Al “Grazie, Cuba” degli italiani, l’Isola risponde: “Gracias, Italia”

Il 23 aprile si celebrano sei decenni di solidarietà, scritti nelle vene di un’organizzazione. Il ponte è disegnato, oceano in mezzo, tra Cuba e Italia. E lo fa per ringraziare, per i suoi primi 60 anni di vita, l’organizzazione europea che riunisce, sotto il calore dello stesso abbraccio, queste due nazioni: l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.

Cubadebate ha anticipato la data, perché la solidarietà si scrive ogni giorno. È vissuta, costruita e difesa a tutte le ore.

Indipendentemente da quanto tardi fosse questo martedì per l’ora locale a Roma, Marco Papacci, grande amico di Cuba e attuale presidente di quell’organizzazione di solidarietà con l’Isola, ha accolto la richiesta di Cubadebate di raccontare, in poche parole, sei decenni di amore, questa strada costruita su entrambi i lati di un ponte di affetti dove i confini geografici sono sfumati.

Ecco come riassume Marco:

“All’inizio lo scopo era soprattutto quello di difendere la Rivoluzione Cubana, poiché in Italia, allora come oggi, ci sono sempre stati governi subordinati ai dettami degli Stati Uniti. Inoltre, lo sviluppo della conoscenza della realtà e della cultura cubana serviva a rafforzare l’amicizia tra i due popoli. Molti giovani hanno partecipato alle brigate di volontariato a Cuba organizzate dall’ICAP e questo è continuato fino ai primi anni 1990. Con la scomparsa del campo socialista, il ‘periodo speciale’ è arrivato a Cuba e, mentre è stata mantenuta la solidarietà politica, abbiamo sviluppato la solidarietà ‘materiale’, finanziamenti di progetti e invio di donazioni di ogni genere”.

“Coloro che pensavano che – con la disintegrazione del campo socialista – Cuba sarebbe scomparsa e, di conseguenza, anche coloro che simpatizzavano per la Rivoluzione, si sbagliavano di grosso. La realtà era molto diversa e, 30 anni dopo, dagli anni ’90, il risultato è lì sotto gli occhi di tutti: Cuba ha continuato ad esistere e resistere, e l’Associazione ha continuato con la sua attività di solidarietà”.

“La scelta di quel lontano 1961 è la stessa di quella di oggi. Non siamo mai tornati indietro e il nostro compito in questo 60° anniversario è continuare a lavorare per portare avanti e difendere i principi e gli ideali della Rivoluzione Cubana in cui crediamo, e lottare contro tutte le ingiustizie e per un mondo migliore”.

60 anni di solidarietà con la Rivoluzione Cubana: il messaggio di forza e di fede dall’Italia

 

Celebriamo i 60 anni dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e la vittoria di Playa Girón. Saranno presenti importanti ospiti provenienti da Cuba e dall’Italia. Sessant’anni fa, indignati dai continui e violenti attacchi contro la giovane Rivoluzione Cubana, un gruppo di persone fondò l’Associazione Nazionale dell’Amicizia Italia-Cuba.

È stata una scelta sul campo precisa e determinata, che ancora oggi ci rende orgogliosi. Sono passati sei decenni da quel fatidico 1961, un lungo periodo in cui la nostra Associazione non si è fermata un solo momento di lottare al fianco del popolo cubano. Abbiamo alle spalle una storia lunga e coraggiosa, ma ne affrontiamo una più lunga e ricca, piena di possibilità e successi. Non è stato facile arrivare qui, e giungere con lo stesso spirito che ha caratterizzato i giorni della nostra fondazione è per noi motivo di soddisfazione e fiducia nel futuro.

Per questo festeggiamo con orgoglio questi primi 60 anni con la certezza del valore dei nostri principi e con la forza del nostro impegno che non smetteremo mai di dare a Cuba.

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Ricordo poi il cartellone che si poteva leggere nelle foto, quando i nostri medici tornavano dall’Italia, dopo aver affrontato insieme agli operatori sanitari una lotta per la vita, contro la pandemia: “Grazie, Cuba”. Quindi, non ho potuto fare a meno di scrivere l’altro, quello che è stato scritto in questa parte del pianeta dalla gratitudine dei cubani e delle cubane che non dimenticano mai i loro fratelli. Qua, il cartello, non ancora fotografato ma contundente, ricambia adesso il gesto: “Gracias, Italia”.

di Sheyla Delgado Guerra Di Silvestrelli/Cubadebate

traduzione di Ida Garberi

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