«L’opposizione ne ha riconosciute solo due, perché è stata favorita. Riconoscono le elezioni solo quando vincono loro»
La vittoria o la frode in caso di sconfitta sono le sole opzioni che la destra venezuelana valuta possibili rispetto alle prossime elezioni presidenziali.
Non sarebbe la prima volta che, di fronte al trionfo popolare bolivariano l’opposizione tutelata da Washington, tenterà d’ignorare il successo del popolo.
È successo nel 2013, quando Henrique Capriles Radonski promosse la violenza di fronte ai negativi risultati elettorali. L’appello alla rivolta terminò con la perdita di 11 vite.
Nel 2018, Henry Falcón fece lo stesso e poi Juan Guaidó si auto proclamò presidente interino di un paese che aveva eletto Nicolás Maduro come suo mandatario.
Trentuno elezioni sono state realizzate in Rivoluzione. Di queste 29 sono state «vittorie popolari», ha affermato alla stampa il deputato Jorge Rodríguez, presidente dell’Assemblea Nazionale.
«L’opposizione ne ha riconosciuto solo due, perché ne uscì favorita. Riconoscono le elezioni solo se loro vincono».
Di fronte a questo scenario che si è ripetuto una e un’altra volta, ha avvisto sui piani di questo settore che pretende di violentare la pace attorno al processo delle elezioni che avrà il suo zenit il prossimo 28 luglio.
«È una vittoria che dovremo costruire con il nostro popolo, un giorno dopo l’altro. La verità va detta perché loro hanno già preparato una frode, così come la destra reazionaria messicana, proprio uguale, annotatelo. Canteranno la frode», ha affermato il Capo del Comando di Campagna Venezuela Nuestra del XXI secolo.