Una replica all’altezza del coraggioso popolo di Cuba

La comunità internazionale ha mostrato, per la trentesima volta, il suo assoluto appoggio a Cuba e alla necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA.

Nonostante questo, Washington presenta nelle Nazioni Unite un discorso inammissibile che tenta di giustificare la sua politica genocida. Ma non esiste un maquillage linguistico che giustifica una politica che aggrava la situazione di un intero paese.

Washington s’impegna nel dire che mantiene il blocco per «appoggiare il popolo cubano» e che lo fa «in nome della democrazia». Però, come si spiega questo alle famiglie dei bambini che non possono ricevere una protesi, un medicinale, un’operazione a tempo? Di che appoggio e democrazia si sta parlando?

Come può dire il rappresentante degli USA che sente preoccupazione per il popolo cubano, quando il suo Governo, nel peggior momento della pandemia della COVID-19, ha impedito al nostro paese l’accesso a trattamenti, all’ossigeno medicinale e ai ventilatori polmonari?

Questo non è appoggio né democrazia : è un’azione di genocidio.

«Se al Governo degli Stati Uniti interessassero realmente il benessere, i diritti umani e la libera determinazione dei cubani, eliminerebbe il blocco», ha dichiarato l’incaricato agli affari a.i. della Missione permanente di Cuba presso le Nazioni Unite, Yuri Gala López.

Il rappresentante degli USA, in un intervento con così pochi argomenti che è durato solo quattro minuti, ha detto che il suo paese s’impegna per la libertà individuale in Cuba, ma senza dubbio non ha alleviato le restrizioni che pregiudicano direttamente gli Imprenditori cubani.

Tra i suoi argomenti per sostenere il blocco ha addotto l’esistenza di arresti durante i disturbi del 11 luglio del 2021 nell’Isola.

Gala López rispondendo ha spiegato che è falso dire che sono state arrestate, giudicate e represse persone che hanno manifestato pacificamente l’11 luglio.

«Coloro che hanno commesso reati come parte di quei disturbi sono stati processati con tutte le garanzie legali. È inammissibile che pretendano di segnalarci per far valere il nostro ordine costituzionale, quando, precisamente negli USA, sono state detenute più di 800 persone per i fatti del 6 gennaio del 2021 nella Casa Bianca», ha precisato.

Il diplomatico ha anche criticato il fatto che gli USA sono l’unico paese del mondo con il diritto di difendere la loro istituzionalità.

Ha sottolineato che nell’Isola grande delle Antille «non permettiamo che si violi la legalità o si tenti di sovvertire – al servizio di un’agenda esterna di cambio di regime – l’ordine costituzionale e il sistema politico che noi cubani abbiamo scelto liberamente».

«Continueremo a rinforzare la nostra cornice giuridica e istituzionale per la promozione e la protezione dei diritti umani, includendo il diritto d’associazione, e continueremo a vegliare per l’applicazione più stretta e il rispetto delle nostre leggi», ha aggiunto.

Il rappresentante statunitense ha messo a fuoco presunte detenzioni di minori d’età, quando le autorità cubane hanno offerto sufficienti informazioni, che sono garanzie del rispetto al debito processo, chiarendo che a Cuba non si applica in nessuna circostanza la responsabilità penale a minori di 16 anni.

«Le sole detenzioni arbitrarie e l’isolamento penitenziario per lunghi periodi che avvengono in territorio cubano, sono quelle che esegue il Governo degli Stati Uniti nella base navale illegale di Guantánamo», ha precisato il diplomatico cubano.

Davanti all’Assemblea Generale dell’ONU, come parte del loro diritto alla replica di fronte alla dura sconfitta sofferta ed evidenziata con 185 voti a favore della risoluzione cubana, gli USA hanno usato come bandiera giustificativa del blocco la loro pretesa difesa della democrazia.

Ma, «non può parlare d’elezioni e democrazia, il rappresentante di un paese nelle cui campagne elettorali non ci sono limiti etici e si promuovono l’odio, la divisione, l’egoismo, la calunnia, il razzismo, la xenofobia e la menzogna, nelle quali il denaro e gli interessi corporativi sono quelli che definiscono chi verrà eletto o meno», ha denunciato Gala López.

Poi ha precisato che «Cuba non necessita lezioni di democrazia né di diritti umani, tantomeno provenienti dagli USA. Non accetteremo accuse di questa indole, soprattutto quando si esprimono per giustificare il sistema di misure coercitive e unilaterali più prolungato e di grande portata mai applicato contro alcuno Stato.

Poi ha richiamato il governo degli USA a preoccuparsi per la sua popolazione al di sotto del livello di povertà, della politica repressiva contro gli emigranti e le minoranze, la mancanza d’uguaglianza di genere, il razzismo, la discriminazione contro gli afro discendenti, la brutalità della polizia, i più di un migliaio di morti per spari della polizia, le prigioni segrete, le esecuzioni extra giudiziarie e l’uso della tortura.

Il diplomatico cubano ha dettagliato che gli USA sono l’unico paese del mondo che non è membro della Convenzione dei Diritti del Bambino ed è anche l’unico dove si condannano minori di 18 anni all’ergastolo, senza libertà condizionale.

Nel 2021 solamente ci sono state tra 600 000 e 700 000 detenzioni di minori negli Stati Uniti secondo il Fondo di Difesa per i bambini.

Ipocritamente, la delegazione degli USA ha sostenuto che dal 1992 hanno autorizzato milioni di dollari per esportazioni a Cuba, includendo medicinali, strumenti medici e alimenti.

E mentono anche in questo perché, come ha detto il rappresentante di Cuba nelle Nazioni Unite, gli USA hanno usato cinicamente l’ammontare super milionario dei fondi  dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (Usaid) destinati alla sovversione in Cuba, così come i pacchetti che con grande sforzo inviano gli emigrati cubani o le modeste donazioni che, superando varie difficoltà fanno giungere le organizzazioni solidali con l’Isola grande delle Antille.

Il Governo del presidente Joe Biden ha chiesto al Congresso, nel 2022, la cifra di 20 milioni di dollari per i detti programmi indirizzati alla presunta  democrazia in Cuba, e quasi 13 milioni per le trasmissioni illegali delle mal chiamate Radio e TV Martí.

«Si tratta di una condotta contraria all’alta sensibilità che mostra questo paese di fronte a qualsiasi tentativo o sospetto d’ingerenza nei suoi temi domestici, mediante i quali pretende di formare un’opposizione politica in Cuba e fratturare l’ordine costituzionale», ha denunciato Gala López, nel suo diritto alla replica.

Ci vuole molto cinismo per giungere sino alle Nazioni Unite, dove 185 nazioni hanno detto NO al blocco, senza argomenti solidi, tentando di giustificare una politica che costa non solo migliaia di milioni di dollari, ma le preoccupazioni e le angosce che tutti noi cubani soffriamo sulla nostra pelle per  gli effetti di questa politica, ma anche così noi ci alziamo ogni giorno per continuare a dare prestigio al nome di Cuba.

Si dev’essere ipocriti per giungere nella ONU e incitare il Governo di Cuba ad ascoltare il popolo e liberare i prigionieri politici, quando in 30 occasioni tutto il mondo ha incitato, chiesto, reclamato al Governo degli Stati Uniti  l’eliminazione della sua politica di blocco contro Cuba, dato che non ha mai fatto altro che indurire le sue misure repressive

Lo ha detto il rappresentante di Cuba e la comunità internazionale si è sommata al reclamo che è urgente quanto la necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario: gli Stati Uniti devono avere una morale.

«Ugualmente, come ha sostenuto Gala López, non si dovrebbe sviare il dibattito con accuse false da parte della delegazione degli USA, quando in maniera schiacciante questa Assemblea ha inviato un messaggio inequivocabile sull’urgenza di porre fine al blocco».

Il suo intervento è terminato con una frase del Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, che nella chiusura del XXII Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai ha riassunto lo spirito di lotta del popolo cubano:

«Abbiamo affrontato con fermezza e creatività l’applicazione del criminale blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti, indurito in maniera opportunistica durante i momenti in cui si affrontava la pandemia.

«Il popolo cubano non ha ceduto nemmeno di fronte alle campagna mediatiche e sovversive indirizzate a distorcere la realtà e dividere la nazione, nè agli effetti economici dell’ingiusta inclusione di Cuba nella fraudolenta lista dei paesi patrocinatori del terrorismo, e questo genera difficoltà addizionali allo sviluppo e all’attenzione alle necessità del nostro popolo. Nessun ostacolo sarà sufficiente per intaccare la nostra determinazione di resistere, lottare e vincere!».

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