L’adempimento dell’Obbiettivo di Sviluppo Sostenibile sull’uguaglianza di genere pone sfide dissimili per Cuba oggi, anche se dal suo trionfo la Rivoluzione si è impegnata a garantire condizioni e diritti uguali per uomini e donne.
Forse solo le più recenti decisioni del governo – l’approvazione del Programma nazionale per il progresso delle donne e la Strategia globale per la prevenzione e l’attenzione alla violenza di genere e alla violenza in famiglia – servono a riflettere la volontà dell’isola di adottare azioni concrete che contribuiscano alla questione.
L’esistenza di 14 politiche pubbliche e 35 programmi contro la violenza di genere spiccano nella più grande delle Antille, così come l’integrazione e il coordinamento dei piani adottati da ciascuna delle agenzie, secondo i dati di un audit dell’Ufficio del Revisore Generale della Repubblica nel 2018.
Ogni passo avanti ha come bussola la Magna Carta, approvata nel 2019 da più dell’86% dei cubani, e altri documenti di orientamento politico, come la concettualizzazione del Modello economico e sociale di sviluppo socialista e il Piano di sviluppo nazionale fino al 2030.
Diverse istituzioni promuovono anche la formazione sistematica e la sensibilizzazione sulla violenza di genere, rivolgendosi a settori chiave come la sanità, l’istruzione, il sistema giuridico, la polizia e i media.
Per citare solo un esempio, dal 2014, l’Ufficio del Procuratore Generale ha una linea telefonica permanente – ampliata nel contesto del Covid-19 – composta da procuratori e personale specializzato, per offrire consulenza legale e ricevere denunce di aggressioni di qualsiasi tipo.
Inoltre, il nuovo Codice delle Famiglie, attualmente sottoposto a consultazione popolare, amplia la protezione delle donne e delle ragazze, offre un approccio trasversale alla violenza e alla discriminazione, e cerca un equilibrio nella distribuzione del lavoro domestico e di cura, la maggior parte del quale ricade sulle spalle delle donne.
Le statistiche che pongono il partecipazione delle donne nella vita politica, economica e pubblica alla pari con quello degli uomini, rappresentando il 51,1% della dirigenza dello Stato e del governo e il 53,2% dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (Parlamento).
Questa leadership è sostenuta, tra molti altri fattori, dalla legislazione sulla protezione della maternità, che nel suo ultimo aggiornamento ha parificato i diritti delle lavoratrici indipendentemente dal settore in cui lavorano.
Questi risultati sono sufficienti? Gli esperti dedicati al tema persistono nell’esistenza di stereotipi legati ai ruoli legati all’essere uomo o donna, che generano pregiudizi ed espressioni di discriminazione, la cui espressione fondamentale si genera nella sfera della famiglia.
Queste conquiste non inficiano le sfide in sospeso, tra cui la necessità di aumentare la formazione degli operatori giuridici e l’eliminazione dei modelli sessisti e discriminatori, che trascendono persino i media.
Nel 2019, l’Ufficio Nazionale di statistica e informazione ha pubblicato i dati dell’ultima indagine nazionale sull’uguaglianza di genere, in cui il 39,6% delle donne intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di violenza in qualche periodo della loro vita, con la violenza psicologica ed economica (in quest’ordine) che spicca come fra le principali forme di aggressione.
È per questa ragione che la diagnosi di nuovi e possibili itinerari occupa la più alta leadership del paese, basata sul dialogo con le donne e l’aiuto di esperti e della scienza, poiché questo è un impegno che richiede la responsabilità di tutti e approcci che permettano un esame oltre le rappresentazioni visibili della disuguaglianza di genere.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it