Emir Sader https://www.pagina12.com.ar
Negli ultimi giorni la destra brasiliana era entrata in uno stato di disperazione. Dopo aver imposto all’agenda politica la possibilità della detenzione di Lula, scontando una decisione che ritenevano certa del Supremo Tribunale Federale del Brasile, i suoi sogni avevano cominciato ad indebolirsi. Un conteggio preliminare dei voti della corte sembrava favorire Lula, suggerendo un fallimento del consenso di Curitiba che si era imposto sino a quel momento. Un consenso giuridicamente assurdo, di condanna senza crimine né prove, che configura, chiaramente, una persecuzione politica, basata sul lawfare – l’uso unilaterale delle leggi per perseguitare gli avversari politici-. Nessuno ha dubbi che il giudice Sergio Moro è un feroce avversario politico di Lula, che gli ha negato ogni tipo di risorse, che lo tratta in forma razzista e discriminatorio, che frequenta, amichevolmente, feste con i leader dei partiti di destra, nessuno dei quali è stato neppure accusato dal giudice e dai suoi colleghi.
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