Luci e ombre

 Michel E. Torres Corona

Quando ami una persona, la ami con le sue virtù e i suoi difetti. Gli esseri umani, così lontani dalla perfezione, commettiamo errori e talvolta mostriamo la nostra faccia peggiore. L’amore non consiste nell’idealizzare l’altra persona con cui decidiamo di condividere la nostra vita, bensì nel soppesare su una bilancia le cose di valore che quella persona ci apporta rispetto a tutto il resto. Nessuno è il partner ideale: si tratta di decidere con chi dobbiamo costruire qualcosa insieme, con chi condividere i pesi della vita; si tratta di scegliere qualcuno che cerchi di essere migliore al nostro fianco, qualcuno che ci permetta di provare a essere migliori a nostra volta.

Noi rivoluzionari, guidati inesorabilmente – come dice il Che – da sentimenti d’amore, ci troviamo di fronte allo stesso dilemma quando si tratta del progetto collettivo alla cui costruzione cerchiamo di contribuire. Come opera umana, la Rivoluzione è stata e continuerà ad essere un cammino pieno di errori. Idealizzare il percorso intrapreso, cancellandolo dalla memoria ogni assurdità, ci impedisce di migliorare, cambiando tutto ciò che deve essere cambiato; diventa vincolo fondamentalista quello che dovrebbe essere un impegno derivante dal dovere e dalla coscienza.

Anche fare la Rivoluzione, aprire quella strada, è una decisione che si prende soppesando cosa è stato fatto bene e cosa no. Ogni volta che, in nome della Rivoluzione, si commette un’ingiustizia o si aggredisce una persona innocente, ogni volta che la causa del socialismo viene usata per giustificare settarismi e slealtà, ogni volta che, con buone intenzioni, si colloca una pietra sulla strada dell’inferno, c’è chi scende dal carro. Usando, come scusa, l’errore o la perversità degli altri, abiurano alle loro passate convinzioni, al loro credo laico nella fattibilità di una società alternativa. Decidono di non seguire la strada intrapresa e ripercorrere le sentieri del “mondo normale”, si arrendono.

E naturalmente gli errori e le ingiustizie fanno male. Che tante persone abbiano gridato, tanti anni fa, insulti a chi decise di lasciare il Paese; che gli esseri umani siano stati discriminati a causa del loro orientamento sessuale o delle loro posizioni religiose, in un’epoca ormai superata; che, in un certo momento storico, remoto o recente, sia stata approvata una politica che, ricercando il progresso, promuovesse la disuguaglianza: tutto questo incide, tutto questo implica un’usura. Ma le virtù, i successi della Rivoluzione, sono molto di più, hanno più peso; ciò che è stato realizzato – cioè ciò che è stato possibile fare, non ciò che si voleva o si sognava – è molto più prezioso e trascendentale.

Scuole, vaccini, tranquillità, sovranità… collochiamo su una bilancia il realizzato, in circostanze così difficili, di fronte ad avversari così potenti, e arriveremo, inesorabilmente, alla conclusione che, con le sue luci e le sue ombre, la Rivoluzione è valsa la pena, ne vale ancora la pena. Senza idealizzazioni assurde (e dannose), senza dimenticanze né impunità, impariamo a perdonarci gli errori commessi, comprendiamo che ciò che difendiamo è, in definitiva, l’opportunità di essere migliori come individui e come nazione.

Abbiamo il diritto di commettere errori e il diritto a rettificare. Chi decide di arrendersi avrà preso la sua decisione; quelli di noi che rimangono ostinati innamorati continueremo battagliando.


Luces y sombras

Por: Michel E Torres Corona

Cuando se ama a una persona, se le ama con sus virtudes y defectos. Los seres humanos, tan distantes de la perfección, cometemos errores y a veces mostramos nuestro peor rostro. El amor no va de idealizar a ese otro con el que decidimos compartir nuestra vida, sino de sopesar en una balanza aquellas cosas de valor que nos aporta contra todo lo demás. Nadie es la pareja idónea: se trata de decidir con quién hemos de construir algo en conjunto, con quién compartir las cargas de la vida; se trata de elegir a alguien que trate de ser mejor a nuestro lado, alguien que nos permita intentar ser mejores a su vez.

Los revolucionarios, guiados inexorablemente -al decir del Che- por sentimientos de amor, nos enfrentamos ante la misma disyuntiva cuando se trata del proyecto colectivo a cuya construcción intentamos aportar. En tanto obra humana, la Revolución ha sido y seguirá siendo un camino lleno de errores. Idealizar el rumbo tomado, limpiarlo en la memoria de cualquier dislate, nos impide mejorar, cambiar todo lo que deba ser cambiado; se torna vínculo fundamentalista lo que debiera ser un compromiso emanado del deber y de la conciencia.

Hacer la Revolución, abrir ese camino, es también una decisión que se toma a partir de ponderar lo que se ha hecho bien y lo que no. Cada vez que en nombre de la Revolución se comete una injusticia o se agrede a una persona inocente, cada vez que la causa del socialismo se usa para justificar sectarismos y deslealtades, cada vez que con buena intención se coloca un adoquín en la rúa hacia el averno, los hay quienes se bajan del carromato. Usando el yerro o la perversidad ajena como excusa, abjuran de sus pasadas creencias, de su credo laico en la factibilidad de una sociedad alternativa. Deciden no seguir el camino iniciado y desandar los trillos del “mundo normal”, se rinden.

Y claro que hacen daño los errores y las injusticias. Que mucha gente haya gritado, hace muchos años, insultos a quienes decidieron abandonar el país; que se haya discriminado a seres humanos por su orientación sexual o por sus posturas religiosas, en una época hace tiempo rebasada; que en cierto momento histórico, remoto o reciente, se aprobara una política que, buscando progreso, potenciara la desigualdad: todo eso tiene un impacto, todo eso implica un desgaste. Pero las virtudes, los aciertos de la Revolución, son mucho más, tienen más peso; lo que se ha logrado -que es lo que se ha podido hacer, no lo querido o soñado- es mucho más valioso y trascendental.

Escuelas, vacunas, tranquilidad, soberanía… coloquemos en una balanza lo logrado, en tan difíciles circunstancias, ante adversarios tan poderosos, e inexorablemente llegaremos a la conclusión de que, con sus luces y sombras, la Revolución ha valido la pena, sigue valiendo la pena. Sin idealizaciones absurdas (y nocivas), sin desmemoria ni impunidad, aprendamos a perdonarnos los errores cometidos, entendamos que lo que defendemos es, en última instancia, la oportunidad de ser mejores como individuos y como nación.

Tenemos el derecho a equivocarnos y el derecho a rectificar. Aquel que decida rendirse, habrá tomado su decisión; aquellos que sigamos siendo tozudos enamorados continuaremos batallando.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.