidad Popular, lo que significó la articulación de las fuerzas de izquierda en torno a un ideal socialista y por qué vías y métodos logró el imperialismo quebrarla, imponiendo a sangre y fuego un modelo económico que excluye a las mayorías y las reprime incluso en sus  llamados períodos democráticos.

A 50 años del triunfo histórico de la Unidad Popular, y también en memoria y honor de la ejemplar resistencia al golpe fascista contra Salvador Allende en 1973, quiero compartir con ustedes una experiencia personal muy vinculada con el acontecimiento que hoy conmemoramos.

En enero de 2013, acompañando al General de Ejército Raúl Castro Ruz, a la Primera Cumbre de la CELAC, que tuvo lugar en Santiago de Chile, visitamos el Palacio de La Moneda, donde cayó heroicamente Salvador Allende, figura central de la Unidad Popular que hoy celebramos. Justamente allí, la delegación recibió una llamada desde Cuba. Era el Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz, quien al saber dónde estábamos, nos dijo: “Ahí hay un espíritu, encuéntrenlo”.

Aquella invitación, viniendo de un marxista como Fidel Castro, carecía totalmente de misticismo. Estaba, sin dudas, convocándonos a repasar una historia que todavía tiene mucho que enseñarnos. Que este medio siglo de la Unidad Popular sirva de acicate para encontrarla.

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