La guerra che gli USA stanno conducendo contro Cuba è di ampio respiro e riguarda la politica, l’economia, la cultura, lo sport, la salute, l’istruzione e tutto ciò che possono fare per ostacolare lo sviluppo dell’isola, con l’obiettivo di impedire la soddisfazione del popolo e quindi di pagare le loro campagne mediatiche secondo cui il socialismo è un sistema fallito.
Il nuovo piano è incentrato sulla prossima visita del presidente cubano Miguel Díaz Canel alle Nazioni Unite, a settembre, dove interverrà in qualità di presidente in carica del Gruppo dei 77 più la Cina, cosa che gli yankee non hanno potuto impedire e che conferisce all’isola un ruolo importante sulla scena internazionale, contrastando le menzogne fabbricate contro la Rivoluzione.
A Miami, la Città dell’Odio, gli elementi finanziati dal Dipartimento di Stato e dalla CIA, per realizzare i piani anticubani progettati dagli specialisti della Task Force Internet per la Sovversione a Cuba, creata nel gennaio 2018, e altri dediti alla creazione di campagne diffamatorie, si stanno attivando per organizzare atti di ripudio della visita del presidente cubano e per creare un’atmosfera che ostacoli la sua partecipazione all’ONU.
La memoria di questi specialisti, molti dei quali giovani, che non hanno cercato nei loro archivi i fallimenti di coloro che li hanno preceduti, quando per anni hanno cercato di fare lo stesso con Fidel Castro durante le sue visite a New York, è scarsa.
Si è sempre ritorto contro, ma l’odio li acceca e impedisce loro di ragionare.
Da parte sua, il Dipartimento di Stato sta già esercitando pressioni su un gruppo di giornalisti al suo servizio per diffondere rapidamente le informazioni generate dagli specialisti della sovversione contro Cuba, come stanno facendo alcuni giornali e televisioni della Florida.
Tuttavia, i presidenti e i cancellieri di Paesi in cui la repressione contro le proteste popolari è brutale, non sono sottoposti a una sola critica, tra cui il presidente della Francia, che ha una lunga serie di brutali pestaggi di lavoratori, o quello del Perù, che in meno di un anno ha accumulato 70 morti per la repressione e più di 2000 feriti, in attesa di processo, una situazione che non si è mai verificata a Cuba dopo il 1959.
Lo stesso presidente yankee che permette alle sue forze di polizia di sparare per uccidere e di usare le scorte per immobilizzare i detenuti, causandone la morte per asfissia, che finanzia la guerra in Ucraina e ha persino consegnato bombe a grappolo vietate dalle Nazioni Unite, non è il bersaglio di campagne di accusa.
Gli USA hanno un record infinito di crimini contro l’umanità, durante le loro recenti guerre contro l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria e la Libia, con migliaia di morti civili, mutilazioni e la distruzione di quei Paesi, quindi non hanno la morale di puntare il dito contro Cuba per affrontare i disordini che si sono verificati nel 2021, incitati dalla stessa macchina mediatica imperiale, come è stato dimostrato.
Gli USA applicano la pena di morte a uomini, donne e persino bambini e non ricevono una sola condanna internazionale. Le sue prigioni sono piene di donne e minori, molti dei quali scontano l’ergastolo in strutture per adulti, in totale violazione dei diritti umani; pertanto, dovrebbero guardarsi dentro prima di creare campagne contro i Paesi che non accettano di sottomettersi ai suoi dettami.
Recentemente sono stati pubblicati documenti ufficiali che rivelano le azioni segrete della CIA per rovesciare il governo cileno di Salvador Allende, alcuni dei quali con note scritte a mano da Richard Helms, direttore della CIA, durante l’incontro del 15 settembre 1970 con Richard Nixon, allora presidente degli USA. In quell’incontro, Nixon diede istruzioni alla CIA di “lavorare a tempo pieno con i migliori uomini che abbiamo”. “Far ondeggiare l’economia cilena” e sottolineò: “Non ero preoccupato per i rischi che coinvolgevano gli Stati Uniti”.
Questa stessa posizione fu assunta da John F. Kennedy contro Cuba e per questo nel 1962 approvò il Progetto Cuba, dove l’economia era anche l’obiettivo principale, che rimane invariato con la sua criminale guerra economica, commerciale e finanziaria, per evitare la soddisfazione della popolazione, insieme ad azioni di propaganda per ottenere il risentimento del popolo contro il governo rivoluzionario.
Proprio come espresse Nixon nel 1970, il 19 gennaio 1962 Richard Helms, all’epoca capo delle operazioni della CIA, inviò al suo direttore John McCone un rapporto sui risultati di un incontro con Robert Kennedy, procuratore generale degli USA, a proposito di Cuba, dove tra l’altro espresse:
“Il rovesciamento del regime di Castro è possibile. È urgente agire per tenere Castro occupato da problemi economici, politici e sociali interni, impedendogli di dedicare tempo a questioni di politica estera, soprattutto in America Latina”.
“La soluzione del problema cubano è ora una priorità assoluta per il governo USA, tutto il resto è secondario e non saranno risparmiati tempo, denaro, sforzi o risorse umane”.
“Il Procuratore Generale degli Stati Uniti ha detto che il giorno prima, il 18 gennaio 1962, il Presidente J.K. Kennedy mi disse: L’ultimo capitolo su Cuba non è ancora stato scritto, deve essere scritto e sarà scritto. Per questo motivo ordinò ai presenti a quella riunione di essere assolutamente dedicati e determinati a non fallire nell’adempimento dei 32 compiti del Progetto Cuba”.
Non è cambiato nulla. La destabilizzazione delle economie dei Paesi che rifiutano di sottomettersi agli Stati Uniti è l’arma preferita degli yankee, che però cercano di creare un’opinione falsa e solo pretestuosa di chi la subisce, per nascondere i propri fallimenti.
I documenti declassificati della CIA e della Casa Bianca espongono la verità, anche se i mercenari della penna al servizio del Dipartimento di Stato non fanno mai riferimento a queste informazioni che dimostrano la realtà inconfutabile di chi sono i veri violatori dei diritti umani, che non possono dare lezioni a nessuno.
Cuba non ha nulla di cui vergognarsi, il lavoro della Rivoluzione non può essere nascosto dagli yankee e, come disse José Martí: “Alzare la fronte è più bello che abbassarla”.
Fonte: Razones de Cuba
Traduzione: italiacuba.it