dall’ondata rivoluzionaria
Diverse generazioni fa, mentre gli imperialisti di Washington erano coinvolti nella Guerra Fredda ed erano disperati a schiacciare le democrazie operaie dell’Est, trovarono le forze della lotta di classe e di liberazione nazionale agitarsi nel “cortile di casa” dell’America Latina, come si compiace di chiamarla. La prospettiva di perdere anche questo territorio a causa del comunismo li terrorizzò e li fece infuriare a non finire.
Quindi, con dozzine di colpi di Stato, omicidi e interventi militari, schiacciarono la democrazia in gran parte della regione, imponendo tra le dittature più orribili della storia e privando la popolazione regione della possibilità di svilupparsi verso il socialismo. Sotto Pinochet e gli altri burattini statunitensi che governarono l’America Latina nel 20° secolo, decine di migliaia furono imprigionati, torturati o uccisi per aver opposto resistenza all’impero. Dagli anni ’70 gli imperialisti sottoposero l’America Latina a brutali tattiche di shock economico con austerità e privatizzazione, facendo spazio all’esportazione del neoliberismo nel resto del mondo capitalista. Nel corso dell’ultimo mezzo secolo, mentre le classi subalterne dell’America Latina hanno subirono deterioramento delle condizioni di vita per mantenere i profitti dei loro oppressori a nord, le tirannie che Washington impose furono solo parzialmente distrutte. Gli imperialisti permisero alla maggior parte della popolazione dell’America Latina di votare di nuovo per misericordia momentanea. Washington e i suoi governi partner nella regione fanno attenzione alle nuove rivolte, pronti ad attuare altri spargimenti di sangue e a riportare le dittature.
Nel 21° secolo sembrò che sempre di più la popolazione della regione effettivamente iniziasse a sollevarsi. Prima coll’elezione di un governo antimperialista in Venezuela e il movimento popolare per tenere questo governo al sicuro dai tentativi di colpo di stato statunitensi, poi con le proteste contro le ingiustizie neo-coloniali che l’America Latina vive negli ultimi anni, poi coll’annullamento del colpo di Stato della CIA del 2019 in Bolivia. Quest’ultimo fu particolarmente stridente per gli imperialisti; la scorsa estate i benefattori del golpe gongolavano per come avrebbero potuto “colpire chiunque volessimo”, poi pochi mesi dopo il popolo boliviano costrinse il regime installato dagli Stati Uniti a indire elezioni che portarono al nuovo governo socialista. Non è sorprendente quanto velocemente possano cambiare le fortune dei tiranni? Dopo aver sperimentato questa inaspettata perdita di territorio e accesso al mercato, e tra la resistenza che ora travolge gran parte del resto dell’America Latina, gli imperialisti sono di nuovo spaventati. Probabilmente ancora più di quanto lo furono nell’ultima grande escalation del conflitto di classe nella regione, perché durante questo periodo i popoli nelle neo-colonie di Washington subivano una disuguaglianza senza precedenti coll’attuazione del neoliberismo. Il modello brutale di sfruttamento e privazione attuato, volto a preservare il capitalismo nelle recenti crisi, infine avvicina il suo sistema alla fine.
Così gli agenti del vecchio sistema, ora guidati da Antony Blinken e gli altri nella cerchia degli spietati tecnocrati neoliberisti di Biden, si raggruppano per ciò che sperano sarà un altro colpo mortale alla resistenza. Dopo alcuni mesi passati con cautela a evitare di prendere di mira la Bolivia tra gli orrori che il regime golpista aveva commesso, gli imperialisti avviavano una nuova campagna per diffamare la leadership socialista del paese. The New York Times, USA Today e altri organi di propaganda imperialista descrissero l’arresto della golpista Jeanine Añez come un atto di crudele persecuzione politica, il che non può essere più lontano dalla verità, dao che Añez fece di tutto per meritarsi le accuse di terrorismo e sedizione fattigli. Il gruppo di facciata imperialista Human Rights Watch cercava di suscitare ancora simpatia per i golpisti in Bolivia affermando assurdamente che la concessione dell’immunità dal governo socialista a chi si oppose al colpo di Stato viola le norme democratiche. USA Today persino promosse l’affermazione che non ci fu il colpo di Stato in Bolivia e ribadì la narrativa secondo cui Añez andò al potere per necessità a seguito delle accuse di brogli contro il Presidente socialista Evo Morales. La rivelazione dell’anno scorso secondo cui l’Organizzazione degli Stati americani mentì su tale presunta “frode” fu omessa dai tentativi di mascherare e legittimare i crimini del regime golpista. Allo stesso tempo, il team di Biden diffamava il governo sandinista del Nicaragua come dittatura, mentre continua le crudeli sanzioni di Trump contro il popolo del Paese, così come contro i popoli di Cuba e Venezuela.
Mentre gli imperialisti continuano con tali soliti tentativi di demonizzare e strangolare economicamente i Paesi della regione che gli si oppongono, i loro agenti complottando per colpire i leader antimperialisti e riportare alla dittatura i Paesi che Washington ancora controlla. È probabile che i mercenari statunitensi si nascondano in Bolivia a centinaia, evitando di essere scoperti e in attesa che vengano attivate le indicazioni. I gruppi di opposizione di destra del Nicaragua continuano a ricevere fondi dal National Endowment for Democracy della CIA, e gli Stati Uniti continuano ad aspettare l’opportunità per un colpo di Stato neoliberista in Nicaragua con il pretesto di “dare potere alla società civile”. Gli agenti imperialisti approfittavano della crisi economica esacerbata dalle sanzioni a Cuba per fomentare un tentativo di rivoluzione colorata, le cui future iterazioni vengono preventivamente spacciate come movimento per la “libertà di parola”. Il governo colombiano lavora per le agenzie di intelligence statunitensi per fomentare dissenso nelle forze armate venezuelane, mentre SOUTHCOM continua le esercitazioni al confine venezuelano. Di fronte al declino dell’egemonia degli Stati Uniti e alla crescente forza dei movimenti proletari, gli imperialisti intraprendono la guerra perpetua di logoramento, con cui sperano che i loro nemici alla fine cedano alla loro pressione. A causa della potenza della Cina che continua a crescere, tale strategia di indebolimento graduale non può applicarsi realisticamente al primo rivale di Washington. Quindi Washington deve cercare di isolare la Cina, cosa che ultimamente spera di fare appellandosi alle neo-colonie latinoamericane per avere totale lealtà verso gli Stati Uniti nella competizione tra grandi potenze. All’inizio di quest’anno, gli Stati Uniti attuarono tale strategia in Ecuador convincendo il loro servo Lenin Moreno ad accettare un prestito che colpisce le relazioni dell’Ecuador con la Cina. Ma come le altre politiche egoistiche e distruttive che Washington attua in Ecuador, è probabile che il popolo respinga tale piano votando per il candidato presidenziale anti-FMI Andrés Arauz nel ballottaggio del mese prossimo. Quindi gli imperialisti usano i loro burattini in Ecuador per chiedere un cambio di potere militare, che le elezioni siano annullate e che Arauz sia perseguito con accuse inventate. Avendo inoltre per scopo che la banca centrale di Moreno privatizzi l’Ecuador prima delle elezioni, liberando la banca dai prestiti al governo e costringendo i leader del Paese a chiedere ulteriori aiuti al FMI.
Ciò riflette la strategia di Biden per l’America Latina : espandere le politiche neoliberiste rafforzando i legami degli Stati Uniti coi capi di destra della regione. Ciò significa non solo approfondire la miseria della popolazione della regione con una disuguaglianza sempre crescente, ma il ritorno alle dittature nel 21° secolo. Già Washington insediava in Honduras un dittatore illegittimo, creando una crisi dei rifugiati con la proliferazione di povertà e violenza. E il mese scorso il presidente di Haiti, sostenuto dagli Stati Uniti, si dichiarava dittatore governando senza Senato o Camera dei Deputati. Le condizioni continuano a peggiorare, col nuovo Pinochet di Haiti che spara ai giornalisti e uccide manifestanti. Ora che l’Ecuador affronta il potere del movimento antimperialista, i suoi governanti oligarchici cercano di negare anche il processo democratico. Senza dubbio mosse simili verso la dittatura si avranno in Cile, Colombia, Brasile e le altre neocolonie quando i loro popoli si ribelleranno. Questi paesi vengono già militarizzati per quando sarà necessario combattere l’inevitabile guerra di classe. Basterà ad impedire che la regione sfugga alla brutale presa di Washington?
Traduzione di Alessandro Lattanzio