Estratto introduttivo del libro El Che Ministro. Testimonio de un colaborador, pubblicato da Ciencias Sociales nel 2005.
“[…] non c’è nulla che educhi un uomo onesto più che vivere dentro una rivoluzione”.
Ernesto Che Guevara
C’è una corrente che cerca di presentare il Che come un mito, come un sognatore, quasi come un santo, qualcosa di irraggiungibile e irripetibile, che ha dato la vita per un nobile ideale, ma che non ha più un presente né un futuro. Allo stesso tempo, questa tendenza ignora deliberatamente la sua opera creativa come costruttore di una nuova società e nega e nasconde l’attualità del suo pensiero e della sua azione nel presente.
Ma ci sono aspetti della vita e dell’opera del Che la cui indagine dovrebbe contribuire, perché meno noti di altri, a una migliore comprensione della sua poliedrica personalità. Uno di questi aspetti è proprio quello che riguarda la sua partecipazione diretta alla costruzione delle basi tecnico-materiali del socialismo a Cuba e, in particolare, il suo lavoro come Ministro dell’Industria. In questa veste, ha svolto un ruolo importante nel processo di industrializzazione cubano e, collegato a questo, nella promozione e organizzazione del progresso scientifico e tecnologico. Tutto ciò si basava su un profondo sviluppo della consapevolezza dell’uomo e del suo ruolo come attore centrale e obiettivo principale nella costruzione della nuova società socialista.
La necessità di sviluppare e rilanciare l’economia cubana impose al governo rivoluzionario il recupero degli stabilimenti industriali dai proprietari che avevano lasciato il Paese nei primi mesi dopo il trionfo della Rivoluzione. Questo fatto, insieme alle successive nazionalizzazioni che culminarono il 13 ottobre 1960, portò alla creazione, nel gennaio 1961, del Ministero dell’Industria, in cui si concentrò quasi tutta la produzione industriale esistente a Cuba in quel momento. A dirigerlo fu nominato il comandante Ernesto Che Guevara.
Fidel, durante la serata solenne in memoria del Che, tenutasi nella Plaza de la Revolución pochi giorni dopo la sua morte, il 18 ottobre 1967, disse:
Quando pensiamo alla sua vita, quando pensiamo alla sua condotta, è stato un caso singolare di uomo molto raro, in quanto capace di combinare nella sua personalità non solo le caratteristiche di uomo d’azione, ma anche di uomo di pensiero, un uomo di immacolate virtù rivoluzionarie e di straordinaria sensibilità umana, unite a un carattere di ferro, a una volontà d’acciaio, a una tenacia indomabile.
Anche Armando Hart ha caratterizzato il Che:
Era una sintesi di uomo d’azione e di pensiero che trascendeva la storia latinoamericana e infondeva, a sua volta, nuovo respiro e ricchezza al socialismo. Il guerrigliero, il leader dell’industria e dell’economia, lo statista e il politico, era allo stesso tempo un ricercatore instancabile, un promotore di nuovi pensieri, un uomo di profonda vocazione intellettuale.
In questo libro intendo affrontare il periodo della sua vita di ministro a partire dalla visione e dalla percezione forgiate nella mia esperienza personale durante il lavoro quotidiano con il Che nel Ministero dell’Industria. Mi sono proposto di evidenziare gli enormi sforzi compiuti per lo sviluppo industriale cubano, la combinazione della lotta quotidiana per risolvere i problemi della produzione in un Paese bloccato e attaccato, la sua visione strategica e integratrice e la sua organizzazione, le concezioni chiare e l’azione coerente in relazione allo sviluppo della scienza e della tecnologia, l’enfasi sulla formazione e lo sviluppo e il trattamento dei quadri, i suoi metodi e stili di leadership. In breve, ho cercato di presentare il Che nelle diverse sfaccettature della sua personalità, il Che di tutti i giorni, il leader, l’amico, il compagno, il Che vivente, il costruttore di sogni e realtà.
Nel tentativo di comprendere meglio la sua opera, ho cercato anche di mostrare il contesto cubano e internazionale in cui il Che si sviluppò come ministro.
Credo che in questa funzione il Che appaia più vicino al lettore. Sebbene la lotta guerrigliera meriti e meriterà sempre il nostro rispetto e la nostra ammirazione, non è meno vero che, per chi non ha avuto quell’esperienza diretta, le storie di quella lotta sono inevitabilmente distanti. La vita all’interno di un ministero, delle sue imprese, delle sue fabbriche; i suoi problemi, le discussioni con i lavoratori, il volontariato, le aggressioni imperialiste, tutte quelle azioni sviluppate dal Che in cui il popolo era attore diretto sono, invece, elementi in cui molti lettori troveranno paralleli e persino coincidenze con le proprie esperienze. In questo senso, ho ritenuto che le mie impressioni personali sul Che potessero essere non solo materiale storico – cosa che certamente è – ma anche una lettura di riferimento per chi si occupa dei problemi attuali e futuri di un mondo unipolare afflitto da ingiustizie sociali.
Non era mia intenzione presentare una biografia del Comandante Ernesto Che Guevara. Sono state scritte molte biografie su di lui. In molte di esse c’è una posizione di confronto aperto o nascosto con la Rivoluzione cubana, con una predominanza di mancanza di obiettività e sensazionalismo. Mi riferisco in particolare ai casi di Rojo, J.L. Anderson e J.C. Castañeda, il più velenoso di tutti. In altri, mentre la sua persona viene trattata con maggiore rispetto e obiettività, la sua opera di costruttore di una nuova società, in particolare nel suo ruolo alla guida dell’industria cubana, non viene trattata in modo ampio e completo.
Insieme a Emilio García Capote – al quale dobbiamo molte delle importanti idee contenute in questo lavoro – ho affrontato in diverse occasioni il ruolo del Che nello sviluppo scientifico e tecnologico di Cuba. Questi lavori sono stati scritti come articoli per riviste o come capitoli di libri, che riassumevano i suoi pensieri e le sue azioni relative allo sviluppo della scienza e della tecnologia a Cuba, aspetti del suo lavoro che erano meno pubblicizzati, anche nelle pubblicazioni cubane.
Ho sempre ritenuto molto importante sottolineare l’importanza dell’impulso dato dal Che alla sfera scientifica e tecnologica. Sapevo, però, che questa era solo una parte di tutta la sua attività creativa e fruttuosa all’interno del Ministero, come ho avuto modo di sperimentare in prima persona. Pertanto, ho ritenuto necessario scrivere del Che poliedrico e allo stesso tempo integrale che ho conosciuto come ministro.
Ripensando a quel periodo e ricordando molti fatti e aneddoti, ho ritenuto utile diffonderli, data l’attualità e la rilevanza del pensiero e dell’azione del Che come ministro, come costruttore di una nuova società in condizioni di grande complessità e difficoltà. Ho pensato anche che sarebbe stato utile salvare una parte della memoria storica di quel periodo, in particolare gli aspetti interni del Ministero.
Ho cercato di offrire una visione – la mia visione – dell’opera del Che, alla quale ho partecipato e di cui ho avuto esperienza diretta. Altri colleghi che hanno vissuto con lui in altri ambiti del Ministero dell’Industria potrebbero contribuire molto – e lo stanno già facendo – ad arricchire l’analisi e la divulgazione di quegli sforzi.
In alcuni momenti mi sono sentito a disagio per la presenza di molti riferimenti personali; tuttavia, diversi amici mi hanno raccomandato l’utilità di presentare un’immagine del Che attraverso la visione e la percezione di un giovane che, senza aver partecipato alle lotte rivoluzionarie prima del 1959, è entrato nel processo rivoluzionario per lavorarci con tutto il peso di una formazione sociale, culturale e politica influenzata da vettori diversi e contraddittori. In breve, poter spiegare, da un punto di vista personale, il complesso processo rivoluzionario che si è svolto a Cuba, con le sue ampie, profonde e radicali trasformazioni, così come i conflitti e le trasformazioni in cui sono state coinvolte persone come me, che hanno lavorato accanto a figure rivoluzionarie così importanti.
È stato difficile strutturare questo libro. Il pensiero e l’azione del Che sono così integri che molti aspetti si sovrappongono. I primi passi del Ministero sono stati influenzati dal suo pensiero strategico, così come la formazione dei quadri. I suoi metodi e stili di lavoro informano tutti gli altri capitoli. Lo sviluppo scientifico e tecnologico non è separato dal suo punto di vista sull’economia e, soprattutto, sulla formazione della coscienza socialista. In ogni caso, era necessaria una struttura e spero che la forma presentata permetta di percepire questa completezza di pensiero.
Insisto sul fatto che non si vuole raccontare la storia dell’autore. Sarebbe di scarsa importanza. L’obiettivo di questo libro è mostrare aspetti importanti, anche se meno conosciuti, del lavoro del Che come Ministro dell’Industria. Da qui il titolo del libro, scritto con affetto e devozione.
(…)
I pionieri cubani hanno un motto di grande significato: “Saremo come il Che”. Spero che questo libro porti ai lettori questa immagine del Che, costruttore di una nuova società, in modo che contribuisca alla riflessione e all’esempio. Se ciò avverrà, mi sentirò molto gratificato.
Tirso W. Sáenz
Fonte: http://cubarte.cult.cu
Traduzione: www.italiacuba.it