Cubainformacion: costituzioni

Costituzioni di Cuba e Spagna e la democrazia per esperti

 

La Costituzione spagnola del 1978 fu elaborata da sette “esperti”, alcuni procedenti dal vecchio regime di Franco.

A Cuba, sia il progetto di Costituzione del 1976 che quello del 2019, sono passati per prima dalle assemblee di discussione -130 mila nel più recente – in cui milioni di persone vi hanno preso parte e modificato la proposta iniziale.

La Costituzione spagnola non è stata modificata, tranne quando ha interessato l’élite politica ed economica. Nel 2011, i due principali partiti dell’establishment, in modo espresso, hanno cambiato l’articolo 135 per imporre – per mandato dell’Unione Europea – la cosiddetta “stabilità di bilancio” e l’assenza di deficit, sopra le priorità o emergenze sociali.

È lo stesso funzionamento delle riforme economiche o lavorative. Nelle campagne elettorali, nessun partito include nel proprio programma una riforma del lavoro che riduca il licenziamento o una riduzione dei programmi sanitari. Così, milioni di lavoratori/trici avallano con il loro voto, senza saperlo, l’attacco ai propri interessi.

La differenza con Cuba è radicale. Lì, dal 2011, vari processi di discussione di massa, con la partecipazione di milioni di persone, hanno analizzato e modificato la proposta integrale di riforma economica del paese, che ora viene realizzata, gradualmente, e con un consenso maggioritario.

Ma la stampa del Regno di Spagna continuerà a dare a Cuba, ogni giorno, le sue lezioni di democrazia.


Constituciones de Cuba y España y la democracia para expertos

 

La Constitución española de 1978 fue elaborada por siete “expertos”, algunos procedentes del antiguo régimen de Franco.

En Cuba, tanto el proyecto de Constitución de 1976 como el de 2019, pasaron primero por asambleas de discusión -130 mil en la más reciente- en las que millones de personas tomaron parte y modificaron la propuesta inicial.

La Constitución española no ha sido modificada, salvo cuando ha interesado a la élite política y económica. En 2011, los dos principales partidos del establishment, de manera exprés, cambiaron el artículo 135 para imponer –por mandato de la Unión Europea- la llamada “estabilidad presupuestaria” y la ausencia de déficit, por encima de las prioridades o emergencias sociales.

Es el mismo funcionamiento de las reformas económicas o laborales. En las campañas electorales, ningún partido incluye en su programa una reforma laboral que abarate el despido, o un recorte de los programas sanitarios. Así, millones de trabajadoras y trabajadores avalan con su voto, sin saberlo, el ataque a sus propios intereses.

La diferencia con Cuba es radical. Allí, desde 2011, varios procesos de discusión masiva, con la participación de millones de personas, han analizado y modificado la propuesta integral de reforma económica del país, que ahora se está llevando a cabo, de manera paulatina y con un consenso mayoritario.

Pero la prensa del Reino de España seguirá dando a Cuba, a diario, sus lecciones de democracia.

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