Le persone vicine all’Impero (GPI) e lontane da Cuba sembrano vivere in un universo parallelo, in un paese che esiste solo nei loro cervelli febbrili. Cadono in uno stato di alienazione che mette in dubbio la loro salute mentale. Quella del loro presidente sembra essere molto compromessa, basta vedere la foto con cui si presenta, in cui appare in una posa ridicola da grande oratore e le sue dichiarazioni che riflettono la sua convinzione che del socialismo a Cuba è rimasto poco, per capire che siamo in presenza di una persona che è fuori di testa.
Per essere precisi, il denaro e la mancanza di valori patriottici ed etici sono i fattori che stanno condizionando l’alienazione onerosa che sta vivendo il GPI.
In mezzo a questa specie di delirums tremens, sentono di avere la capacità di influenzare tutta la società, elaborano un progetto di costituzione in cui si elimina il socialismo, disegnano la società civile, lo scenario politico con il sistema multipartitico presentato come simbolo della “capacità” di partecipazione e decisione, ecc. nella Cuba che aspirano a far nascere.
Quali problemi ha risolto il multipartitismo per i paesi dell’America Latina?
NESSUNO, perché come ha espresso Fidel, “…il sistema multipartitico è il grande strumento dell’imperialismo per mantenere le società frammentate, (…) rende le società impotenti a risolvere i problemi e difendere i propri interessi.
In questo contesto, un media anticubano, il cui “collaboratore star”, tra l’altro, è il vicepresidente del Comitato Esecutivo Esteso del GPI, ha pubblicato che il presidente del GPI aveva diretto i suoi subordinati a studiare la creazione di un governo parallelo a quello dell’isola. GPI ha risposto che questo era “impreciso”.
È poco credibile che, con legami così stretti tra le due piattaforme e la comunità di interessi, il testo e la pubblicazione di questa “notizia” non siano stati concordati. Molto probabilmente, era un palloncino di prova, un modo per attirare l’attenzione, senza escludere la ricerca di sostegno. Non menziono l’intenzione di ottenere finanziamenti, perché le strette relazioni sviluppate dal presidente del GPI con il multimilionario George Soros, il Washington Office for Latin America (WOLA) e USAID, capisco che lo garantiscono, in ogni caso starebbero “lottando” per un aumento di stipendio, per le “posizioni” che assumerebbero nel loro “governo” immaginario.
In ogni caso, se si impegnassero in un’azione del genere, farebbero la figuraccia più imbarazzante della loro vita, non metto imbarazzante perché non hanno vergogna.
L’ultima sfuriata di GPI mi ha ricordato ciò che il giornalista cubano Luis Ortega Sierra (ora deceduto) ha detto a Luis Baez in un’intervista sull’argomento. Secondo lui, tra il 1963 e il 1964, un gruppo di esuli formò uno di questi “governi” fantasma, il che significa che, da quel momento in poi, ce ne fu una vera e propria processione. Alcuni con i loro “ministri, ambasciatori e congressi” inclusi.
Dal racconto di Ortega è chiaro che nemmeno la CIA li ha presi sul serio. Secondo le informazioni disponibili su Internet, l’ultimo è stato creato nel 1995. Tutti loro, come lo sarà il GPI (se finalmente si decideranno a “formarlo”), sono passati nel tempo, senza dolore né gloria, ignorati e poi dimenticati. Quindi, se meritano qualcosa per la loro idea folle, è una sonora pernacchia, niente di più.
E il fatto è che la Cuba Impossibile che da anni bramano di vedere emergere e che cercano di costruire sulla scena mediatica, mentre allo stesso tempo cercano di screditare la vera Cuba distorcendo la sua immagine e stravolgendo l’origine dei suoi problemi, non ha alcuna possibilità di materializzarsi nel regno fisico.
Una cosa è sedersi davanti a un computer e scrivere bugie e desideri, un’altra è realizzarli nella pratica.
Questo processo di alterazione della realtà del paese è un imperativo che nessuno dei nostri nemici può evitare perché è impossibile dimostrare che il sistema socialista che ci ha permesso di mantenere l’indipendenza e la sovranità del paese di fronte all’ostilità imperiale e al suo crudele blocco, di raggiungere importanti conquiste sociali e scientifiche tra le altre sfere della vita del paese, di affrontare una pandemia senza che l’economia crollasse, che il sistema sanitario gli ha tenuto testa salvando migliaia di vite, di produrre tre vaccini che hanno permesso di controllarla, deve essere cambiato.
L’alternativa che propongono al socialismo al quale dobbiamo così tanto è una socialdemocrazia, cioè la restaurazione del capitalismo a Cuba. Un suicidio che non siamo pronti a commettere.
“…i problemi di questo mondo, sempre più complicati, non saranno risolti da forme di società alienanti e irrazionali”.
Fidel.
Fonte: http://razonesdecuba.cu/la-cuba-imposible-que-propone…/
Traduzione: @associazione nazionale di amicizia Italia-Cuba