A poco più di due mesi dalle elezioni presidenziali, le opposizioni continuano a mostrare pubblicamente la mancanza di unità organica tra i settori che le compongono. La divisione è ora accentuata dalle dispute sul controllo dei comandi di campagna (comitati elettorali ndt) regionali e municipali.
Nelle reti sociali si sono generate una serie di lamentele da parte dei rappresentanti regionali della Piattaforma Unitaria Democratica (PUD) riguardo all’imposizione di Vente Venezuela (VV), il partito guidato da María Corina Machado, nella formazione dei comandi.
Magalli Meda, capo della campagna di Machado, attualmente latitante e protetta dall’ambasciata Argentina, ha affermato che a livello nazionale ci sono circa 15000 “piccoli comandi” dispiegati in supporto a Edmundo González Urrutia, il che darebbe l’impressione di una intensa campagna coesa in corso.
Al contrario, rappresentanti di partiti come Azione Democratica (AD), Un Nuevo Tiempo (UNT), Voluntad Popular (VP) e Convergencia nello stato di Trujillo hanno espresso la loro preoccupazione riguardo alla struttura attuale della campagna presidenziale nella regione. Hanno inviato una lettera alla direzione nazionale della PUD in cui sollecitano urgentemente la revisione e la ristrutturazione degli organi direttivi a livello regionale, municipale, parrocchiale e locale.
Nella lettera, i rappresentanti citati chiedono una revisione immediata a causa del settarismo e dell’esclusione dei partiti presenti, allo spreco della forte presenza nei 20 municipi e parrocchie, nonché alla concentrazione di potere in un gruppo minoritario autodesignato “Volontariato Siamo Trujillo”, legato a Vente Venezuela.
Questa realtà non è esclusiva dello stato andino, al contrario, in altre aree del paese abbondano le denunce come quelle provenienti da Trujillo, evidenziando così l’ampiezza nazionale della disputa.
D’altra parte, il segretario generale del Movimento al Socialismo (MAS), Felipe Mujica, ha sottolineato l’importanza di avere un comando di campagna “plurale” per il candidato della PUD. Mujica ha informato di un incontro con il candidato dell’opposizione, insieme a Omar Barboza, coordinatore della piattaforma, per affrontare questo tema.
Situazione che difficilmente potrà risolversi con il “candidato” data la scarsa disposizione mostrata, almeno mediaticamente, a occuparsi personalmente della campagna elettorale e, di conseguenza, delle visite alle regioni.
Queste tensioni si aggiungono a quelle dei sindaci dell’opposizione in diversi comuni, che dopo aver espresso il loro sostegno a Edmundo González hanno anche sollevato pubbliche lamentele riguardo al controllo dei comandi municipali di campagna.
Barboza ha sostenuto le denunce con un comunicato in cui riconosce le crescenti tensioni tra i settori che rappresentano María Corina Machado e il resto delle organizzazioni politiche. In tale testo si menzionano le difficoltà esistenti negli stati nel procedere uniti e organizzati verso la vittoria elettorale, e si promettono prossime linee guida per chiarire queste incertezze.
Se realmente esistesse una forza coesa attorno alla candidatura di Edmundo González, si renderebbe prioritaria l’oggettività nella selezione dei partiti con la migliore struttura organizzativa in ogni regione per guidare i comandi di campagna, poiché ciò garantirebbe la rappresentanza dei vari settori che sostengono il candidato. Tuttavia, le lamentele rivelano una realtà diversa.
María Corina Machado e il suo partito cercano di porsi al di sopra degli altri partiti, ignorando ed escludendo quelli con una struttura più solida di Vente Venezuela. Questo si basa sui risultati delle primarie e sul suo tentativo di proiettare un’immagine di leadership “indiscutibile”, dimostrando così che ciò è sufficiente per trasferire il sostegno a un candidato relativamente sconosciuto, ora alla testa della candidatura presidenziale della PUD.
Ricordiamo, inoltre, che questa organizzazione —incluse le entità che l’hanno preceduta—, che pretende guidare il processo di campagna di un ecosistema di opposizione già di per sé discutibile, ora si smentisce e si trova eticamente meno qualificata a causa dei suoi attacchi e disprezzo verso le istituzioni elettorali, le sue credenze discutibili su questioni come l’automazione del voto e la sua storica tendenza a promuovere l’astensione.
D’altra parte, i rappresentanti della PUD appena fanno sforzi per nascondere le persistenti discrepanze con María Corina Machado, nonostante il consenso intorno a Edmundo González, la cui candidatura genera anche dubbi se esaminata da vicino. Partiti come Un Nuevo Tiempo non si concentrano sul fare la campagna per il vecchio diplomatico ma sul sottolineare la leadership di Manuel Rosales e attribuire a lui il merito di “salvare la strada elettorale”. Sembra che ci sia più interesse a guadagnare terreno per le elezioni regionali del 2025 che a sostenere genuinamente il candidato della PUD.
Azione Democratica si vede coinvolta in problemi aggiuntivi a causa delle fratture interne che hanno portato alla divisione del partito. Una direzione diversa ha preso il controllo della piattaforma politica e sostiene un candidato proprio. Questo apre un altro elemento nella complessa dispersione dell’opposizione: non solo si evidenziano debolezze nel sostegno a Edmundo González bensì che la cosiddetta “candidatura unitaria” si trova di fronte a una varietà di correnti dell’opposizione con le proprie candidature presidenziali, sottovalutate dal settore dominante, ma che potrebbero implicare una significativa diminuzione del sostegno a González.Inizio modulo
Così stanno le cose, la situazione dell’opposizione si mostra, quando meno, preoccupante per i suoi fini politici ed elettorali. Le sue divisioni interne e la ricerca di interessi personali o di gruppo da parte dei suoi dirigenti, anziché consolidarla, la avvicinano all’implosione. Questa attitudine mette da parte i bisogni dei suoi elettori e, senza dubbio, rende difficile il percorso che devono intraprendere verso il 28 luglio. L’opposizione, con le sue dispute, risulta onesta, anche se involontariamente, nel mostrare ciò che realmente offrirebbe se arrivasse al potere: un futuro incerto e segnato dalla discordia tra i suoi dirigenti.
¿QUÉ REVELA LA CRISIS DE LOS COMANDOS DE CAMPAÑA SOBRE LA PUD?
A un poco más de dos meses para celebrarse las elecciones presidenciales, las oposiciones siguen exhibiendo públicamente la ausencia de una unidad orgánica entre los sectores que las conforman. La división se ve ahora acentuada por disputas sobre el control de los comandos de campaña regionales y municipales.
En las redes sociales se ha generado una serie de reclamos por parte de representantes regionales de la Plataforma Unitaria Democrática (PUD) respecto a la imposición de Vente Venezuela (VV), el partido liderado por María Corina Machado, en la conformación de los comandos.
Magalli Meda, jefa de campaña de Machado, quien se encuentra prófuga de la justicia y amparada por la embajada de Argentina, ha asegurado que a escala nacional existen alrededor de 15 mil “comanditos” desplegados en apoyo a Edmundo González Urrutia, lo cual daría la impresión de que hay una intensa campaña cohesionada en marcha.
Al contrario, representantes de partidos como Acción Democrática (AD), Un Nuevo Tiempo (UNT), Voluntad Popular (VP) y Convergencia en el estado Trujillo han expresado su preocupación en relación a la estructura actual de la campaña presidencial en la región. Han enviado una carta a la dirección nacional de la PUD en la que solicitan con urgencia la revisión y reestructuración de los órganos de dirección a escalas regional, municipal, parroquial y local.
En la carta, los representantes mencionados piden una revisión inmediata debido al sectarismo y la exclusión de los partidos presentes, al desaprovechamiento de la fuerte presencia en los 20 municipios y parroquias, así como a la concentración de poder en un grupo minoritario autodenominado “Voluntariado Somos Trujillo”, vinculado con Vente Venezuela.
Esta realidad no es exclusiva del estado andino, por el contrario, en otras zonas del país abundan denuncias como las realizadas desde Trujillo, lo que evidencia el alcance nacional que adquiere la disputa.
Por otro lado, el secretario general del Movimiento al Socialismo (MAS), Felipe Mujica, ha destacado la importancia de contar con un comando de campaña “plural” para el candidato de la PUD. Mujica ha informado sobre una reunión con el candidato opositor, junto a Omar Barboza, coordinador de la plataforma, para abordar este tema.
Situación que dificilmente podrá resolverse con el “candidato” debido a la poca disposición mostrada, por lo menos mediáticamente, a ocuparse personalmente de la campaña electoral y, en consecuencia, de las visitas a las regiones.
Estas tensiones se suman a las de alcaldes de oposición en diferentes municipios, quienes tras expresar su respaldo a Edmundo González también han hecho reclamos públicos respecto al control de los comandos municipales de campaña.
Barboza ha respaldado las denuncias con un comunicado en el que reconoce las crecientes tensiones entre los sectores que representan a María Corina Machado y el resto de las organizaciones políticas. En dicho texto se mencionan las dificultades existentes en los estados para avanzar de forma unida y organizada hacia la victoria electoral, y prometen próximos lineamientos para aclarar estas incertidumbres.
Si realmente existiera una fuerza cohesionada en torno a la candidatura de Edmundo González, se priorizaría la objetividad en la selección de los partidos con mejor estructura organizativa en cada región para liderar los comandos de campaña, porque ello aseguraría la representación de los diversos sectores que respaldan al candidato. Sin embargo, los reclamos revelan una realidad diferente.
María Corina Machado y su partido buscan situarse por encima de los demás partidos, ignorando y excluyendo aquellos con una estructura más sólida que Vente Venezuela. Esto se basa en los resultados de las primarias y en su intento por proyectar una imagen de liderazgo “incuestionable”, y así demostrar que eso es suficiente para transferir el apoyo a un candidato relativamente desconocido, quien ahora encabeza la candidatura presidencial de la PUD.
Recordemos, además, que esta organización —incluidas las entidades que la antecedieron—, que pretende liderar el proceso de campaña de un ecosistema opositor ya de por sí cuestionable, ahora se desdice y se encuentra éticamente menos calificada debido a sus ataques y desprecio hacia las instituciones electorales, sus creencias cuestionables en temas como la automatización del voto y su histórica tendencia a promover la abstención.
Por otro lado, los representantes de la PUD apenas hacen esfuerzos por ocultar las discrepancias persistentes con María Corina Machado, a pesar del consenso en torno a Edmundo González, cuya candidatura también genera dudas al ser examinada de cerca. Partidos como Un Nuevo Tiempo no se centran en hacer campaña por el viejo diplomático sino en resaltar el liderazgo de Manuel Rosales y atribuirle el mérito de “salvar la ruta electoral”. Pareciera que hay más interés en ganar terreno para las elecciones regionales de 2025 que en respaldar genuinamente al candidato de la PUD.
Acción Democrática se ve envuelto en problemas adicionales a raíz de las fracturas internas que resultaron en la división del partido. Una directiva diferente ha tomado el control de la plataforma política y respalda a un candidato propio. Esto abre otro elemento en la compleja dispersión opositora: no solo se evidencian debilidades en el respaldo a Edmundo González sino que la denominada “candidatura unitaria” se enfrenta a una variedad de corrientes opositoras con sus propias candidaturas presidenciales, subestimadas por el sector dominante, pero que podrían implicar una significativa disminución de apoyo para González.
Así las cosas, la situación de la oposición se muestra, cuando menos, preocupante respecto a sus fines políticos y electorales. Sus divisiones internas y la búsqueda de intereses personalistas o grupales por parte de sus líderes, lejos de consolidarla, la acercan a la implosión. Esta actitud deja en el olvido las necesidades de sus votantes y, sin duda, dificulta el camino que deben transitar de cara al 28 de julio. La oposición, con sus disputas, está siendo honesta, aunque involuntariamente, al mostrar lo que realmente ofrecería si llegara al poder: un futuro incierto y marcado por la discordia entre sus dirigentes.