L’azione pubblica di un gruppo di giovani (Protesta de Los Trece) guidati da Rubén Martínez Villena, il 18 marzo 1923, diede inizio a un momento storico a Cuba chiamato “risveglio della coscienza nazionale”.
L’amministrazione del presidente Alfredo Zayas, che governò dal 1921 al 1925, fu ripudiata perché caratterizzata da un netto aumento dell’influenza statunitense e da un incremento della corruzione.
L’evento più scandaloso fu l’acquisto del Convento di Santa Clara, un’antica dimora acquisita dallo Stato al prezzo di due milioni e 300.000 pesos, considerato esagerato perché qualche tempo prima, durante il boom economico, i proprietari l’avevano venduta a una società per meno di un milione.
Il presidente Zayas adottò il decreto insieme al Segretario di Giustizia, poiché non era stata approvata alcuna legge e il Segretario del Tesoro non lo aveva accettato. Non avrebbe ottenuto l’approvazione del Congresso fino al 12 giugno 1924.
Ciò portò, il 18 marzo 1923, alla protesta pubblica di Rubén Martínez Villena e dei suoi compagni, che il 19 marzo pubblicarono un manifesto sul giornale Heraldo de Cuba intitolato La Protesta de los Trece (La Protesta dei Tredici).
LA PROTESTA
Durante un omaggio alla scrittrice uruguaiana Paulina Luisi presso l’Accademia di Scienze Mediche, Fisiche e Naturali dell’Avana, Martínez Villena ha interrotto il Segretario di Giustizia, Erasmo Regüeiferos, quando stava per tenere un discorso.
Gli ha negato l’autorità morale di parlare e poi ha lasciato la sala insieme ai suoi compagni.
I giovani intellettuali che hanno firmato la protesta hanno espresso le loro scuse agli organizzatori del Club delle Donne, oltre che al festeggiato, e hanno precisato che si trattava di un atto civico di ripudio nei confronti del funzionario governativo alla sua prima apparizione dopo “aver avallato l’immorale e maldestro decreto relativo all’acquisizione del Convento di Santa Clara”.
Il documento fu firmato da Rubén Martínez Villena, José Antonio Fernández de Castro, Calixto Masó, Félix Lizaso, Alberto Lamar Schweyer, Francisco Ichaso, Luis Gómez Wangüemert, Juan Marinello, José Z. Tallet, José Manuel Acosta, Primitivo Cordero Leyva, Jorge Mañach e José Ramón García Pedrosa.
Non firmarono Ángel Lázaro, perché come cittadino spagnolo temeva l’espulsione, ed Emilio Teuma, il quale sostenne che, appartenendo a una Loggia massonica ed essendo Gran Maestro Regüeiferos di quell’associazione, non poteva, con la sua firma, infrangere uno dei principi di quell’istituzione fraterna.
DICHIARAZIONE RILASCIATA
Alla luce di quanto accaduto ieri all’Accademia delle Scienze, dichiariamo:
Primo: che ci scusiamo ancora una volta con il Club delle Donne, ribadendo che non era nostra intenzione disturbare in alcun modo le loro funzioni, tanto meno l’omaggio che si stava rendendo a Paulina Luisi. Nello spirito siamo con le donne dignitose e ci rammarichiamo che la misura da noi presa, frutto di civiltà e riflessione, abbia influito su un evento da loro organizzato.
Secondo: che il nostro obiettivo è solo quello di esprimere l’insoddisfazione della gioventù, che rappresentiamo, per le procedure utilizzate da alcuni uomini pubblici.
Terzo: che essendo l’atto di omaggio a Paulina Luisi il primo atto pubblico a cui ha partecipato il signor Erasmo Regüeiferos, personalità bollata dall’opinione pubblica per aver avallato il decreto immorale e maldestro relativo all’acquisizione del convento di Santa Clara, il nostro atteggiamento nel ritirarci dalla sala deve essere inteso solo come contrario a lui o alle sue azioni.
Quarto: che la gioventù coscienziosa, senza alcuno spirito di disturbo o altro programma che non sia quello che considera l’adempimento di un dovere, è pronta d’ora in poi ad adottare lo stesso atteggiamento di protesta in qualsiasi atto in cui una personalità macchiata da mancanza di patriottismo o di decoro civico prenda parte direttamente o indirettamente.
Quinto: che con la presente sollecitiamo l’appoggio e l’adesione di tutti coloro che, indignandosi contro coloro che maltrattano la Repubblica, la pensano con noi e ritengono che sia giunto il momento di reagire energicamente e di punire in qualche modo i governanti delinquenti.
I manifestanti hanno dichiarato di sentirsi onorati di iniziare un movimento contro i governanti calcolatori, saccheggiatori e immorali, che con le loro azioni tendono a portare allo svilimento del Paese.
Rubén Martínez Villena (1899-1934) è considerato il poeta più brillante e originale della sua generazione, la seconda generazione della Repubblica, che nonostante la sua breve vita, e come José Martí, rinunciò a ogni fama letteraria per abbracciare la causa della patria e morire prematuramente, nel suo caso per una malattia polmonare mal curata.
Emilio Roig de Leuchsenring (1889-1964) appoggiò pubblicamente la Protesta dei Tredici, la manifestazione più clamorosa della nuova generazione di giovani cubani, e appartenne alla Falange d’Azione Cubana e al Gruppo di Vendita al Dettaglio, insieme a figure che segnarono il cosiddetto “risveglio della coscienza nazionale” nei primi decenni della neocolonia.
NEI GIORNI SUCCESSIVI
Il 21 marzo 1923 Regüeiferos presentò un’accusa formale contro Rubén Martínez Villena e gli altri giovani partecipanti, e un giorno dopo il giudice Antonio García Sola aprì il processo 330 contro i tredici per il reato di oltraggio al Segretario di Giustizia.
La pena richiesta per ciascuno di loro era di 180 giorni di reclusione, il massimo della pena per questo tipo di reato. Fernando Ortiz ha inizialmente assunto la difesa degli imputati, presso la Prima Sezione del Tribunale dell’Avana.
Numerosi intellettuali hanno inviato messaggi all’Heraldo de Cuba offrendo il loro sostegno agli imputati.
Negli ultimi giorni di marzo, Regüeiferos si dimise dal suo incarico, mentre i giovani sequestrati dovettero presentarsi ogni lunedì fino alla metà del 1924 presso il tribunale dove era stata presentata la causa contro di loro, che fu poi archiviata.
di Marta Denis Valle – Storico e giornalista cubano – Collaboratore di Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it