La difesa di Luiz Inácio Lula da Silva ha presentato al Supremo Tribunale Federale del Brasile, messaggi che provano come l’ex giudice Sergio Moro orientava azioni di persecuzione contro l’ex presidente brasiliano.
In un documento inviato al giudice Ricardo Lewandowski, magistrato della corte superiore, gli avvocati del fondatore del Partito dei Lavoratori hanno presentato copie dei messaggi ed hanno comunicato che Moro avrebbe «agito durante la propria elaborazione della denuncia» «esigendo soddisfazione anche sui passi avanti del ricorso del Ministero Pubblico Federale», ha informato l’agenzia Prensa Latina.
La nota aggiunge che la difesa dell’ex dirigente operaio ha denunciato che i membri di Lava Jato hanno continuato in tempo reale l’intercettazione telefonica autorizzata da Moro nei cellulari degli avvocati di Lula nel 2016, quando l’allora mandataria Dilma Rousseff tentò di nominare l’ex presidente nella Casa Civile.
«L’eliminazione del segreto della conversazione telefonica dell’allora presidente della Repubblica, Dilma Rousseff, è stata realizzata dall’allora giudice Sergio Moro nonostante la sua incompetenza per l’azione, con l’avallo dei membri della Procura Generale della Repubblica», ha segnalato il testo.
I giuristi difensori sostengono anche che il gruppo dei pubblici ministeri della Lava Jato non ha rispettato le norme nelle associazioni con le autorità statunitensi e svizzere per realizzare l’investigazione.
«Senza molti sforzi per intenderlo, i fatti contenuti nei dialoghi aggiunti sono d’estrema gravità e rivelano ogni tipo d’illegalità da parte dell’allora giudice Sergio Moro e dei membri della Lava Jato», sottolinea la relazione consegnata dal gruppo giuridico di Lula al magistrato Lewandowski.
L’agenzia Sputnik ha riportato che le conversazioni rubate da hackers ai telefoni cellulari dei membri della disattivata operazione giudiziaria Lava Jato, sono state ottenute per la difesa di Lula dopo una decisione del giudice Ricardo Lewandowski.