Cuba resta nella lista nera

Le liste di proscrizione in cui  gli Stati Uniti mettono i cattivi sono innumerevoli, tra le tante spicca quella in cui i difensori dell’ordine mondiale inseriscono le nazioni che secondo loro non collaborano alla lotta contro il terrorismo.

Nella lista dei paesi che non collaborano alla lotta contro il terrorismo Cuba ovviamente non poteva mancare. Credo che Cuba faccia parte di tutte le liste dei cattivi periodicamente stilate dalle amministrazioni statunitensi. L’isola caraibica era stata nuovamente inserita in questa lista l’anno scorso, in questi giorni, dall’allora Presidente Donald Trump che era alla ricerca dei voti della comunità cubano americana di Miami. Comunità questa che storicamente vota sempre per il Partito Repubblicano e che auspica un cambio di governo a Cuba e per questo plaude a qualunque misura coercitiva il governo a stelle strisce emetta contro la isla grande.

Il 25 maggio il nuovo Presidente degli Stati Uniti, l’illuminato Joe Biden, tanto per non sbagliare ha pensato bene di lasciare per un altro anno Cuba nella lista dei paesi che non collaborano alla lotta contro il terrorismo. Decisione questa che definire anacronistica è poco. Vorrei sapere quale è la colpa di Cuba per essere stata nuovamente inserita nella lista dei cattivi? Non mi risulta che l’isola abbia mai partecipato ad alcuna azione terroristica ne in patria ne all’estero. Semmai il popolo cubano è la vittima del terrorismo, infatti è stato sottoposto agli attacchi terroristici compiuti dagli Stati Uniti sull’isola e all’estero contro le proprie rappresentanze diplomatiche. La colpa probabilmente è quella di non essersi mai piegata ai voleri del vicino e di essere sempre rimasta fedele ai principi rivoluzionari.

Il Ministro degli Esteri della Repubblica di Cuba Bruno Rodriguez Parrilla in un comunicato di oggi rifiuta categoricamente l’inclusione del suo paese nella già citata lista dei paesi che non collaborano con il terrorismo. Definisce questa decisione anacronistica e priva di ogni fondamento.

La nuova amministrazione statunitense ha più volte ripetuto che Cuba non fa parte delle priorità della politica degli Stati Uniti. Non far parte delle priorità però non dovrebbe significare continuare ad infierire contro il popolo cubano lasciando inalterate le 243 misure coercitive emesse durante la  presidenza Trump. Continuare con questa politica invece significa prendere una posizione politica molto chiara contro l’isola ovvero certifica che le politiche di Joe Biden sono perfettamente  coincidenti con quelle del Partito Repubblicano di Donald Trump.

Ma Joe Biden non doveva essere il presidente della svolta? Ma quale svolta, solo gli ingenui e i boccaloni potevano credere che un presidente degli Stati Uniti fosse diverso dal precedente., soprattutto quando si parla di Cuba e più in generale di politica estera.

Mi chiedo solo se il nostro Ministro degli Esteri Luigi Di Maio si esprimerà sull’inclusione di Cuba nella lista nera dell’amministrazione Biden, magari ricordandosi che il terrorista stato cubano ha aiutato l’anno scorso il nostro paese nella lotta alla pandemia con l’invio di due brigate mediche. Sarà più forte il desiderio di riconoscenza o il dovere di sottomissione agli Stati Uniti?

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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