Per il dottor Fernando Graso Leyva, di 28 anni, questa è stata la prima missione internazionalista. «Sei disposto a partecipare a un’altra missione? «Sì. Io credo che questo è stato solo l’inizio. Andrò dove sarà utile, dentro o fuori dal mio paese. Potranno sempre contare su di me»
Si chiama Elena Pinzario ed è rumena. È la paziente dimessa numero 100. Ha 52 anni, non soffre di alcuna malattia, tranne che il nuovo coronavirus le ha prodotto lesioni ischemiche nell’intestino tenue.
Le hanno eseguito un’ileostomia, che deve essere riparata tra sei mesi, a seconda della sua evoluzione. La sua ferita chirurgica è stata curata fino alla sua completa chiusura. Gli esami complementari si sono evoluti bene. Si è adattato alla dieta iniziale, ma è già gratuito.
“Non riesco a respirare”, diceva, disperatamente, George Floyd sotto il ginocchio omicida di un poliziotto di Minneapolis. “Non riesco a respirare”, dice ora un bimbo cubano con una malattia cancerosa che ha bisogno di un farmaco USA che il blocco non consente comprare.
Solo nell’intolleranza di coloro che infieriscono per la profusione di solidarietà di un’isola socialista per il mondo, si può spiegare l’assurda e falsa campagna di discredito che contro i medici cubani pagano ed incoraggiano i nemici della Rivoluzione.
Si faccia attenzione. Se si eleva il volume di un altro di quelle note “scenate”, è perché Cuba ha offerto un qualche gesto di amore collaborativo ed internazionalista.
Sebbene l’estate renda le persone più estroverse, l’opinione su Cuba ha iniziato a formarsi una mattina di primavera, in cui un gruppo di medici ed infermieri dell’isola è entrato, per la prima volta, nella zona rossa
In tutti i paesi in cui stanno, possano arrivare o arriveranno medici cubani in base ad accordi intergovernativi, si ripete, nelle reti sociali, lo stesso coro di voci conservatrici ed intolleranti e di “troll” anonimi che, iracondi, si pronunciano contro. E sta succedendo in Perù da quando è stata ufficialmente annunciata la firma di un accordo per ricevere questi cooperanti.
L’affare di Cuba in Argentina: pagare gli studi universitari di 1500 giovani ed operare gratuitamente 50000 persone
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
1500 giovani argentini hanno studiato e si sono laureati in Medicina a Cuba, completamente gratis (1). 50 mila argentini/e senza risorse sono stati operati alla vista, grazie ad un programma di solidarietà di Cuba (2). Negli ultimi 15 anni, L’Avana ha stanziato diversi milioni di dollari per esso senza la minima pubblicità (3).
Ecco perché è ridicolo che ora la stampa argentina, che non ha mai informato di ciò, attacchi il possibile -non ancora confermato- arrivo di 200 cooperanti cubani a sostegno della lotta contro il Covid-19, su richiesta del governo provinciale di Buenos Aires.(4) (5).
In un articolo -che leggeremo solo sui media alternativi- il medico argentino Alberto Cerda ha affrontato l’enorme campagna organizzata nel suo paese contro l’arrivo della cooperazione sanitaria da Cuba.
Nel suo testo, si chiedeva: “per quanto tempo noi medici d’ Argentina lavoriamo nei quartieri marginali o baraccopoli delle nostre città? Questa è la grande differenza tra noi ed i colleghi cubani”.
Giocano, si prendono in giro l’un l’altro, come due ragazzi. Ma che nessuno dubiti della serietà con cui assumono il proprio lavoro. I due epidemiologi della brigata hanno vissuto esperienze simili. Adrián Ramón Benítez Proenza è stato, durante l’adempimento del suo servizio militare, ma volontario, nella guerra in Angola, e René Aveleira Cutiño ha trascorso cinque anni offrendo le sue conoscenze mediche ad un popolo in Rivoluzione bolivariana, ed imparando da essa.
L’ultima novità del giornalismo creativo è di fare notizia delle “non notizie”. Leggiamo sul giornale “El Mundo” che il governo spagnolo “rifiuta che Cuba (lo) aiuti contro il coronavirus” (1). La Spagna, -aggiunge- “non prevede chiedere al paese caraibico l’invio di medici come hanno fatto Italia o Francia (…) per paura di critiche politiche”. Sono i segnali “preventivi” della stampa, che avverte Madrid che, se chiederà il sostegno di Cuba, subirà “critiche politiche”, pressioni degli Stati Uniti ed il martellamento mediatico.
Oggi circolano sulle reti troppe notizie false. Il COVID-19 ha scatenato un virus così contagioso e dannoso come il Sars-Cov2: le menzogne. Mentre ogni paese combatte la pandemia, sono diventate di moda, in alcuni media internazionali, le più ridicole menzogne.
Sull’arrivo in Italia di una seconda squadra di medici cubani per aiutare nel contenimento della #COVID19
Come è stato reso noto dal Ministero della Salute Pubblica della Repubblica di Cuba, all’Avana, è stata organizzata una seconda squadra medica per rinforzare il sostegno di Cuba agli sforzi per contenere la #COVID19 in Italia. La data di arrivo all’aeroporto di Torino-Caselle è stata fissata per la mattina di lunedì 13 aprile 2020.