Sino alla fine con Cuba!

Nuova York, la città rappresentativa della famosa squadra degli Yankees nella MLB, ha mostrato il suo appoggio al Team Asere cubano di baseball in un luogo ben alto della città, esprimendo le sue simpatie alla selezione dell’Isola, bloccata dal paese dei grattacieli.

Un grande pannello luminoso richiama l’attenzione dei milioni di locali e di stranieri, posto in un’alta parete di un edificio centrale, con la decisione di rimanere lì “Hasta el final con Cuba!”.

Il testo è stato pubblicato nelle reti sociali dal movimento statunitense The Peopple´s Forum, un movimento che collabora con le classi lavoratrici e le comunità marginali a Nuova York, uno dei promotori dell’iniziativa.

Questo fatto straordinario è in appoggio alla squadra di Cuba, che per la seconda volta nei Classici Mondiali avanza verso la semifinale a Miami, dove ha giocato domenica 19 contro il vincitore della sfida per la semifinale tra Stati Uniti e Venezuela (gli USA) nel LoanDepot Park.

La semifinale è programmata domenica 19 e lunedì 20, con il gioco tra Messico e Giappone e la finale sarà il 21, quando si giocherà l’oro, dato che gli organizzatori hanno stabilito che non si discuterà il bronzo.


Cuba ha vinto. Cuba ha ottenuto una gran vittoria in questo V Classico Mondiale!

La pelota, cioè il baseball, sangue che scorre nelle vene di quest’Isola ha fatto tremare la terra qui.

Ed è stato forte il tremito. Tuttavia non si sa se è stato un tuono di tormenta, come tuona solamente nei caraibi o un tamburo di conga santiaghera, ritmico e trascinante, esplosivo e allegro… virile.

Quello che si sa è che cosa ha suonato, ed è stato l’orgoglio cubano di saperci grandi, campioni, coi cogl… , coraggiosi.

Si dev’essere isola per sapere bene  quel che è questo. E  non solo isola geografica, macchia di terra nel mare, ma isola in tutte le cose che, per ribelli e ostinati, ci hanno insegnato a litigare re contro molte e diverse tormente nello stesso tempo.

Cuba ha fatto una grande lotta ieri nello stadio LoanDepot Park, di Miami.

Lo sapeva prima di entrare in campo, come in un Colosseo romano, ed è andata a giocare duramente.

La prima vittoria? È stata la famiglia. Ci ha fatto sentire così da Maisí a San Antonio. Nel  torneo c’è stato un abbraccio per ogni jit, per ogni messa in campo, per ogni punto, per ogni swing. Ci sono stati anche sospiri, applausi, lamenti di «ahi per poco!», ma il sapore, nessuno ne dubiti è stato per tutto il tempo sapore di campioni.

Cuba aveva già vinto quando è arrivata al gioco di ieri.

Le lettere Team Asere sono diventate quattro maiuscole sul petto di ogni giocatore.

L’isola grande è tornata al vertice del baseball nel mondo. È un’altra volta, con le sue quattro lettere grandi, uno tra i quattro grandi e questo non ha marcia indietro.

Con il Classico, la nazione ha vibrato d’orgoglio e vibrando ancora, riceve e abbraccia oggi i suoi ragazzi campioni.

Con loro la storia del nostro baseball, dicono molti, si comincia a scrivere di uovo con l’inchiostro di un passato di gloria, ma il presente, quello di questo Classico Mondial è già stata scritta.

Cuba ha vinto, Cuba è grande. Il nostro team, asere, ha superato se stesso! (asere in cubano vuol dire amico caro)


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