Ventidue anni fa, il diplomatico egiziano Boutros Boutros-Ghali propose una serie di vertici internazionali presso il Segretariato generale delle Nazioni Unite per stabilire strategie per affrontare e risolvere i grandi problemi dell’umanità. Questi incontri e l’ascesa dei movimenti antiglobalizzazione hanno portato al cosiddetto Vertice del Millennio, tenutosi a New York il 6 settembre 2000.
All’epoca furono fissati otto obiettivi, definiti sulla base di gravi problemi quotidiani: sradicare la povertà estrema e la fame; raggiungere l’istruzione primaria universale; promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne; ridurre la mortalità infantile; migliorare la salute materna; combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie; garantire la sostenibilità ambientale; sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.
A favore dell’iniziativa sono intervenuti i rappresentanti di 189 Paesi membri delle Nazioni Unite, tra cui Fidel Castro. Con parole concise e precise, ha messo un “dito sulla piaga” che, nonostante la distanza temporale, costituisce un’imputazione chiaramente lucida del contesto attuale:
“Nel nostro mondo regna il caos all’interno e al di là dei confini. Le leggi cieche sono presentate come regole divine che porteranno la pace, l’ordine, il benessere e la sicurezza di cui il nostro pianeta ha tanto bisogno. Questo è ciò che vorrebbero farci credere (…) Bisogna affermare con fermezza che il principio di sovranità non può essere sacrificato in nome di un ordine sfruttatore e ingiusto in cui, sostenuto dal potere e dalla forza, una superpotenza egemonica pretende di decidere tutto. Cuba non lo accetterà mai (…) Le cause fondamentali degli attuali conflitti risiedono nella povertà e nel sottosviluppo che prevalgono nella stragrande maggioranza dei Paesi, e nell’ineguale distribuzione della ricchezza e della conoscenza che prevale nel mondo (…) L’umanità deve prendere coscienza di ciò che siamo stati e di ciò che non possiamo più essere (…) Nuove epidemie (…) minacciano di estinguere la popolazione mondiale (…). ) minacciano di estinguere la popolazione di intere nazioni, mentre i Paesi ricchi investono somme favolose in spese militari e lussi (…) La natura viene distrutta, il clima cambia a vista d’occhio, l’acqua per il consumo umano diventa inquinata e scarsa; i mari si esauriscono come fonte di cibo per l’umanità; le risorse vitali non rinnovabili vengono sperperate in lussi e vanità (…)” (…).
Non si tratta di essere visionari, né di denunciare semplicemente. È il ragionamento e l’atteggiamento di un uomo del suo e del nostro tempo, concentrato nel dipanare le cause e nel cercare soluzioni a questioni che, in un modo o nell’altro, sono ancora in sospeso, appesantendo gran parte dei popoli, quelli che lottano e meritano, da allora a oggi, un vero sviluppo sostenibile.
Fonte: cubarte
Traduzione: italiacuba.it