Il Papa Francesco inizierà domenica 5 luglio la sua prima visita pastorale in America Latina dall’Ecuador, col cui governo sembra avere molti punti di affinità in termini di giustizia sociale, ecosistema e lotta contro la povertà.
Il Santo Padre, critico della disuguaglianza sociale e della povertà, arriverà inoltre in Ecuador in un momento in cui Correa affronta proteste violente da parte dell’opposizione per le sue intenzioni di implementare due disegni di legge che incrementerebbero le imposte all’eredità ed al plusvalore immobiliare.
Nel caso delle eredità, quello che si cerca è una migliore distribuzione della ricchezza in un paese dove il 2% delle famiglie ha il controllo di più del 90% delle aziende, mentre la chiamata legge sul plusvalore pretende porre termine alla speculazione sul valore di terreni ed immobili.
Oggi, un gruppo di movimenti sociali con sede in Italia hanno inviato una lettera al Sommo Pontefice appoggiano il governo ecuadoriano.
Di seguito riportiamo il testo completo e il nome delle associazioni firmanti:
Migliaia di ecuadoriani appoggiano Rafael Correa
Migliaia di persone hanno appoggiato oggi la gestione del presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, in una manifestazione gigantesca nella Piazza Grande, centro storico della capitale.
“Siamo pronti per difendere la Rivoluzione Cittadina, ma non lo faremo con violenza, bensì con pace ed in democrazia”, ha sottolineato il mandatario di fronte alla moltitudine che gridava slogan di riaffermazione al processo ecuadoriano.
Il capo di Stato, che da più di sette anni dirige la Rivoluzione Cittadina, sottolineò che l’opposizione non vuole arrivare alle elezioni del 2017 perché sa che sarà sconfitta nuovamente.
La segretaria esecutiva della movimento Alleanza Paese, Doris Soliz, ha salutato il popolo riunito nella Piazza Grande ed ha manifestato il suo appoggio intoccabile al governo.
Qui continueremo a stare, ci manterremo in allerta cittadina i giorni che siano necessari per difendere un governo che non sarà abbattuto da niente e da nessuno, ed ad appoggiare il presidente Correa.
In maniera simultanea, altre manifestazioni dell’opposizione sono partite da El Arbolito e la Caja del Seguro, convocate dal membro oppositore dell’assemblea Andres Paez e dal Fronte Unito dei Lavoratori, rispettivamente.
Ieri, il mandatario aveva messo in allerta che esistono indizi chiari che settori golpisti avrebbero tentato di occupare il Palazzo Presidenziale di Carondelet, dopo aver approfittato delle proteste convocate dal centro e dal sud di Quito.
Da parte loro, il ministro coordinatore di Sicurezza ed il titolare dell’Interno, Cesar Navas e Josè Serrano, rispettivamente, hanno denunciato i piani dell’opposizione per causare violenza durante le manifestazioni contro il governo.
Come hanno segnalato entrambi i funzionari, la cospirazione, nella quale sarebbero inclusi due legislatori oppositori ed un colonnello ritirato dell’Esercito, includerebbe occupare Carondelet, bloccare le vie di accesso agli aeroporti, e chiudere le frontiere terrestri del paese.
Serrano ha aggiunto che arrivando al centro storico di Quito, i manifestanti sarebbero stati incitati a rompere il cordone poliziesco attorno al Palazzo Presidenziale.
Il passato 8 giugno cominciarono le proteste oppositrici in Ecuador, dopo che il governo inviò all’Assemblea Nazionale due disegni di legge sull’aumento di imposte all’eredità ed al plusvalore che colpirebbero a meno del due percento del settore più ricco del paese.
Per mantenere la pace prima dell’arrivo al paese del Papa Francesco dal 5 all’8 luglio prossimo – Correa ha ritirato temporaneamente le proposte ed ha convocato ad un dialogo nazionale; ma l’opposizione non ha accettato ed ha continuato con le proteste.