Lo scarso sostegno ai “quattro gatti” che partecipano alle manifestazioni di piazza e mediatiche a Miami non fa che confermare che il loro discorso politico a buon mercato contro la “dittatura” cubana ha sempre meno seguaci in quella che una volta era chiamata la capitale del Sole, oggi capitale dell’odio.
Mentre tutti coloro che si sentono cubani, ovunque vivano nel mondo, intonavano la canzone Habana D Primera dedicata alla Squadra Asere, un gruppo di neofascisti scalciava e urlava di odio in Calle Ocho a Little Havana, davanti al ristorante Versailles nella città di Miami.
Ancora una volta la cosiddetta organizzazione Vigilia Mambisa (gruppo di esuli cubani anticastristi) è scesa in strada con il suo rullo compressore dell’intolleranza per distruggere mazze, palline e foto dei giocatori che compongono la squadra cubana che partecipa al World Baseball Classic.
Contro il Team Asere, oltre a Vigilia Mambisa, che da decenni si dedica a “spaccare” qualsiasi artista che non abbia rinunciato al suo status di cubano, ci sono anche gli isterici odiatori di internet, i venditori di paese che comprano ville in cambio di chiedere, dalla comoda vigliaccheria delle loro poltrone di influencer, blocchi e invasioni contro il Paese in cui sono nati.
Questi ultimi da giorni invocavano una protesta pacifica nei pressi e all’interno dello stadio loanDepot Park di quella città dove la squadra cubana ha affrontato gli Stati Uniti in semifinale.
Solo nelle teste malate di odio e avidità di tali esemplari si può concepire che si possa protestare “pacificamente” contro un evento sportivo, ovvero contro la Pace, soprattutto in un’occasione in cui la Squadra Asere è composta da giocatori di baseball che vivono a Cuba e negli Stati Uniti e che, più di ogni altra cosa, sono uniti dall’amore per il baseball, quella passione che scorre nelle vene di tutti i cubani.
Lo scarso sostegno ai “quattro gatti” che hanno partecipato alla manifestazione di piazza e mediatica a Miami non fa che confermare che il loro discorso politico a buon mercato contro la “dittatura” cubana ha sempre meno seguaci in quella che una volta era chiamata la capitale del sole, ora capitale dell’odio.
Mentre Vigilia Mambisa (gruppo di esuli cubani anticastristi) e i venduti di internet imperversavano con odio a Miami, la stragrande maggioranza dei cubani a Cuba, o in qualsiasi altra parte del mondo, sosteneva il Team Asere, che abbia vinto o perso, al suono della canzone composta da Alexander Abreu:
Lo que importa es que soy cubano
Reyoyo de nacimiento
Ahora que estamos aquí
No hay espacio pa tristeza
Las cartas sobre la mesa
Aquí se vino a jugar
Medalla no sé
Si alguna yo pueda ganar
Pero el coro de mi pueblo
Si me lo voy a llevar
Coro: Córrete un tin pa allá
Déja la cizaña
Fonte: CubaSi
Traduzione: italiacuba.it