Cubainformacion: la vittoria del 15 N

La vittoria del 15 N e le meraviglie kafkiane della “dittatura tropicale”

 

A questo punto, nessuno può negare che il famoso “15N di Cuba” sia stato un completo fallimento per la controrivoluzione e i suoi padrini USA, e un trionfo e stimolo per la Rivoluzione Cubana.

Coloro che hanno convocato la “marcia per il cambiamento” sull’isola hanno dimostrato il loro nullo potere di reale convocazione nelle strade. Sono stati vittime dell’autoinganno, della “camera d’eco” delle reti sociali.

Ma il giorno dopo è stato anche peggiore per il collettivo convocatore, “Archipiélago”, i cui membri hanno letto, con perplessità, la notizia che il loro capo, Yunior García, era fuggito, in segreto, a Madrid.

Il presunto “autore intellettuale” della “non marcia” stava elaborando, da giorni, la sua fuga. La sua valigia preparata è persino apparsa nelle foto scattate mentre convocava la protesta.

Il 15 N non è successo niente per le strade di Cuba, tranne l’apertura di scuole ed aeroporti: niente manifestazioni, niente battitura di pentole, niente masse vestite di bianco.

E la stampa internazionale ha dovuto destreggiarsi per mantenere l’attenzione mediatica. Senza immagini di protesta, un accampamento di giovani della Rivoluzione, i Pañuelos Rojos , era trasformato in un sit-in “dissidente”.

E la fotografia del presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, seduto per terra, accanto a questi giovani, è stata inserita, dal canale nordamericano NBC, come parte delle “proteste”.

Meraviglie kafkiane… della dittatura tropicale!


La victoria del 15 N y las maravillas kafkianas de la “dictadura tropical”

A estas alturas, nadie puede negar que el famoso “15N de Cuba” fue un rotundo fracaso para la contrarrevolución y sus padrinos de EEUU, y un triunfo y revulsivo para la Revolución cubana.

Quienes convocaron la “marcha por el cambio” en la Isla demostraron su nulo poder de convocatoria real en las calles. Fueron víctimas del auto-engaño, de la “cámara de eco” de las redes sociales.

Pero el día siguiente aún fue peor para el colectivo convocante, “Archipiélago”, cuyos miembros leían, con perplejidad, la noticia de que su líder Yunior García había huido en secreto a Madrid.

El supuesto “autor intelectual” de la “no marcha” llevaba días tramitando su escapada. Su maleta preparada aparecía incluso en las fotos tomadas mientras convocaba a la protesta.

El 15 N no pasó nada en las calles de Cuba, salvo la apertura de escuelas y aeropuertos: ni manifestaciones, ni cacerolazos, ni masas vestidas de blanco.

Y la prensa internacional tuvo que hacer malabares para mantener el foco mediático. Sin imágenes de protesta, una acampada de jóvenes de la Revolución, los Pañuelos Rojos, era reconvertida en sentada “disidente”.

Y la fotografía del presidente cubano Miguel Díaz-Canel, sentado en el suelo, junto a dichos jóvenes, fue insertada por el canal norteamericano NBC como parte de las “protestas”.

¡Maravillas kafkianas…  de la dictadura tropical!

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