Continua a cambiare l’asse politico in Sudamerica con le destre che perdono terreno.
In disaccordo con la politica di “isolamento” attuata dal Gruppo di Lima contro il Venezuela chavista, l’amministrazione di Alberto Fernández ha confermato oggi la sua uscita.
L’Argentina ha infatti ufficializzato poche ore fa il suo ritiro dal cosiddetto Gruppo di Lima, un conclave di paesi formati sotto la spinta degli Stati Uniti all’interno dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA/OSA), che non riconoscono la legittimità del presidente venezuelano Nicolás Maduro e agiscono per farlo cadere.
Nel testo, pubblicato dal ministero degli Esteri argentino si parla del peggioramento della situazione in Venezuela, nel mezzo della pandemia di coronavirus, a seguito di “sanzioni e blocchi” imposti al Paese e alle sue autorità, oltre che “alla destabilizzazione tentativi avvenuti nel 2020”, appoggiati dal Gruppo di Lima.
“Questi atti hanno solo aggravato la situazione della sua popolazione e, in particolare, quella dei suoi settori più vulnerabili.
Inoltre la partecipazione di un settore dell’opposizione (di destra) venezuelana come membro del Gruppo di Lima ha portato all’adozione di posizioni che Buenos Aires non ha potuto e non può condividere”, sottolinea il documento.
Il ministero degli Esteri argentino ha riferito che il ritiro di questo gruppo avviene considerando che “le azioni che il Gruppo ha promosso a livello internazionale, cercando di isolare il governo del Venezuela ed i suoi rappresentanti, non hanno condotto a nulla”.