Il primo ministro cubano Manuel Marrero ha ricordato oggi su Twitter la dichiarazione ufficiale del blocco USA contro la nazione caraibica, avvenuta 61 anni fa, e ha ribadito la necessità di revocarlo.

Nel suo messaggio, il capo del governo cubano ha affermato che i danni causati da questa politica, dalla sua ufficializzazione nel 1962, sono innumerevoli.

Non ci stancheremo di chiedere la fine di questo assedio ingiusto, che impedisce lo sviluppo della nostra nazione e riguarda tutti noi”, ha scritto Marrero.

Nel 1962, l’allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy ricorse al cosiddetto Trading with the Enemy Act del 1917 per attuare il blocco economico contro Cuba, in seguito a diverse decisioni esecutive applicate dal 1959 dal suo predecessore, Dwight Eisenhower.

Questa politica ha lo scopo dichiarato di soffocare l’economia dell’isola e di provocare un cambiamento di regime ed è stata firmata nel 1992 e nel 1995.

Dal 2017, queste disposizioni sono state inasprite a livelli senza precedenti, anche nel contesto della pandemia di Covid-19 e della crisi globale.

Il blocco statunitense contro questa nazione delle Antille è uno dei più duraturi della storia, condannato per quindici volte dalle Nazioni Unite.

L’inclusione arbitraria di Cuba nella lista unilaterale del Dipartimento di Stato dei presunti sponsor statali del terrorismo aggrava la situazione, in quanto limita le esportazioni, elimina la possibilità di ottenere crediti dalle istituzioni finanziarie internazionali e limita la concessione di aiuti economici, tra le altre conseguenze.

Nonostante questi ostacoli, l’isola caraibica persiste nella promozione del suo modello di sviluppo socialista e mantiene l’intenzione di consolidare la propria indipendenza e sovranità e il diritto all’autodeterminazione.

Fonte: Prensa Latina

Traduzione: italiacuba.it