La marea di solidarietà internazionale con Cuba cresce in questa domenica. La seconda carovana mondiale contro il blocco vede centinaia di manifestanti che si mobilitano in sfilate di auto, moto e biciclette, raduni e campagne sulle reti sociali.
Secondo le informazioni dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, da Miami e da altre città degli Stati Uniti, dal Belgio, dall’Italia, dall’Iran, dalla Tanzania e dalla Guinea Bissau, sono arrivati i primi rapporti della giornata, le cui previsioni prevedono un maggior numero di azioni da parte di attivisti, cubani residenti all’estero, amici del Movimento di Solidarietà, parlamentari, personalità, intellettuali e artisti.
La straordinaria dimostrazione di solidarietà del mondo con Cuba è accompagnata da carovane in province cubane come Guantánamo, Isla de la Juventud, Villa Clara e Las Tunas, dove il popolo esprime il suo rifiuto del blocco e riafferma la sua decisione di difendere la sua sovranità, resistere alle pressioni e non cedere ai ricatti.
Per tutta questa domenica, le mobilitazioni avranno luogo in più di 20 città degli Stati Uniti, tra cui Miami, New York, Washington, Detroit, Milwaukee, Chicago, Los Angeles, Sacramento, Oakland, San Diego, San Francisco, Tampa, Las Vegas, Minneapolis, Seattle e Indianapolis, mentre in Canada saranno a Vancouver, Montreal e Winnipeg.
Attivisti a Santa Cruz de la Sierra, Bolivia; Plaza Gerardo Barrios, El Salvador; Cancun, Messico; Managua, Nicaragua; Panama; Santo Domingo, Santiago de los Caballeros e altre città dominicane; e Pretoria, Sud Africa si uniranno all’iniziativa globale anti-blocco.
Dall’Europa, attività a sostegno del progetto Ponti d’Amore e contro il blocco sono state annunciate nella spianata dell’Atomium, in Belgio; nella provincia cipriota di Larnaca; e un atto davanti alla Camera di Commercio della città di Marsiglia, tra innumerevoli altre attività.
Ieri, sabato, decine di città in diversi continenti hanno sviluppato una forte protesta internazionale contro l’illegale assedio economico USA contro Cuba, intensificato durante la pandemia COVID19, che lo rende ancora più disumano.
Fonte: acn
Traduzione: italiacuba.it
Non c’è crimine che duri cent’anni
La seconda carovana globale contro il blocco USA a Cuba si è estesa per più di 50 città del mondo in questo fine settimana
Il feed di notizie di Twitter non si è interrotto. Facebook ha riprodotto video dal vivo, uno dopo l’altro. È stato impossibile non notare che stava succedendo qualcosa per tutti coloro che seguivano navigando inquieti, tra sabato e domenica, tutto quello che era relazionato con Cuba.
Dalle lontane Cina e Australia a terre vicine di tutta l’America hanno cominciato a circolare foto di persone, alcune cubane e altre straniere, che paragonavano il blocco economico commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro l’Isola con un virus, tanto nocivo e da eliminare, come il SARS-COV-2.
Il prossimo 23 giugno, ancora una volta i rappresentanti della diplomazia rivoluzionaria porteranno alla considerazione delle Nazioni Unite il progetto di risoluzione che chiede la fine di questa politica genocida. E così, in questo fine settimana, come preludio vibrante di quello che succederà di nuovo a Nuova York, il mondo ha dato il suo fermo appoggio alla nostra domanda storica contro l’amministrazione statunitense.
Il Primo Segretario del Comiato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, che esercita una guida attiva in Twitter, si è sommato a sua volta da questa rete sociale al reclamo globale.
In messaggi pubblicati durante la mattina di ieri, domenica 25, quando si è svolto il tuit convocato per amplificare la denuncia contro questa misura unilaterale degli USA, il mandatario ha ringraziato il gesto dei cubani residenti in altre parti del mondo, le organizzazioni e i movimenti di solidarietà con l’Isola, che si sono sommate a questa motivazione del pianeta.
Si è riferito alle decine di centinaia di persone che hanno lanciato ponti d’amore.
«In più di 20 città di vari continenti, e a Santa Clara e Las Tunas a Cuba, sono molti quelli che reclamano lo stesso in molte lingue diverse», ha scritto.
Poco dopo in un altro tuit, ha paragonato questa protesta globale a “un’ondata irrefrenabile”, nemmeno nel mezzo di un’epidemia globale.
«#EliminaElBloqueo», chiedono da tutte le parti. Oggi sono migliaia, domani saranno milioni e un giorno sarà tutta l’umanità Non c’è crimine che duri 100 anni, né popolo sovrano che accetti di sottomettersi», ha sostenuto Díaz-Canel.
“Abbasso il bloqueo”: Italia aderisce alla rivendicazione globale
Poiché il bloqueo degli Stati Uniti contro Cuba è anche un virus che deve essere eliminato, gli amici dell’isola in geografie dissimili del mondo hanno partecipato ad una nuova carovana globale a sostegno della maggiore delle Antille e nella condanna del genocidio unilaterale, assedio che, da quasi sei decenni, danneggia il popolo cubano in tutti gli ambiti della sua vita.
Alla pandemia di odio viscerale verso Cuba, molti paesi hanno risposto con un vaccino internazionale, la cui efficacia non è solo dimostrata dai numeri, ma anche nella forza delle sue azioni e nella forza del suo messaggio: il vaccino solidale.
A Roma e in altre città d’Italia si è sentito il reclamo contro il bloqueo imposto dagli Stati Uniti contro l’isola, i cubani residenti in quel paese e gli italiani si sono uniti alla carovana mondiale convocata questo fine settimana.
Dal suo profilo Twitter, la Coordinatrice Nazionale dei Residenti Cubani in Italia (CONACI) pubblica immagini che dimostrano il rifiuto di questa politica unilaterale.
Ad esempio un’immagine simbolica è quella dal Ponte di Rialto, nella romantica Venezia, dove si intreccia un Puente de Amor, un ponte per il popolo cubano, un ponte contro l’odio: NoMásBloqueo.
Da Torino risponde all’appello di CONACI per un Puente de Amor tra Cuba ed i cubani verso il mondo l’AICEC – Agenzia per l’Interscambio Culturale ed Economico con Cuba, con il suo presidente Michele Curto.
da Cubadebate
traduzione Ida Garberi
Cuba è alla testa
La seconda carovana globale contro il blocco imposto dagli USA contro Cuba si è estesa per più di 50 città del mondo nel fine settimana.
Il 27 e il 28 marzo scorsi si è svolta la prima carovana mondiale contro il blocco imposto a Cuba.
Dai cinque continenti, organizzazioni solidali e di residenti all’estero avevano convocato concentrazioni in automobile, moto, biciclette ed avevano realizzato incontri in maniera fisica o virtuale per spiegare ai concittadini l’impatto del blocco e delle 240 sanzioni ordinate dall’amministrazione di Donald Trump, nessuna delle quali è stata eliminata da Joe Biden.
Ora, giusto un mese dopo, nuovi paesi si sommano a questa iniziatva che di nuovo è guidata da Cuba, storica leader nella difesa di tutto quello che danneggia il suo popolo.
Villa Clara e Las Tunas sono state sedi delle carovane cubane contro il blocco. Alle 9:00 e alle 10:00 rispettivamente, sono cominciati i movimenti nelle due città.
Domenica 25 abbiamo marciato in rappresentazione di tutti i cubani perchè abbiamo memoria e sappiamo quanto dolore hanno provocato al popolo cubano 60 anni d’assedio imperiale, perché la maggior parte della popolazione è nata ed è cresciuta bloccata, perchè abbiamo dignità sufficiente per non permettere che continui il tentativo di genocidio che pretende di farci arrendere per fame e necessità.
In bicicletta, moto, monopattini e altri veicoli, abbiamo osservato molti giovani che in questa maniera hanno espresso il loro ringraziamento alle nazioni sommate alla mega carovana mondiale.
A L’Avana, una bella regata e un murale gigante sono state due delle iniziative più notevoli con le quali è stato salutato l’attivismo globale.
Piccole imbarcazioni sono emerse nel malecon avanero per tessere il ponte di solidarietà, mentre da calle Reina, a un lato dell’Istituto di storia, l’artista Miriannys Montes de Oca dava gli ultimi tocchi a un murale gigante, in cui un bambino riflette con il suo sguardo gli effetti della politica degli USA sul popolo cubano.
DOMANI SARANNO MILIONI
L’Europa, di nuovo, è stata una delle regioni del mondo tra le più attive, giudicando la quantità di azioni e i messaggi pubblicati.
L’Italia, per esempi ha programmato una ricca agenda che ha compreso attività pubbliche nei parchi, per rendere omaggio a José Martí e nelle piazze, dove gruppi solidali hanno chiesto l’eliminazione di questa politica aggressiva ed hanno segnalato la solidarietà medica cubana che ha combattuto la COVID-19 in quasi la metà del mondo.
La campagna UnBlockCuba, in Germania, ha invitato a riunirsi davanti all’ambasciata statunitense per esigere la fine delle aggressioni Azioni similari sono state organizzate a Francoforte, Dusseldorf, Bonn, Monaco, Brema, Bielefeld, Amburgo, Schwerte, Chemnitz, Dresda, Lipizza e Stoccarda.
Spagna, Belgio, Francia, Serbia, Irlanda, Regno Unito e Russia, sono state ugualmente sedi di questo tipo de mobilitazione.
Paesi nordici e baltici hanno unito le attività pubbliche a quelle delle reti sociali con messaggi solidali. La Turchia si è mobilitata venerdì 23 per via delle misure della pandemia.
Il sito web /Siempre con Cuba/, specializzato nella divulgazione della solidarietà con Cuba, ha riportato azioni realizzate in Africa, dove i residenti in Burkina Faso, Gambia, Botswana, Sudafrica, Nigeria, Namibia, Benin,
Tunisia, Liberia, Etiopia, Egitto e Angola hanno inviato messaggi d’appoggio alla lotta dei cubani per la loro sovranità.
Sono state realizzate attività anche in Canada, Messico, Venezuela, Belice, Panama, Repubblica Dominicana, Ecuador, Uruguay, Argentina, e in altre nazioni americane.
LA MEGACAROVANA, ANCHE NEGLI STATI UNITI
Lianys Torres Rivera, a capo della Missione di Cuba negli USA, ha pubblicato nel suo account di Twitter che questa politica è stata denunciata in 13 Stati e 21 città degli Stati Uniti.
Cittadini cubani residenti lì, e statunitensi solidali, hanno domandato il reinizio delle documentazioni consolari, l’eliminazione delle misure imposte da Trump, e che si tolga Cuba della lista dei paesi patrocinatori del terrorismo.
Alabama, Washington DC, Tampa, Indiana, Nuova York e Nuova Jersey sono stati i luoghi più attivi.
A Nuova York, la carovana di auto ha avuto come punto di partenza le vicinanze dell’Edificio degli Uffici Statali di Harlem, uno dei quartieri più umili della Grande Mela, ha riportato Prensa Latina.
Eliminare il blocco è un’urgenza. Ogni anno nelle Nazioni Unite quasi le stesse nazioni che ora partecipano a questa carovana esprimono il loro chiaro voto contro questa politica. Sanno che le restrizioni economiche e la persecuzione finanziaria non sono solo dei fogli di carta, ma colpiscono milioni di famiglie le cui vite, ora ristrette dalla COVID-19 non vedranno interamente soddisfatte le loro necessità, sino a che il blocco non sarà eliminato in maniera assoluta e permanente, ristabilendo la libertà di Cuba di commerciare e svilupparsi senza il freno imposto dalla voracità imperiale.