La solidaridad marca el ritmo en estos días previos a la presentación de la verdad de #Cuba en ONU. El mundo se pronunciará otra vez contra el #Bloqueo que pretende sin éxito quitarnos hasta la sonrisa. Gracias a amigos de tantos países que no dejan de luchar. #MejorSinBloqueo pic.twitter.com/pgYFfCu242
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) October 31, 2022
«La solidarietà segna il ritmo in questi giorni che precedono la presentazione della verità di Cuba nella ONU», ha scritto in Twitter ieri, lunedì 31 ottobre, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, porta bandiera della battaglia nel campo politico diplomatico e simbolico contro la politica USA che ci accresce la crisi con la sua feroce persecuzione.
«Il mondo si pronuncerà un’altra volta contro il blocco che pretende senza successo di toglierci anche il sorriso», ha segnalato il Capo dello Stato che «ha ringraziato gli amici di tanti paesi che non smettono di lottare a favore del nostro popolo», che solamente nei primi 14 mesi di governo di Joe Biden ha riportato danni per 6 364 milioni di dollari.
In termini pratici, come indica la relazione contro il blocco che si presenterà nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 e il 3 novembre, questo rappresenta un danno di 454 milioni di dollari ogni mese e di 15 milioni al giorno.
In sei decenni d’applicazioni – nella metà dei quali si è denunciato nella ONU la mancanza d’una risposta effettiva da parte degli USA – i danni toccano 154 217,3 milioni di dollari cioè più di un bilione 391 111 milioni di dollari, valutando il comportamento del dollaro di fronte al valore dell’oro.
Anche così c’è chi pensa che il blocco è un pretesto, un’illusione, una favola … e considera un «passo avanti» le misure su Cuba annunciate il 15 maggio dagli Stati Uniti in quanto ai viaggi e alle rimesse, queste non modificano gli aspetti più dannosi di questa politica e non cambiano quanto adottato nell’era di Trump.
Tra le altre restrizioni non cambia la proibizione di importare da terzi paesi beni che contengano più del 10% di componenti statunitensi, continuano vigenti la Lista delle entità cubane limitate e quella dell’Alloggio proibito, e si mantiene la presenza di Cuba nella lista degli stati patrocinatori del terrorismo, oltre agli impedimenti per il trasporto di combustibili.
Si continua a impedire a Cuba l’uso del dollaro statunitense nelle transazioni internazionali, e di utilizzare il suo sistema finanziario per realizzarle, e persiste, per i cittadini statunitensi, la proibizione di viaggiare nell’Isola, salvo con alcune licenze.
Questo senza citare il più terribile, cioè l’impatto sulla vita e sulle famiglie colpite nei più diversi scenari, l’impossibilità d’importare materie prime per i medicinali per la mancanza di fornitori e i blocchi informatici e di sviluppo.
In Venezuela il II Incontro Ponti d’Amore contro il blocco a Cuba
Il II Incontro Ponti d’Amore, organizzato a Caracas dalla Fondazione Culturale José Martí e la Casa delle Prime Lettere Simón Rodríguez, ha tra i suoi propositi la denuncia della politica di blocco contro Cuba, Venezuela e altre nazioni.
Prensa Latina ha informato che questa attività culturale e ricreativa ha sostenuto la mobilitazione realizzata sabato 29 nella città di Nuova York, prima della votazione annuale della prossima settimana del progetto di risoluzione di condanna dell’assedio economico, commerciale e finanziario contro l’Isola grande delle Antille.
La manifestazione è iniziata con un’offerta di fiori in Piazza José Martí, a Caracas, seguita dalla marcia sino alla Casa delle Prime Lettere..
Hanno partecipato cubani residenti, collaboratori delle differenti missioni, famiglie venezuelane, oltre a cantautori, poeti, declamatori, personalità, intellettuali e invitati speciali, ha citato PL.
La Casa delle Primere Lettere Simón Rodríguez è una istituzione culturale di riferimento che accoglie un museo di storia dal 2013, ed è riconosciuta come la prima scuola di Caracas dove Simón Rodríguez diede lezioni alla fine del XVIII secolo a El Libertador Simón Bolívar.