Salim Lamrani – (Al Mayadeen)
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25 verità sul dissidente cubano Manuel Cuesta Morùa
L’oppositore cubano partecipa al Vertice delle Americhe, il 10 e 11 aprile 2015 a Panama, e porterà la parola di Washington, il suo sponsor principale.
1. Nato nel 1962, Manuel Cuesta Morùa è un dissidente cubano, fondatore, tra gli altri, del Partito Arco Progressista di Cuba. Egli è anche il coordinatore della Piattaforma “Nuovo Paese”, che riunisce una parte della dissidenza.
2. Favorevole a un cambiamento di sistema a Cuba, Cuesta Morùa, che nonostante ciò ha militato nell’Unione dei Giovani Comunisti (UJC), è un feroce detrattore del governo e pubblica regolarmente taglienti cronache sul sito Cubanet, che riceve sovvenzioni dell’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID), essa stessa finanziata direttamente dal Dipartimento di Stato USA.
3. La Fondazione Nazionale per la Democrazia (National Endowment for Democracy, NED) finanzia le attività d’opposizione di Cuesta Morùa. La NED è stata creata dall’ex presidente degli USA, Ronald Reagan nel 1983, in un’epoca in cui la violenza militare aveva preso il passo sulla diplomazia tradizionale negli affari internazionali. Grazie alla sua potente capacità di penetrazione finanziaria, la NED mira ad indebolire i governi che si oppongono alla politica estera di Washington.
4. Secondo il New York Times [articolo di marzo 1997], la NED “è stata creata 15 anni fa per realizzare pubblicamente ciò che l’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA) ha fatto di nascosto per decenni. Spende 30 milioni dollari ogni anno per sostenere i partiti politici, sindacati, movimenti dissidenti e mezzi di comunicazione in decine di paesi”.
5. Nel settembre 1991, Allen Weinstein, padre della legislazione che ha dato alla luce il NED, ha dichiarato quanto segue al Washington Post: “Molto di ciò che facciamo oggi l’ha fatto la CIA di nascosto 25 anni fa in modo clandestino”.
6. Carl Gershman, primo presidente della NED, ha spiegato nel giugno 1986, la ragion d’essere della Fondazione: “Sarebbe terribile per i gruppi democratici di tutto il mondo apparire come sovvenzionati dalla CIA. L’abbiamo visto negli anni ’60 e per tale motivo abbiamo finito con quello. È perché non potevamo continuare a farlo che si è creata la Fondazione “.
7. Così, secondo il New York Times, Allen Weinstein e Carl Gershman, Manuel Cuesta Morùa è finanziato da un’agenzia di facciata della CIA.
8. Manuel Cuesta Morùa ha condannato l’attacco alla caserma Moncada, del 26 luglio 1953, che Fidel Castro lanciò contro la dittatura militare di Fulgencio Batista sostenuta dagli USA, un’azione che scatenò la Rivoluzione cubana. Il dissidente criticò tutti i leader latinoamericani per recarsi a Cuba al fine di celebrare il 60° anniversario della rivolta popolare, nel 2013, e fare, secondo lui, “l’apologia della violenza”. Secondo lui, “questa lode latinoamericana e dei Caraibi è […] una mancanza di rispetto verso la nostra storia.” [1]
9. Per Cuesta Morùa la Rivoluzione cubana, le cui conquiste sociali sono lodate dalle più prestigiose istituzioni internazionali, in particolare nel campo della salute – è un fallimento totale. Secondo lui, con l’avvento del socialismo, Cuba è diventata un “paese senza bagni pubblici, con terrazzi con tre decenni di sporcizia, edifici quasi demoliti, ospedali pronti a trasmettere infezione.” [2]
10. Secondo l’oppositore, il mercato del lavoro a Cuba è sinonimo di “ritorno della schiavitù nel lavoro, ora senza tratta dei negri”. [3] L’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), non condivide questo punto di vista e bensì qualifica il sistema cubano di sicurezza sociale un “miracolo” per la tutela che offre ai lavoratori e per il basso tasso di disoccupazione. [4]
11. Nelson Mandela, eroe della lotta contro l’apartheid, simbolo della lotta per l’emancipazione umana, ha reso omaggio all’intervento cubano in Africa per aiutare i movimenti di liberazione nazionale in Angola e Namibia, tra gli altri, e al Congresso Nazionale Africano (CNA) nella sua lotta contro il regime di Pretoria: “Fin dai suoi primi giorni, la Rivoluzione Cubana è stata una fonte di ispirazione per tutti i popoli amanti della libertà. Il popolo cubano ha un posto speciale nel cuore dei popoli dell’Africa. Gli internazionalisti cubani hanno contribuito all’indipendenza, la libertà e la giustizia in Africa che non ha precedenti per i principi e disinteresse che la caratterizzano”. [5] Thenjiwe Mtintso, ambasciatrice di Sud Africa a Cuba, ha ricordato la verità storica a proposito del impegno di Cuba in Africa: “Oggi il Sud Africa ha molti nuovi amici. Ieri questi amici si riferivano ai nostri leader e ai nostri combattenti come terroristi e ci bersagliavano dai loro paesi, mentre sostenevano il Sudafrica dell’apartheid. Quegli stessi amici oggi ci chiedono di denunciare e isolare Cuba. La nostra risposta è molto semplice, è il sangue dei martiri cubani e non di questi amici che corre in profondità nel suolo africano e nutre l’albero della libertà nel nostro Paese”. [6] Ma Cuesta Morua, da parte sua, invece di rendere omaggio alla solidarietà internazionale del suo paese, denuncia quello che definisce “l’imperialismo rivoluzionario verso il Terzo Mondo.” [7]
12. Allo stesso modo, mentre il mondo intero celebra le missioni internazionaliste umanitarie di Cuba in tutto il mondo, con più di 50.000 medici e altro personale sanitario che lavora volontariamente in oltre 60 paesi del Terzo Mondo – l’esempio più recente l’intervento cubano in Africa occidentale per combattere l’epidemia di ebola -, Manuel Cuesta Morùa stigmatizza, al contrario, “l’imperialismo rivoluzionario verso il Terzo Mondo: in forma di missioni militari o di missioni mediche ed educative.” [8]
13. Per l’oppositore, “la Rivoluzione cubana non esiste più”, perché “fu, per natura, una rivoluzione conservatrice”, senza “possibilità di modernizzazione sociale, politica e culturale coerente, in linea con la dinamica mondiale: il femminismo, i neri ed il movimento gay e lesbiche.”[9] Qui Cuesta Morua contraddice anche i più eminenti istituzioni internazionali che si moltiplicano le lodi a Cuba per la sua politica di integrazione delle minoranze. A titolo di esempio, vi è unanimità tra gli studiosi nel riconoscere che la Rivoluzione cubana è stata sinonimo di emancipazione delle donne. Con una speranza di vita di 80 anni, il tasso di mortalità infantile del 4,6 per mille, tasso di mortalità materna del 0,02%, un tasso di fertilità di 1,5 figli, uno stipendio rigorosamente uguale a quello degli uomini per un lavoro simile, il diritto ad una pensione piena dopo 30 anni di contributi, la donna cubana gode di uno statuto speciale tra i paesi in via di sviluppo. Essa rappresenta anche il 60% degli studenti, il 44% della popolazione attiva, il 66,4% dei tecnici e professionisti del paese di livello medio o superiore (insegnanti, medici, ingegneri, ricercatori, etc.), il 66% dei funzionari civili, il 46% delle posizioni di leadership nel settore economico ed il 48.66% dei deputati del Parlamento nazionale.
14. Per Manuel Cuesta Morua, l’ostilità USA verso Cuba è una fabbricazione delle autorità dell’Avana. “Il governo cubano ha costruito un nemico formidabile per maschera un regime autoritario” [10] Così, l’invasione della Baia dei Porci del 1961, la minaccia di disintegrazione nucleare, nel 1962, il finanziamento del terrorismo contro Cuba (3478 morti e 2099 disabili), le sanzioni economiche, l’aggressioni politica, diplomatica e mediatica sono solo un “muro narrativo” inventato dal “regime cubano”.
15. Secondo lui la politica USA verso L’Avana dal 1959 “ha contribuito a mettere in evidenza la questione dei diritti umani a Cuba.” [11]
16. Manuel Cuesta Morua è a favore della Legge di Aggiustamento Cubano che fu adottata dal Congresso USA nel 1966, destinata a fomentare l’immigrazione illegale e la fuga di cervelli. Unica al mondo, prevede che qualsiasi cubano che entra legalmente o illegalmente negli USA, pacificamente o violentemente, dopo il 1° gennaio 1959, ottiene automaticamente dopo un anno ed un giorno lo status di residente permanente. Per il dissidente, l’eliminazione di tale normativa “sarebbe controproducente per il controllo legale del flusso migratorio”. [12]
17. Manuel Cuesta Morua minimizza l’impatto delle sanzioni economiche contro la popolazione cubana. Secondo lui si tratta di un semplice “embargo” e non di un “blocco” e omette segnalare così la natura extraterritoriale, che è in contrasto con il diritto internazionale, dello stato d’assedio imposto all’isola dal 1960. [13]
18. Il dissidente cubano è vicino ai circoli di potere USA. E’ intervenuto al Senato su invito del senatore Marco Rubio, acerrimo oppositore di tutti gli avvicinamenti a Cuba e ha chiesto che si smettesse di “incolpare il vicino del nord per i problemi dell’isola”. [14] Secondo lui le sanzioni economiche sono una scusa del Governo cubano per giustificare le difficoltà che affronta il paese, contraddicendo così la comunità internazionale che ha condannato, nel 2014, con una schiacciante maggioranza di 188 voti contro 2 (Stati Uniti ed Israele) per il ventitreesimo anno consecutivo, lo stato d’assedio imposto ai cubani, che costituisce il principale ostacolo allo sviluppo dell’isola.
19. Secondo Cuesta Morua il riavvicinamento tra Washington e L’Avana costituisce una “vittoria strategica degli USA contro il governo cubano”. [15] Il presidente Obama, da parte sua, non condivide questo punto di vista e riconosce che la politica di ostilità verso Cuba è stata un fallimento totale: “Metteremo fine a una messa a fuoco antiquata che per decenni non ha promosso i nostri interessi. Cominceremo a rendere normali le relazioni tra i nostri due paesi. […] Nessuna nazione ci ha seguito nella imposizione di tali sanzioni. […] Dopo tutto, questi ultimi cinquanta anni hanno dimostrato che l’isolamento non ha funzionato. E’tempo di adottare un nuovo approccio. […] La politica statunitense verso Cuba ha isolato gli Stati Uniti dai suoi partner regionali ed internazionali, ha limitato [la] capacità di influenza nel continente americano. “[16] John Kerry, Segretario di Stato USA, condivide l’analisi: “Non solo questa politica è fallita […] ma ha anche isolato gli USA invece di isolare Cuba” [17].
20. Il dissidente cubano è un grande ammiratore del modello USA. Secondo lui “il modello di successo e benessere, e non solo per la generazione dei nostri figli, che risiede negli USA. Molti dei nostri genitori e nonni si recarono là per inserirsi nella generosa struttura di sicurezza sociale che viene offerta in quel paese per gli anziani”. [18] Non importa se tutti gli indicatori contraddicono questa affermazione. A titolo di esempio, secondo le statistiche ufficiali, mentre gli USA sono il paese più ricco del mondo, almeno il 14,5% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, ovvero 45,3 milioni di persone. Allo stesso modo il 19,9% dei bambini, sotto i 18 anni, soffrono di povertà. [19]
21. Manuel Cuesta Morua denuncia i paesi della nuova America Latina, in particolare in Venezuela, Ecuador, Bolivia, Nicaragua, Brasile ed Argentina e castiga “lo storico antiamericanismo della regione [che] […] pospone […] la piena difesa dei valori democratici nell’emisfero”. [20] Secondo lui nessuno dei presidenti che sono giunti al potere attraverso elezioni riconosciute per la loro trasparenza da parte delle istituzioni internazionali è legittimo: “C’è qualcuno che crede davvero che la Kirchner o i Lula, Correa, Morales, Ortega e Maduro sono democratici?”
22. In cambio il dissidente cubano rese omaggio alla Organizzazione degli Stati Americani, “unica organizzazione […], che conta su meccanismi consolidati, con un riferimento e una tradizionale esperienza”. [21] Nonostante questa entità, tradizionalmente sottomessa agli USA al punto di ricevere il soprannome di “Ministero delle Colonie”, suscita un crescente rifiuto in America Latina, a vantaggio di nuove strutture d’integrazione basate sull’uguaglianza sovrana e la reciprocità come la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC), fondata nel 2011, che riunisce 33 paesi del continente americano – al di là delle differenze politiche ed ideologiche – con l’eccezione del Canada e USA.
23. Di fatto Manuel Cuesta Morua esprime la sua opposizione ai processi di integrazione in America Latina se non si realizzano sotto la tutela USA. Per lui la CELAC è un “fantasma politico di recente debutto”, “senza meccanismi, istituzioni, [né] rappresentanza politica”, “di cui nessuno sano di mente parlerà per un lungo periodo di tempo, se mai lo fa in futuro”. [22]
24. Dal 1959 uno dei principali pilastri della politica estera USA nei confronti di Cuba è consistito nell’organizzare, consigliare e finanziare un’opposizione interna al fine di ottenere un “cambio di regime”. Se questa politica fu clandestina dal 1959 al 1991, ora è pubblica ed è assunto da Washington. Così, la Legge Torricelli del 1992, la legge Helms-Burton del 1996, la Commissione per l’Assistenza a una Cuba Libera nelle sue relazioni del 2004 e del 2006 prevedono un finanziamento dell’opposizione interna a Cuba che raggiunge i 20 milioni di $ all’anno.
25. In una parola Manuel Cuesta Morua, che risiede a Cuba e beneficia di tutti i vantaggi del sistema di protezione sociale del paese, è un dissidente legato al potere USA mediante la NED, un’agenzia di facciata della CIA che contribuire finanziariamente allo sviluppo delle sue attività di opposizione al Governo dell’Avana.
DisidenCIA en Panamá: ¡Como cue$ta Morúa!
25 verdades sobre el disidente cubano Manuel Cuesta Morúa
Salim Lamrani (Al Mayadeen)
bano participa en la Cumbre de las Américas los días 10 y 11 de abril de 2015 en Panamá y llevará la palabra de Washington, su principal patrocinador.
1. Nacido en 1962, Manuel Cuesta Morúa es un opositor cubano, fundador, entre otros, del Partido Arco Progresista de Cuba. También es coordinador de la Plataforma “Nuevo País”, que agrupa a una parte de la disidencia.
2. Favorable a un cambio de sistema en Cuba, Cuesta Morúa, quien no obstante militó en la Unión de Jóvenes Comunistas (UJC), es un feroz detractor del Gobierno y publica regularmente acerbas crónicas en el sitio Cubanet, que recibe subvenciones
de la Agencia Estadounidense Internacional para el Desarrollo (USAID), ella misma financiada directamente por el Departamento de Estado de Estados Unidos.
3. La Fundación Nacional para la Democracia (National Endowment for Democracy, NED) financia las actividades de oposición de Cuesta Morúa. La NED fue creada por el antiguo presidente estadounidense Ronald Reagan en 1983, en una época en que la violencia militar había tomado el paso sobre la diplomacia tradicional en los asuntos internacionales. Gracias a su poderosa capacidad de penetración financiera, la NED tiene como objetivo debilitar a los gobiernos que se opondrían a la política exterior de Washington.
4. Según el New York Times [artículo de marzo de 1997], la NED “se creó hace 15 años para realizar públicamente lo que la Central Intelligence Agency (CIA) ha hecho subrepticiamente durante décadas. Gasta 30 millones de dólares al año en apoyar a partidos políticos, sindicatos, movimientos disidentes y medios informativos en decenas de países”.
5. En septiembre de 1991 Allen Weistein, padre de la legislación que dio nacimiento a la NED, expresó lo siguiente al Washington Post: “Mucho de lo que hacemos hoy lo hizo la CIA hace 25 años de modo clandestino”.
6. Carl Gershman, primer presidente de la NED, explicó en junio de 1986 la razón de ser de la Fundación: “Sería terrible para los grupos democráticos del mundo entero aparecer como subvencionados por la CIA. Vimos eso en los años 60 y por eso acabamos con ello. Es porque no podíamos seguir haciéndolo por lo que se creó la Fundación”.
7. Así, según el New York Times, Allen Weinstein y Carl Gershman, Manuel Cuesta Morúa está financiado por una oficina pantalla de la CIA.
8. Manuel Cuesta Morúa condenó el ataque al cuartel Moncada del 26 de julio de 1953 que lanzó Fidel Castro contra la dictadura militar de Fulgencio Batista apoyada por Estados Unidos, acción que desató la Revolución Cubana. El disidente fustigó a todos los dirigentes latinoamericanos por viajar a Cuba con el fin de celebrar al 60 aniversario de la sublevación popular en 2013 y hacer, según él, “apología de la violencia”. Según él, “esta alabanza latinoamericana y caribeña es […] una falta de respeto hacia nuestra historia”.[1]
9. Para Cuesta Morúa la Revolución Cubana, cuyas conquistas sociales son alabadas por las más prestigiosas instituciones internacionales –particularmente en el campo de la salud –, es un fracaso total. Según sus palabras, con el advenimiento del socialismo, Cuba se ha convertido en un “país sin baños públicos, con portales con tres décadas de suciedad, edificios a medio derrumbar, hospitales listos para transmitir infección”. [2]
10. Según el opositor, el mercado del empleo en Cuba es sinónimo de “regreso de la esclavitud en el trabajo, ahora sin trata negrera”.[3] La Organización Internacional del Trabajo (OIT) no comparte este punto de vista y al contrario califica el sistema cubano de seguridad social de “milagro” por la protección que brinda a los trabajadores y por la baja tasa de desempleo.[4]
11. Nelson Mandela, héroe de la lucha contra el apartheid, símbolo del combate por la emancipación humana, rindió homenaje a la intervención cubana en África para ayudar a los movimientos de liberación nacional en Angola y Namibia, entre otros, y al Congreso Nacional Africano (ANC) en su lucha contra el régimen de Pretoria: “Desde sus días iníciales, la Revolución Cubana ha sido una fuente de inspiración para todos los pueblos amantes de la libertad. El pueblo cubano ocupa un lugar especial en el corazón de los pueblos de África. Los internacionalistas cubanos hicieron una contribución a la independencia, la libertad y la justicia en África que no tiene paralelo por los principios y el desinterés que la caracterizan”.[5] Thenjiwe Mtintso, embajadora de Sudáfrica en Cuba, recordó la verdad histórica a propósito del compromiso de Cuba en África: “Hoy Sudáfrica tiene muchos amigos nuevos. Ayer estos amigos se referían a nuestros líderes y a nuestros combatientes como terroristas y nos acosaban desde sus países a la vez que apoyaban a la Sudáfrica del apartheid. Esos mismos amigos hoy quieren que nosotros denunciemos y aislemos a Cuba. Nuestra respuesta es muy simple, es la sangre de los mártires cubanos y no de estos amigos la que corre profundamente por la tierra africana y nutre el árbol de la libertad en nuestra Patria”.[6] Pero Cuesta Morúa, por su parte, lejos de rendir tributo a la solidaridad internacionalista de su país, denuncia lo que llama “el imperialismo revolucionario hacia el Tercer Mundo”.[7]
12. Del mismo modo, mientras el mundo entero celebra las misiones internacionalistas humanitarias cubanas por todo el planeta, con más de 50.000 médicos y otro personal sanitario que trabaja voluntariamente en más de 60 países del Tercer Mundo –el ejemplo más reciente la intervención cubana en el oeste de África para luchar contra la epidemia de ébola–, Manuel Cuesta Morúa estigmatiza, al contrario, “el imperialismo revolucionario hacia el Tercer Mundo: en forma de misiones militares o de misiones médicas y educativas”.[8]
13. Para el opositor “la Revolución Cubana ya no existe” pues “fue, por naturaleza, una revolución conservadora” sin “posibilidades de una modernización social, política y cultural coherente, en consonancia con la dinámica mundial: el feminismo, los negros y el movimiento homosexual y de lesbianas”.[9] Aquí también Cuesta Morúa contradice a las más eminentes instituciones internacionales que multiplican las alabanzas a Cuba por su política de integración de las minorías. A guisa de ejemplo, hay unanimidad entre los estudiosos para reconocer que la Revolución Cubana ha sido sinónimo de emancipación de la mujer. Con una esperanza de vida de 80 años, una tasa de mortalidad infantil de 4,6 por mil, una tasa de mortalidad materna de un 0,02%, una tasa de fecundidad de 1,5 hijos, un salario estrictamente igual al del hombre por un empleo similar, un derecho a una pensión plena después de 30 años de cotización, la mujer cubana goza de un estatus único entre los países en vía de desarrollo. También representa el 60% de los estudiantes, el 44% de la población activa, el 66,4% de los técnicos y profesionales del país de nivel medo o superior (profesores, médicos, ingenieros, investigadores, etc.), el 66% de los funcionarios civiles, el 46% de los cargos de dirección en el sector económico y el 48,66% de los diputados del Parlamento nacional.
14. Para Manuel Cuesta Morúa, la hostilidad de Estados Unidos hacia Cuba es una fabricación de las autoridades de La Habana: “El gobierno cubano construyó un enemigo formidable para enmascarar un régimen autoritario”.[10] Así, la invasión de Bahía de Cochinos de 1961, la amenaza de desintegración nuclear en 1962, el financiamiento del terrorismo contra Cuba (3.478 muertos y 2.099 discapacitados), las sanciones económicas, la agresión política, diplomática y mediática sólo son un “muro narrativo” inventado por “el régimen cubano”.
15. Según él la política de Estados Unidos hacia La Habana desde 1959 “ayudó a poner de relieve el tema de los derechos humanos en Cuba”.[11]
16. Manuel Cuesta Morúa está a favor de la Ley de Ajuste Cubano que adoptó el Congreso de Estados Unidos en 1966, destinada a fomentar la emigración ilegal y el robo de cerebros. Única en el mundo, estipula que todo cubano que entre legal o ilegalmente a Estados Unidos, pacífica o violentamente, después del 1 de enero de 1959, consigue automáticamente al cabo de un año y un día el estatus de residente permanente. Para el disidente, la eliminación de dicha legislación “sería contraproducente para el control legal del flujo migratorio”.[12]
17. Manuel Cuesta Morúa minimiza el impacto de las sanciones económicas contra la población cubana. Según él se trata de un simple “embargo” y no de un “bloqueo” y omite señalar así el carácter extraterritorial, es decir contrario al derecho internacional, del estado de sitio impuesto a la isla desde 1960.[13]
18. El disidente cubano está cercano a los círculos de poder estadounidenses. Intervino ante el Senado a invitación del senador Marco Rubio, acérrimo opositor a todo acercamiento a Cuba y exigió que se dejara de “culpar al vecino del norte por los problemas de la isla”. [14] Según él las sanciones económicas son una excusa del Gobierno cubano para justificar las dificultades que enfrenta el país, contradiciendo así a la comunidad internacional que condenó en 2014, con abrumadora mayoría de 188 votos contra 2 (EE.UU. e Israel), por vigesimotercer año consecutivo, el estado de sitio impuesto a los cubanos, que constituye el principal obstáculo al desarrollo de la isla.
19. Según Cuesta Morúa el acercamiento entre Washington y La Habana constituye una “victoria estratégica de los Estados Unidos frente al Gobierno cubano”.[15] El presidente Obama, por su parte, no comparte este punto de vista y reconoce que la política de hostilidad hacia Cuba ha sido un fracaso total: “Vamos a poner fin a un enfoque obsoleto que ha fracasado durante décadas en promover nuestros intereses. […] Ninguna nación nos ha seguido en la imposición de esas sanciones. […] Después de todo, esos últimos cincuenta años han demostrado que el aislamiento no ha funcionado. Es tiempo de adoptar un nuevo enfoque. […] La política estadounidense hacia Cuba ha aislado a Estados Unidos de sus socios regionales e internacionales, ha limitado [la] capacidad de influencia en el continente americano”.[16] John Kerry, secretario de Estado de Estados Unidos, comparte el análisis: “No sólo esta política ha fracasado […] sino que también ha aislado a Estados Unidos en vez de aislar a Cuba”.[17]
20. El disidente cubano es un gran admirador del modelo estadounidense. Según él “el modelo de éxito y bienestar, y no solo para la generación de nuestros hijos, radica en los Estados Unidos. Muchos de nuestros padres y abuelos viajan allí para insertarse en la generosa estructura de seguridad social que se ofrece en aquel país para los ancianos”.[18]Poco importa si todos los indicadores contradicen esta afirmación. A guisa de ejemplo, según las estadísticas oficiales, mientras Estados Unidos es el país más rico del mundo, al menos el 14,5% de la población vive por debajo del umbral de pobreza, o sea 45,3 millones de personas. Del mismo modo el 19,9% de los niños menores de 18 años sufren pobreza.[19]
21. Manuel Cuesta Morúa denuncia a los países de la nueva América Latina, a saber, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Nicaragua, Brasil y Argentina y fustiga “el antinorteamericanismo histórico de la región [que] […] pospone […] la defensa íntegra de los valores democráticos en el hemisferio”. [20] Según él ninguno de los presidentes que llegaron al poder mediante escrutinios reconocidos por su transparencia por las instituciones internacionales es legítimo: “¿Cree alguien de verdad que la Kirchner, o los Lula, Correa, Morales, Ortega y Maduro son demócratas?”
22. En cambio el disidente cubano rinde homenaje a la Organización de Estados Americanos, “única organización […] que cuenta con mecanismos consolidados, con una referencia y una experiencia tradicional”.[21] No obstante esta entidad, tradicionalmente sumisa a Estados Unidos al punto de recibir el apodo de “Ministerio de las Colonias”, suscita un rechazo creciente en América Latina, en beneficio de nuevas estructuras de integración basadas en la igualdad soberana y la reciprocidad como la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), fundada en 2011, que agrupa a los 33 países del continente americano –más allá de las diferencias políticas e ideológicas– con la excepción de Canadá y Estados Unidos.
23. De hecho Manuel Cuesta Morúa expresa su oposición a los procesos de integración en América Latina si no se realizan bajo la tutela estadounidense. Para él la CELAC es un “fantasma político de reciente estreno”, “sin mecanismos, instituciones, [ni] representatividad política”, “de la que nadie en su sano juicio hablará en largo rato, si acaso lo hace en el futuro”.[22]
24. Desde 1959 uno de los principales pilares de la política exterior de Estados Unidos hacia Cuba ha consistido en organizar, asesorar y financiar a una oposición interna con el fin de conseguir un “cambio de régimen”. Si esta política fue clandestina de 1959 a 1991, ahora es pública y está asumida por Washington. Así, la ley Torricelli de 1992, la ley Helms-Burton de 1996, la Comisión de Asistencia para una Cuba Libre en sus informes de 2004 y 2006, prevén un financiamiento de la oposición interna en Cuba que llega a 20 millones de dólares anuales.
25. En una palabra Manuel Cuesta Morúa, que reside en Cuba y se beneficia de todas las ventajas del sistema de protección social del país, es un disidente vinculado al poder estadounidense mediante la NED, una oficina pantalla de la CIA que contribuye financieramente al desarrollo de sus actividades de oposición al Gobierno de La Habana.
*Doctor en Estudios Ibéricos y Latinoamericanos de la Universidad Paris Sorbonne-Paris IV, Salim Lamrani es profesor titular de la Universidad de La Reunión y periodista, especialista de las relaciones entre Cuba y Estados Unidos. Su último libro se titula Cuba, the Media, and the Challenge of Impartiality, New York, Monthly Review Press, 2015, con un prólogo de Eduardo Galeano. http://monthlyreview.org/books/pb4710/ Contacto:lamranisalim@yahoo.fr ; Salim.Lamrani@univ-reunion.fr Página Facebook:https://www.facebook.com/SalimLamraniOfficiel
[1] Manuel Cuesta Morúa, “Progresistas muy raros”, Cubanet, 2 de agosto de 2013.http://www.cubanet.org/articulos/progresistas-muy-raros/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[2] Manuel Cuesta Morúa, «La revolución pudo haberse escapado por la alcantarilla»,Cubanet, 12 de agosto de 2013. http://www.cubanet.org/otros/la-revolucion-pudo-haberse-escapado-por-la-alcantarilla/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[3] Manuel Cuesta Morúa, «La piñata, la represión y el capitalismo en Cuba», Cubanet, 2 de mayo de 2014. http://www.cubanet.org/opiniones/63383/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[4] Granma, «Director regional de OIT califica de ‘casi un milagro’ sistema cubano de seguridad social», 30 de marzo de 2005.
[5] Salim Lamrani, Cuba. Ce que les médias ne vous diront jamais, Paris, Editions Estrella, 2009, prologue.
[6] Piero Gleijeses, «Cuito Cuanavale: batalla que terminó con el Apartheid», Cubadebate, 23 de marzo de 2013.
[7] Manuel Cuesta Morúa, «Los muertos no hablan de revolución», Cubanet, 22 de enero de 2014. http://www.cubanet.org/destacados/los-muertos-no-hablan-de-revolucion/(sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[8] Ibid.
[9] Manuel Cuesta Morúa, «Los muertos no hablan de revolución», Cubanet, 22 de enero de 2014. http://www.cubanet.org/destacados/los-muertos-no-hablan-de-revolucion/(sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[10] Agustina Ordoqui, «‘La apertura de Cuba es el fin del modelo, pero no del gobierno’»,Infobae, 15 de marzo de 2015. http://www.infobae.com/2015/03/15/1716051-la-apertura-cuba-es-el-fin-del-modelo-pero-no-del-gobierno (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[11] Ibid.
[12] Manuel Cuesta Morúa, «La ley ‘asesina’ que permite comer a muchos cubanos»,Cubanet, 28 de noviembre de 2013. http://www.cubanet.org/articulos/la-ley-asesina-que-permite-comer-a-muchos-cubanos/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[13] Ibid.
[14] 14ymedio, “Opositores cubanos hablaron en la audiencia del Senado de Estados Unidos”, 3 de febrero de 2015. http://www.14ymedio.com/internacional/Opositores-hablaron-audiencia-Senado-Unidos_0_1718828110.html (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[15] Manuel Cuesta Morúa, «Cuba: la derrota estratégica I », Cubanet, 21 de mayo de 2014. http://www.cubanet.org/opiniones/cuba-la-derrota-estrategica/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[16] The White House, « Barack Obama’s Speech: Charting a New Course of Era », 17 de diciembre de 2014. http://www.whitehouse.gov/issues/foreign-policy/cuba (site consulté le 17 décembre 2014)
[17] John Kerry, “Statement by Secretary Kerry: Announcement of Cuba Policy Changes”,U.S. Department of State, 17 de diciembre de 2014.http://iipdigital.usembassy.gov/st/english/texttrans/2014/12/20141217312131.html#axzz3MC4Z8Upx(sitio consultado el 17 de diciembre de 2014)
[18] Manuel Cuesta Morúa, «La derrota estratégica II», 22 de mayo de 2014.http://www.cubanet.org/opiniones/cuba-la-derrota-estrategica-ii/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[19] The United States Census Bureau, “2013 Highlights”, 2014.http://www.census.gov/hhes/www/poverty/about/overview/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[20] Manuel Cuesta Morúa, « Cuba y las democracias en América Latina”, Cubanet, 28 de abril de 2014. http://www.cubanet.org/opiniones/cuba-y-las-democracias-en-america-latina/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[21] Manuel Cuesta Morúa, « Desconcierto en las Américas ante Venezuela”, Cubanet, 5 de marzo de 2014. http://www.cubanet.org/opiniones/desconcierto-en-las-americas-ante-venezuela/ (sitio consultado el 7 de abril de 2015)
[22] Ibid.