La creazione della Task Force Internet, conosciuta anche come Task Force Internet per la sovversione a Cuba, ha permesso di portare ad una nuova dimensione gli attacchi alla reputazione di quadri, giornalisti, artisti e chiunque “osi” difendere la Rivoluzione o non si pieghi alla campagna diffamatoria.
L’assassinio del carattere o della reputazione, come viene anche chiamato nei manuali di guerra psicologica di varie agenzie e organizzazioni di intelligence, è uno dei metodi utilizzati dai servizi speciali statunitensi per distruggere gli avversari del sistema capitalista, i nemici dell’impero.
Attraverso l’applicazione di azioni dirette, la realizzazione di campagne mediatiche, la costruzione di voci basate su bugie o mezze verità, condannano il “bersaglio” dei loro attacchi a una morte civile.
È stato uno degli strumenti fondamentali nella guerra all’ultimo sangue condotta dagli USA e dai loro alleati contro il socialismo e i movimenti anti-coloniali e progressisti, o semplicemente contro quei leader che hanno mostrato un certo grado di indipendenza dalle pretese egemoniche dell’impero durante il XX secolo.
L’avanzamento della tecnologia e l’emergere di internet hanno permesso all’impatto di questo strumento di aumentare esponenzialmente.
La creazione della Task Force Internet, conosciuta anche come Task Force Internet per la sovversione a Cuba, seguendo le linee guida stabilite dal presidente Donald Trump nel suo memorandum presidenziale del 16 giugno 2017, ha permesso di portare a una nuova dimensione gli attacchi alla reputazione di quadri, giornalisti, artisti e chiunque “osi” difendere la Rivoluzione o non si pieghi alla campagna diffamatoria.
La Task Force assume netcenter, cyber-mercenari, youtuber, veri e propri cecchini incaricati di fare il lavoro sporco, legati alla rete dei media controrivoluzionari, creati, organizzati e pagati da Washington.
Un netcenter è un gruppo di persone assunte per creare, manipolare e annullare la reputazione di un personaggio pubblico, un’istituzione o un’organizzazione politica. Hanno individui che gestiscono diversi utenti nelle reti sociali e creano una “maggioranza digitale”, comprano seguaci, usano robot, sicari digitali, ecc.
Il loro compito è quello di evocare l’odio e fabbricare percezioni negative dai messaggi sui social network.
Gli account madre che generano i messaggi che vengono replicati nella rete dei media “indipendenti” e delle reti sociali, di solito utilizzano soggetti che hanno una certa riconoscibilità o popolarità, persone che si fingono giornalisti o opinionisti, in modo che le loro parole siano date per vere, anche se non lo sono.
Un altro elemento utilizzato è noto come hater, nel cyberspazio. È l’utente che esprime ostilità, riproduce discorsi di odio su persone, gruppi specifici della popolazione o su un argomento.
Le più alte autorità del nostro paese, funzionari, personaggi pubblici, artisti, giornalisti, chiunque difenda la Rivoluzione o mostri simpatia per essa, sono stati vittime degli odiatori, organizzati dai netcenter al servizio della CIA.
Screditare, attraverso attacchi coordinati, utilizzando tutte le risorse della tecnologia, conducendo campagne oscure che durano nel tempo, senza tregua, colpendo psicologicamente gli attaccati, abbassando la loro autostima, diminuendo la loro credibilità e legittimità, sono gli obiettivi.
La nostra stampa rivoluzionaria, non per niente, è stata vittima permanente di questa tattica di guerra psicologica, nel tentativo di disarmarla. Ci vogliono disuniti e privi di idee per sconfiggerci.
Coloro che, per opportunismo o codardia, si prestano a questo gioco, coloro che, senza rispetto per se stessi, partecipano alla prova chiamata dai nemici di Cuba, si sono posti agli antipodi della loro terra e del loro popolo.
L’ego sublimato che li accompagna impedisce loro di rendersi conto che non sono l’ombelico del mondo, che sono solo una minoranza insignificante rispetto al popolo di cui facciamo parte, e al quale siamo debitori.
Fonte: www.granma.cu
Traduzione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA