Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com
Traduzione di Alessandro Pagani
Per tutte quelle persone che non comprendono ancora le cause che reggono le attuali prese di posizioni della Spagna contro il Venezuela e i continui attacchi dell’ex presidente Felipe Gonzalez sulla gestione del presidente Nicolas Maduro, è giunto il momento di svelare la verità dei fatti; ovvero, del ruolo strategico che la NATO – e pertanto gli Stati Uniti – ha assegnato recentemente alla Spagna. Washington utilizza, infatti, suddetto Paese iberico come punta di lancia contro la Rivoluzione venezuelana, come già lo fece contro Cuba quando la CIA la inserì nella sua rete di spionaggio, in seguito alla decisione della Casa Bianca di rompere tutte le relazioni diplomatiche con l’isola, il 3 gennaio del 1961.
Fu proprio allora che, secondo le informazioni di allora, Jaime Caldevila Garcia del Valle, ufficiale dei servizi di intelligence spagnoli inviato all’Avana come diplomatico, assunse la responsabilità di non pochi agenti della CIA.
In una delle recenti Conferenze, la NATO ordinò alla Spagna, per via della sua posizione strategica in Europa, di posizionare le proprie forze e mezzi nella base militare di Moròn in vista futuri interventi militari, dato che costituisce la terza istallazione militare strategicamente importante all’interno dell’Alleanza Atlantica.
La base di La Rota è stata rafforzata con la disposizione di scudi antimissile; mentre nel municipio di Rozas a La Coruña, vi è il progetto di posizionare una delle cinque basi di Drones (aerei senza equipaggio) che la NATO aspira ad avere in Europa.
A tutto ciò va aggiunto che nella base di Torrejòn verrà creato uno dei cinque centri in cui verranno coordinate tutte le principali operazioni militari; tutto questo è stato denunciato dall’eurodeputato spagnolo José Couso.
Riassumendo, la Spagna sta giocando un ruolo principale nella campagna di aggressione portata avanti dagli Stati Uniti contro il Venezuela e la Russia, con lo scopo di internazionalizzare le azioni di destabilizzazione contro Maduro e separare, così, il Kremlino dai paesi dell’Europa, e che si evince chiaramente se svolgiamo la nostra attenzione al conflitto in Ucraina; fabbricato da Washington.
Questa è la ragione per la quale la Casa Bianca non condanna le selvagge repressioni della polizia spagnola contro i manifestanti che protestano pacificamente, e che vogliono recuperare solo i livelli di vita che il Partito popolare, con la sua politica neoliberale, ha cancellato, trascinando il popolo spagnolo nella miseria; senza parlare poi degli alti livelli di corruzione o delle leggi che limitano i diritti umani come la Ley de Desahucios e la criticata Ley Mordaza.
La Spagna gioca in America Latina il ruolo imposto dagli Stati Uniti, per via dei suoi vincoli storici, familiari e culturali che facilitano un linguaggio assai più familiare che quello espresso da Washington.
Ma in questo caso, l’ingerenza spagnola negli affari interni del Venezuela causa al paese iberico un grave danno ai propri interessi in quell’area geografica, dato che l’attuale rapporto di forze latinoamericane, con tendenze nazionaliste e di sinistra, condannano completamente l’alleanza spagnola con gli Stati Uniti.
I tempi sono cambiati e i popoli di oggi, con un livello di analfabetismo inferiore e un livello di cultura assai più alto di una volta – grazie ai programmi sociali portati avanti dai Paesi membri dell’ALBA – sanno perfettamente chi si nasconde dietro gli attacchi ai presidenti del Venezuela, Ecuador, Bolivia, Argentina, Brasile e Nicaragua.
Non a caso il presidente Barack Obama ha sollecitato al Congresso 2000 milioni di dollari per l’America Latina e come ha affermato lo scorso 25 marzo 2015 la sottosegretaria del Dipartimento di Stato Roberta Jacobson, di questa somma 53,5 milioni sono stati destinati per le cosiddette “Iniziative Regionali di Sicurezza” (CBSI) e una quantità cospicua verrà impiegata in programmi di promozione per “la libertà di stampa e in difesa dei diritti umani” a Cuba, Venezuela, Ecuador, Nicaragua.
Per questo motivo che come ebbe a dire José Martì: “Esistono tutte le ragioni per essere scettici, ciò nondimeno c’è qualcosa che non bisogna scordarsi affatto: la speranza della vittoria”
Aclaración de dudas
Arthur González
Para aquellas personas que aún no comprenden las causas que motivan las actuales posiciones de España contra Venezuela y los constantes ataques del ex presidente Felipe González sobre la gestión del presidente Nicolás Maduro, ya pueden esclarecerse de la verdad, a partir del papel que la OTAN le asignó recientemente a España; por supuesto con Estados Unidos como principal gestor de la idea.Washington utiliza al país ibérico como punta de lanza contra la Revolución venezolana, al igual que lo hizo contra Cuba cuando la CIA le encomendó atender parte de su red de espías ante el cierre de su Estación Local en La Habana, debido a la decisión de la Casa Blanca de romper relaciones diplomáticas con la isla, el 3 de enero de 1961.
En aquel momento Jaime Caldevila García del Valle, oficial de los servicios de inteligencia españoles destacado en La Habana como diplomático, asumió la atención de varios agentes de la CIA, según informaciones de la época.
En su más reciente Cumbre, la OTAN apuntaló a España como posición estratégica en Europa para futuras intervenciones militares, al desplegar sus fuerzas y medios en la base militar de Morón, lo que constituye la tercera instalación militar en despliegue logístico de la Alianza Atlántica.
La base de La Rota también fue reforzada con el emplazamiento de los escudos antimisiles y se comenta que en el municipio de Rozas en La Coruña, planifican situar una de las cinco bases de Drones (aviones no tripulados) que la OTAN aspira a tener en Europa.
A esto se suma la noticia que en la base de Torrejón será conformado uno de los cinco centros desde donde se coordinarán los despliegues militares; todo lo cual fue denunciado por el eurodiputado español José Couso.
En resumen, España está jugando un papel primordial en la agresividad de Estados Unidos contra Venezuela y Rusia, en su intento por internacionalizar las campañas contra Maduro y separar al Kremlin de los países de Europa, lo que se manifiesta abiertamente en el conflicto de Ucrania, fabricado desde Washington.
Esa es la razón por la cual la Casa Blanca no condena las salvajes represiones de la policía española contra pacíficos manifestantes, que solo intentan recuperar los niveles de vida que el Partido Popular y su política neoliberal les quitó, arrastrando al pueblo a la miseria ni sus hechos de corrupción y menos aun leyes que limitan los derechos humanos como la de Desahucios y la repudiada Ley Mordaza.
España juega en América Latina el papel que Estados Unidos desea, a través de sus vínculos históricos, familiares y culturales que le facilitan un lenguaje más conciliador que el ejecutado por Washington.
Pero en el caso de Venezuela, el empleo a fondo de España le causa una fuerte lesión a sus intereses como país en esa zona geográfica, ya que la actual correlación de fuerzas latinoamericanas con posiciones nacionalistas y de izquierda, rechazan totalmente la alianza española con Estados Unidos.
Los tiempos son diferentes y los pueblos hoy con menos nivel de analfabetismo e incultura, gracias a los programas sociales establecidos por los gobiernos y el papel jugado por el ALBA, saben perfectamente quien está detrás de los ataques a los presidentes de Venezuela, Ecuador, Bolivia, Argentina, Brasil y Nicaragua.
No en balde el presidente Barack Obama solicitó al Congreso 2 mil millones de dólares para Latinoamérica y según expresó el pasado 25 de marzo 2015 la subsecretaria del Departamento de Estado Roberta Jacobson, de esa suma 53,5 millones se destinarán para la “Iniciativa Regional de Seguridad” (CBSI) y una buena cantidad será empleada en programas de promoción de “la libertad de prensa y los derechos humanos” en Cuba, Venezuela, Ecuador, Nicaragua.
Por eso como dijo José Martí:
“Existe la necesidad racional de dudar, pero sobre ella está la más importante, viva y victoriosa de creer”.