Microsoft multata per oltre tre milioni di $ per presunti legami con Cuba

Il fatto che l’azienda Microsoft abbia pagato più di tre milioni di dollari di multa per la presunta violazione delle misure punitive USA contro Cuba e altri Paesi dimostra quanto il blocco contro l’isola sia ancora oggi in vigore.

I dipartimenti del Tesoro e del Commercio USA hanno dichiarato di aver raggiunto un accordo congiunto con la multinazionale tecnologica USA in merito a presunte violazioni delle norme di Washington sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni.

Secondo il primo, la maggior parte delle presunte 1339 violazioni – per le quali dovrà essere pagata una somma di 3.327.896 dollari – riguardava entità russe in Crimea inserite nella lista nera, ma altre erano legate a Cuba, Iran e Siria.

Le presunte violazioni si sono verificate nell’ambito dei programmi di distribuzione e rivendita di terze parti di Microsoft, secondo l’Office of Foreign Assets Control del Tesoro, l’agenzia USA per l’applicazione delle sanzioni.

Inoltre, i dipendenti Microsoft presumibilmente coinvolti nella cattiva condotta sono soggetti ad azioni disciplinari, fino al licenziamento, come ha dichiarato un portavoce dell’azienda al Wall Street Journal.

Lungi dal raggiungere l’obiettivo di mettere in ginocchio i governi, le sanzioni imposte dagli Stati Uniti ad altri Paesi causano sistematicamente danni e vittime tra i civili, hanno denunciato gli analisti statunitensi.

Ciò è emerso anche dalle dichiarazioni del Segretario al Tesoro USA Janet Yellen, che ha recentemente affermato che le politiche punitive contro l’Iran, ad esempio, semplicemente non funzionano nella loro ambizione di promuovere un cambiamento politico.

Si tratta di un’ammissione piuttosto significativa, secondo un’analisi pubblicata sul sito web del Quincy Institute for Responsible Statecraft, dato che la Yellen è a capo dell’agenzia governativa responsabile dello sviluppo e dell’applicazione dei regimi di sanzioni economiche e commerciali degli Stati Uniti.

Come riconosce il Centro statunitense per la ricerca economica e politica, il blocco contro Cuba, che dura da 60 anni, è uno dei più vecchi e severi tra i regimi di sanzioni attuati da Washington.

Dopo un breve allentamento sotto l’amministrazione di Barack Obama (2009-2017), le misure coercitive sono state inasprite e ampliate sotto Donald Trump (2017-2021), una politica che il presidente Joe Biden mantiene in gran parte.

Cuba, da parte sua, denuncia costantemente gli effetti intimidatori ed extraterritoriali del blocco, che colpisce anche entità e cittadini statunitensi.

L’isola gode del sostegno quasi unanime della comunità internazionale nella sua lotta per la rimozione dell’assedio, il cui scopo è quello di infliggere difficoltà al suo popolo.

Fonte: Cubainformación

Traduzione: italiacuba.it

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